ATTO
V
Scena prima
DAVID, MICOL
MICOL
Esci, o mio sposo; vieni: è già ben oltre
la notte...Odi tu, come romoreggia
il campo? all'alba pugnerassi.-Appresso
al padiglion del padre tutto tace.
Mira; anco il cielo il tuo fuggir seconda:
la luna cade, e gli ultimi suoi raggi
un negro nuvol cela. Andiamo: or niuno
su noi qui veglia, andiam; per questa china
scendiamo il monte, e ci accompagni Iddio.
DAVID
Sposa, dell'alma mia parte migliore,
mentre Israello a battagliar si appresta,
fia pur ver che a fuggir David si appresta?
Morte, ch'è in somma?-Io vo' restar: mi uccida
Saùl, se il vuol; pur ch'io nemici pria
in copia uccida.
MICOL
Ah! tu non sai: già il padre
incominciò a bagnar nel sangue l'ira.
Achimelèch, qui ritrovato, cadde
vittima già del furor suo.
DAVID
Che ascolto?
Ne' sacerdoti egli ha rivolto il brando?
Ahi misero Saùl! ei fia
MICOL
Ben altro
udrai. Crudel comando ad Abner dava,
ei stesso, il re; che, se in battaglia mai
tu ti mostrassi, in te convertan l'armi
i campion nostri.
DAVID
E Gionata mio fido
il soffre?
MICOL
Oh ciel! che puote? Anch'ei lo sdegno
provò del padre; e disperato corre
infra l'armi a morire. Omai, ben vedi,
qui star non puoi: cedere è forza; andarne
lungi; e aspettare, o che si cangi il padre,
o che all'età soggiaccia...Ahi padre crudo!
Tu stesso, tu, la misera tua figlia
sforzi a bramare il fatal dì...Ma pure,
io no, non bramo il morir tuo: felice
vivi; vivi, se il puoi; bastami solo
di rimaner per sempre col mio sposo
Deh! vieni or dunque; andiamo
DAVID
Oh quanto duolmi
lasciar la pugna! Ignota voce io sento
gridarmi in cor: "Giunto è il terribil giorno
ad Israèle, ed al suo re"...
Potessi!...
Ma no: qui sparso di sacri ministri
fu l'innocente sangue: impuro è il campo
contaminato è il suolo; orror ne sente
Iddio: pugnar non può qui omai più David.-
Ceder dunque per ora al timor tuo
emmi mestiero, ed all'amor tuo scaltro.-
Ma tu, pur cedi al mio...Deh! sol mi lascia...
MICOL
Ch'io ti lasci? Pel lembo, ecco ti afferro;
da te mai più, no, non mi stacco
DAVID
Ah! m'odi.
Male agguagliar tuoi tardi passi a' miei
potresti: aspri sentier di sterpi e sassi
convien ch'io calchi con veloci piante,
a pormi in salvo, poiché il vuoi. Deh! come
i piè tuoi molli, a strazio inusitato
regger potranno? Infra deserti sola
ch'io ti abbandoni mai? Ben vedi; tosto,
per tua cagion, scoperto io fora: entrambi
alla temuta ira del re davanti
tosto or saremmo ricondotti...Oh cielo!
solo in pensarvi, io fremo...E poniam anco,
che si fuggisse; al padre egro dolente
tor ti poss'io? Di guerra infra le angosce,
fuor di sua reggia ei sta: dolcezza alcuna
pur gli fa d'uopo al mesto antico. Ah! resta
al suo pianto, al dolore, al furor suo.
Tu sola il plachi; e tu lo servi, e il tieni
tu sola in vita. Ei mi vuol spento; io 'l voglio
salvo, felice, e vincitor:...ma, tremo
oggi per lui.-Tu, pria che sposa, figlia
eri, né amarmi oltre il dover ti lice.
Pur ch'io scampi; che brami altro per ora?
Non t'involare al già abbastanza afflitto
misero padre. Appena giunto in salvo,
io ten farò volar l'avviso; in breve
riuniremci, spero. Or, se mi dolga
di abbandonarti, il pensa...Eppure,...ahi lasso!...come?...
MICOL
Ahi me lassa!...e ch'io ti perda ancora?...
Ai passati travagli, alla vagante
vita, ai perigli, alle solinghe grotte,
lasciarti or solo ritornare?...Ah! s'io
teco almen fossi!...i mali tuoi più lievi
pur farei,...dividendoli...
DAVID
Ten prego,
pel nostro amor; s'è d'uopo, anco il comando,
per quanto amante il possa; or non mi dei,
ne puoi seguir, senza mio danno espresso.-
Ma, se Dio mi vuol salvo, omai non debbo
indugiar più: l'ora si avanza: alcuno
potria da questo padiglion spiarne,
e maligno svelarci. A palmo a palmo
questi monti conosco; a ogni uom sottrarmi
son certo.-Or, deh! l'ultimo amplesso or dammi.
Dio teco resti; e tu, rimani al padre,
fin che al tuo sposo ti raggiunga il cielo
MICOL
L'ultimo amplesso?...E ch'io non muoia?...Il core
strappar mi sento...
DAVID
...Ed io?...Ma,...frena...il pianto...
Or, l'ali al piè, possente Iddio, m'impenna.
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