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Ludovico Ariosto La Cassaria IntraText CT - Lettura del testo |
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Erofilo, Caridoro giovani, Eulalia, Corisca fanciulle.
EROFILO O che felice incontro è questo, Caridoro! Questo è il maggior ben che per noi si possa desiderare al mondo.
CARIDORO Queste son le serene e luminose stelle, che al lor bello apparire achetar ponno le tempeste de’ nostri travagliati pensieri.
EULALIA Con più verità potresti dir di noi, che ‘l bene e la salute nostra saresti, quando ci amassi così in effetto, come cercate in parole di dimostrare. Voi sète gran promettitori alla presenzia nostra. – Dammi la mano, Eulalia; dammi la mano, Corisca: oggi o doman senza fallo serete per noi franche: se non, che siamo... – Odili pure: vòlte che ci avete le spalle, vi ridete de’ casi nostri.
EROFILO Hai torto, Eulalia, a dir così.
EULALIA Se ben voi sète gentiluomini e ricchi e ne le patrie vostre, non doveresti però schernire e pigliare di noi gioco: noi semo di buon sangue, ancora che ci abbia la disgrazia nostra così condutte.
EROFILO Deh! non fare, Eulalia, con queste lacrime e querele più di quel che sia la mia passione acerba. Io serò il più ingrato, il più discortese villan del mondo, se per tutto doman...
EULALIA Deh! mal abbia el mio crederti tanto.
EROFILO Lassami finire: io non te posso dire ogni cosa, ma sta sicura che per tutto domane, alla più lunga, serai libera da questo impurissimo ruffiano. La cosa è gita più a longa che non era el tuo bisogno e il creder mio; ma non ho possuto più. Non ti credere, benché io vada onoratamente vestito, e sia di Crisobolo unico figliolo, estimato el più ricco mercatante di Metellino, che de le sue facultade io possa a mio appetito disponere. E quel che io dico di me, dico di questo altro ancora, che li nostri vecchi non sono meno ricchi che avari; né più è il desiderio nostro di spendere, che la lor cura di vietarci el modo. Ma or che partito è mio padre per navigare a Negroponte, e non mi terrà li occhi alle mani sempre, vederai de l’amor che io ti porto chiarissimi effetti, e presto.
EULALIA Dio ti metta in core di farlo. Se mi ami e la salute mia desìderi, fai lo dover tuo, che più che li occhi miei e più che ‘l cor mio t’ho sempre, da poi che prima ti connobbi, auto caro.
CARIDORO E tu, Corisca, abbi la medesima fede e senno: poco poco ci manca per venire a bona conclusione.
EULALIA Or non più, che non ci sopragiugnesse Lucrano.
EROFILO Non passerà dui dì che mi potrai star sicura in braccio.
EULALIA Et io viverò in questa speranza.
CARIDORO Non si studia al ben de l’una senza quel de l’altra. Restate di buona voglia. A Dio.
EROFILO A Dio, radice del mio core.
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