Scena quinta
Trappola, Gianda,
Corbacchio, Morione, Nebbia, Negro servi.
TRAPPOLA – El Brusco s’è
partito. Oh che asino indiscreto a lassarmi di notte qui solo con questo
carriaggio a mano!–
GIANDA Costui, per quel
ch’io vedo, se ne mena Eulalia.
CORBACCHIO O sventurato
Erofilo!
GIANDA Oh che affanno, oh
che maninconia se ne porrà, come l’intende!
TRAPPOLA – Non pianger,
bella giovane. –
GIANDA Vogliàn ben fare?
NEBBIA Che?
GIANDA Levarla a costui e
menarla ad Erofilo.
TRAPPOLA – T’incresce così
forte lasciar Metellino? –
GIANDA Come se scosti un
poco, leviamogliela.
MORIONE In che modo
faremo?
GIANDA Come si fa? con
pugni e calci. Noi siamo cinque, e lui è solo.
TRAPPOLA – Non pianger per
questo ... –
NEGRO Canchero a chi si pente.
TRAPPOLA – Che ti fo
certa, che non ti menerò molto lontana.–
NEBBIA E se grida, non gli
accorrerà tutta la vicinanza?
GIANDA Sì, per Dio, che
verrà a tempo!
TRAPPOLA – Tu non
rispondi? –
CORBACCHIO E chi è quello
che senta gridar la notte, e vogliasi subito saltar su la via?
TRAPPOLA – Deh! non
macchiar con queste tue lacrime sì polite guance. –
GIANDA Adesso è, Nebbia,
il tempo di farsi con sì gran benefizio (quanto serà, se ce aiuti) Erofilo
amicissimo sempre.
NEBBIA Facciànlo; ma non
si meni già in casa, che seremo connosciuti e aremo mal fatto.
GIANDA E dove la merremo
dunque?
NEBBIA Che so io?
NEGRO Non si stia per
questo: la potremo condurre a casa Chiroro de’ Nobili, che è tanto amico di
Erofilo, et è il miglior compagno di questa terra.
GIANDA Non si potea meglio
pensare.
TRAPPOLA – Io sto tutto
sospeso di andare a questa ora così solo: io non pensavo già che questo asino
mi dovesse però lassare. –
MORIONE Voi lo terrete a
bada con bone pugna e calci, et io e Corbacchio ce ne porteremo la giovane.
GIANDA Or inanzi, e non
più parole.
TRAPPOLA – Ohimè! che
turba è questa che mi vien dreto? –
GIANDA Férmati,
mercatante.
TRAPPOLA Che volete voi?
GIANDA Che roba è cotesta?
TRAPPOLA Tu te pigli
strana cura: te n’ho io a pagare el dazio?
GIANDA Tu non la déi avere
denunziata alla dogana. Dove n’hai tu la bulletta?
TRAPPOLA Che bulletta?
Questa non è merce da tòrne bulletta.
GIANDA D’ogni merce s’ha a
pagare dazio.
TRAPPOLA Di quelle da
guadagno si paga, non di queste che son da perdita.
GIANDA Da perdita ben
dicesti, che tu l’hai persa. T’abbiàn pur colto in contrabando: lassa costei.
CORBACCHIO Eulalia,
andiamo a trovare Erofilo tuo.
GIANDA Lassa, se non
ch’io...
TRAPPOLA Così se
assassinano i forestieri?
GIANDA Se tu non taci, ti
caccio li occhi.
TRAPPOLA Voi credete a
questo modo, ribaldi?... Aiuto, aiuto!
GIANDA Spezzali el capo,
càvali la lingua.
TRAPPOLA A questo modo,
traditori, m’avete tolto la mia femina?
GIANDA Andiamoci con Dio,
e lassamolo gracchiare.
TRAPPOLA Che farò, misero?
Se dovessi ben morire, vo’ seguitarli per vedere ove la menano.
GIANDA Se tu non ritorni,
ti farò più pezzi di cotesta tua testaccia, che non si fe’ mai di vetro. Se tu
ci pretendi aver ragione, làssati veder domani all’offizio de’ doganieri.
TRAPPOLA – Son mal
condotto: m’han tolta la femina, m’hanno gettato nel fango, stracciato la veste
e tutto pesto il viso. –
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