Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Ludovico Ariosto La Cassaria IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
Crisobolo vecchio patrone, Volpino, Gallo servi.
CRISOBOLO Tanto mi sono, senza avedermi, indugiato in casa del Plutero, che è fatto notte; però non ho perduto el tempo, ch’i’ ho risaldato alcuni miei conti con esso lui, e ho fatto una opera che longamente ho desiderato di finire.
VOLPINO (Ah vile e pusillanimo Volpino! Dove è ita l’audacia, dove è l’usato tuo ingegno? Tu siedi al governo di questa barca, e serai el primo che sbigottir ti lassi da sì piccola tempesta? Caccia ogni timor da parte, e mostrati qual ne’ periculosi casi sei solito d’essere: ritruova l’antique astuzie, e qui le poni in opera, che ci hanno più bisogno che in altra tua impresa avessino mai.)
CRISOBOLO È per certo più tardi assai ch’io non pensai.
VOLPINO (Anzi molto più per tempo che non era il mio bisogno. Ma venga pur, venga a sua posta, che apparecchiata ho già la tasca da farli il più netto e il più bel giuoco di bagattelle ch’altro maestro giocasse mai.)
CRISOBOLO O come è stata buona sorte la mia, che non abbia bisognato partir di Metellino al presente!
VOLPINO (Trista altrettanta è stata la nostra.)
CRISOBOLO Che lassare i miei traffichi e la roba mia a discrezione d’un prodigo giovane, qual è el mio Erofilo, e di schiavi senza fede, non ero sicuro molto.
CRISOBOLO Ma serò tornato così presto, che non arà auto pur tempo di pensar, non che di farmi danno.
VOLPINO (Te n’avedrai: se fussi corso più che pardo, non potevi giugnere a tempo. Ma che cesso io di cominciare il giuoco?) Che faremo, sciagurati noi? Distrutti e ruinati semo.
CRISOBOLO Non è Volpino che grida costà?
VOLPINO O città scelerata e piena di ribaldi!
CRISOBOLO Debbe alcun male essere accaduto, ch’io non so.
VOLPINO O Crisobolo, di che animo serai tu, come lo sappi?
VOLPINO Ma merita questo e peggio chi più si fida d’un schiavo imbriaco, che del suo figliuol proprio.
CRISOBOLO Io tremo e sudo di paura che qualche grave infortunio non mi sia incontrato.
VOLPINO Lassa cura de la tua camera, di tanta roba piena, a una bestia senza ragione, che sempre la lassa aperta, e mai non si ferma in casa.
CRISOBOLO Cesso io di chiamarlo? O Volpino.
VOLPINO Se questa notte non si ritrova, è totalmente perduta.
CRISOBOLO Volpino, non odi tu? Volpino, a chi dico io?
VOLPINO Chi mi chiama? Oh è il patrone, è il patron, per Dio!
CRISOBOLO Vieni in qua.
VOLPINO O patron mio, che Dio t’abbia...
CRISOBOLO Che hai tu?
VOLPINO Ero disperato, né sapevo a chi ridurmi.
CRISOBOLO Che è incontrato?
VOLPINO Ma poi ch’io ti veggio, o signor mio ...
VOLPINO Ero morto, ahimè! ma ora ...
CRISOBOLO Dimmi in somma, che ci è?
VOLPINO Quel ladro, quell’imbriaco...
VOLPINO Apena posso trarre il fiato, tanto son tutto oggi corso di giù e di su.
CRISOBOLO Di’ a una parola: che ha fatto?
VOLPINO T’ha ruinato per sua sciocchezza.
CRISOBOLO Finiscimi d’occidere; non mi tener più in agonia.
CRISOBOLO Che?
VOLPINO De la tua camera propria, di quella ove tu dormi...
CRISOBOLO Che cosa?
VOLPINO Di che a lui solo hai date le chiavi, e tanto gliele raccomandasti...
CRISOBOLO Che ha lassato rubare?
VOLPINO Quella cassa che tu...
VOLPINO Che per la lite che è tra Aristandro e... come ha nome?
CRISOBOLO La cassa che io ho in deposito?
VOLPINO Non l’hai, dico, che è stata rubata.
CRISOBOLO Ah misero e infelice Crisobolo! Lassa or cura de la tua casa a questi gaglioffi, a questi poltroni, a questi impiccati! Potevo non meno lassarvi tanti asini.
VOLPINO Patron, se trovi la cucina mal in punto, di che hai lassata a me la cura, castigame, e famme portar supplizio; ma de la tua camera, che ho da far io?
CRISOBOLO Questa è la discrezion di Erofilo? questo è l’offizio di un buon figliuolo? ha così pensiero e sollecitudine de le mie cose e sue?
VOLPINO A parlar per diritto, a torto te corucci con lui. E che diavol di colpa n’ha lui? Se gli lassassi el maneggio e governo de la tua casa, come fanno li altri padri a’ lor figlioli, e’ faria el debito, se ne piglierebbe lui cura, e forse n’anderebbon le tue cose meglio. Ma se più te fidi d’un imbriaco, d’un fuggitivo servo, che del tuo proprio sangue, e che te n’avenga male, non hai di che dolerti più iustamente che di te medesimo.
CRISOBOLO Io non so che mi faccia: io sono il più ruinato e disfatto uomo che sia al mondo.
VOLPINO Patron, poi che ti ritrovi qui, ho speranza che non serà la cassa perduta, e Dio t’ha ben fatto tornare a tempo.
CRISOBOLO E come? Hai tu nessuna traccia per la quale la possiamo trovare?
VOLPINO Tanto mi sono oggi travagliato, e tanto sono ito come un cane a naso, or di qua or di là, che credo saperti mostrare ove è la roba tua.
CRISOBOLO Se lo sai, perché non me l’hai già detto?
VOLPINO Non dico che lo sappia, ma credo di saperlo.
CRISOBOLO Dove hai tu sospetto?
VOLPINO Tìrati un poco più in qua; ancor più, che tel dirò. Vieni anco più in qua.
CRISOBOLO Che temi tu che n’oda?
VOLPINO Colui che credo che abbia rubata.
CRISOBOLO Abita qui presso dunque?
CRISOBOLO Che? credi tu questo ruffiano che abita qui, l’abbia rubata?
VOLPINO Lo credo, e ne son certo.
VOLPINO Ti dico che n’ho certezza; ma, per Dio, non perder tempo in voler ch’io ti narri per che via, con qual fatica, con quanta arte io sia venuto a certificarmi di ciò, perché ogni indugio è periculoso troppo, che te so dire che s’apparecchia di fuggirsene all’alba el ladroncello.
CRISOBOLO Che ti par ch’io faccia? che sì oppresso mi veggio all’improvviso, ch’io non so dove mi volga.
VOLPINO Mi par che andiamo subito al Bassà, e che a lui facci intendere che uno ruffiano tuo vicino t’ha rubato una tua cassa, con la quale s’apparecchia di fuggire; e che lo prieghi che non te manchi di iustizia, e che mandi teco alcuno de li suoi a cercare la tua roba, perché te credi ancor l’abbia il ruffiano in casa.
CRISOBOLO Che indizio, che prova gli saprò dar io per farli constare che sia così?
VOLPINO Non è buono indizio che, essendo ruffiano, non sia ladro ancora? E dicendolo, non ti serà creduto più che a dieci altri testimoni?
CRISOBOLO Se non aven meglio di cotesto, siàn forniti. A chi dànno più credito i gran maestri in questo tempo, e più favore, che alli ruffiani? e chi più beffano, che gli uomini costumati e da bene? a chi tendono più insidie, che alli miei pari, che hanno fama d’esser ricchi e denarosi?
VOLPINO Se ve vengo io, darò bene al Bassà tali indizi e conietture e prove, che non potrà, se ben volesse, negare di crederti; che a te le lasso di narrare per non indugiar più. Andian più presto e studiamo el passo, che, mentre tardiamo a dir parole, non ci facesse il ruffian la beffa.
CRISOBOLO Andiamo, che ... Deh férmati, che m’è venuto in animo di far meglio.
VOLPINO Che meglio puoi tu far di questo?
CRISOBOLO Rosso, corri qui in casa di Critone, e pregalo da mia parte che venga a me sùbito, e meni seco o suo fratello o qual vogli altro de’ suoi domestici. Corri, dico: te aspetto qui, vola.
VOLPINO Che ne vuoi fare?
CRISOBOLO Vo’ intrare improvviso in casa del ruffiano. Non poss’io, avendo uno o dua testimoni degni di fede apresso, tòr la roba mia dovunque io la ritrovi? Se per parlare al Bassà andassimo ora, seria l’andata vana: o che trovassimo che cenar vorrebbe, o che giocarebbe o a carte o a dadi, o che stanco da le faccende del giorno si vorria stare in ozio. Non so io l’usanza di questi che ci reggono, che quando più soli sono e stannosi a grattar la pancia, vogliono demostrare aver più occupazione: fanno stare un servo alla porta, e che li giucatori, li ruffiani, li cinedi introduca, e dia agli onesti cittadini e virtuosi uomini repulsa?
VOLPINO Se gli facessi intendere de l’importanza che fusse il tuo bisogno, non ti negarebbe audienzia.
CRISOBOLO E come se li farebbe intendere? Non sai tu come li uscieri e portinari usano a rispondere? – Non se gli pò parlare. – Digli che sono io. – Ha commesso che non se gli faccia imbasciata. – Come t’hanno così risposto, non pò’ replicarli altro. Ma farò pur così, che serà meglio e molto più sicuro, pur che la cassa vi sia.
VOLPINO Ve è senza fallo; sì che éntravi sicuramente, e hai pensato benissimo.
CRISOBOLO Intanto che aspettiamo Critone, dimmi un poco: quando e come ti accorgesti che fusse rubata la cassa, e con che indizi se’ venuto a cognizion che l’abbi avuta questo ruffiano?
VOLPINO Serìa lunga diceria, né averemo tempo. Andiamo a trovare la cassa prima, che ben ti conterò ogni cosa poi.
CRISOBOLO N’averemo d’avanzo; e se non mi pòi fornire el tutto, fa che ne sappi parte.
VOLPINO Comincerò, ma so che non te ne dirò la metade, che non ci serà tempo.
CRISOBOLO Me n’averesti già detto un pezzo: or di’ su.
VOLPINO Poi che vuoi ch’io tel dica, tel dirò: or odi. oggi, dapoi che avemo desinato d’un pezzo, e già tuo figliuolo era tornato a casa (che mangiò fuora), venne il Nebbia a trovare Erofilo, e gli portò la chiave de la tua camera, senza che gli fussi chiesta da alcuno.
CRISOBOLO Buon principio questo fu de obedirmi! Quello appunto che gli avevo commesso!
VOLPINO Egli disse: – Io voglio andar sino alla piazza per una mia faccenda: fa serbar, fin ch’io torni, questa chiave. – Erofilo, senza altrimenti pensarvi, la piglia: el Nebbia va fuor di casa, né mai più è ritornato.
CRISOBOLO Ancor m’ha in questo assai bene obedito; e perché io non gli avevo espressamente commesso che non si partisse di casa mai!
VOLPINO Tu vedi! Stiamo così un pezzo ragionando d’una cosa e d’un’altra: venimo a dire, come parlando accade, di andare uno giorno a caccia. In questo venne Erofilo a ricordar d’un corno che soleva avere e che già molti giorni non l’aveva veduto; e gli venne voluntà di cercare se fusse ne la tua camera. Tolle la chiave, apre l’uscio, io gli vo drieto: ne l’entrare fu primo tuo figliuolo, che s’avide non v’era la cassa; a me si volta, e dice: – Volpino, ha mio patre, che tu sappi, restituita la cassa di Aristandro, che tanti giorni ha tenuto in deposito? – Io guardo, e tutto resto attonito, e gli respondo che no; e certo mi ricordo che, quando ti partisti, la vidi a capo al letto, ov’era solita di stare. In un tratto m’aveggio de la sciocca astuzia del tuo Nebbia, che tosto che s’ha veduto mancar la cassa, ha portato la chiave de la camera ad Erofilo per farlo participe de la colpa, che è tutta sua. Pigli tu, come io voglio inferire?
CRISOBOLO Intendo. Ah ribaldo! s’io vivo...
VOLPINO Fa il sciocco; ma è malizioso più che ‘l diavolo. Tu non lo connosci bene.
VOLPINO Or, come io te dico, patron mio caro, Erofilo et io, veduto questo, essaminamo e tra noi discorremo chi la possa aver tolta. Io dimando el suo parere ad Erofilo, Erofilo a me domanda il mio; che dovemo fare, che via tenere per venire a qualche notizia: consigliamo e masticamo un pezzo: non sapemo ove ricorrere, dove battere il capo. O patron mio dolce, dapoi ch’io nacqui non fui mai nel maggiore affanno, nel maggior travaglio mai. Io m’ho trovato oggi a tal ora così di mala voglia, così desperato, che desideravo e che averei avuto di somma grazia d’esser morto, anzi di non essere mai nato. Ma ecco Critone col fratello Aristippo: io ti narrerò questa cosa più ad agio.
CRISOBOLO Non m’hai con tutte queste ciancie produtto alcuno indizio che ‘l ruffiano, più che altri, abbi avuta la mia cassa; né so con che speranza di ritrovarla io debbi intrarli in casa.
VOLPINO Entrali sicuramente, e se non ve la trovi, impiccami, ch’io tel consento. S’io non avessi più che certezza, non ti direi che tu v’entrassi.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |