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Ludovico Ariosto
La Cassaria

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  • ATTO QUARTO
    • Scena quarta
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Scena quarta

Fulcio, Volpino servi.

 

FULCIO Sono alcuni avantatori che frappano e bravano di far cose che, quando poi si viene alla prova, non ardiscono tentarle; fra li quali è questo briaco Volpino, che disse oggi di far per mezo d’un suo amico al ruffiano un giunto d’una sua femina il più bello e meglio disegnato del mondo, e che poi verrebbe avisarne d’ogni successo, a ciò che noi fornissimo quel resto, a chi non poteva lui inanzi. Siamo Caridoro et io stati tutta sera alla posta, né ancor n’aviamo udita novella. Io vo per saper se ha mutato proposito, o pur se qualche impedimento gli è venuto in mezo.

 

VOLPINO (Io sento venire uno in qua: par che lui vadi per battere alla porta nostra.) Olà, che cerchi? Chi domandi tu?

 

FULCIO O Volpino, io non cerco, io non domando altri che tu.

 

VOLPINO Io non te avevo, Fulcio, connosciuto. Che vuoi?

 

FULCIO Che si fa? Avete mutato consiglio? O pur non vi ricordate di quel che dicemo oggi?

 

VOLPINO O Fulcio, il diavol ci ha messo il capo con tutte le corna, e non pur, come si dice, la coda, per guastare i nostri ordini in tutto.

 

FULCIO Che ci è di male?

 

VOLPINO Tel dirò, ma .... taci, taci.

 

FULCIO Che turba è questa che con tanto romore e strepito esce di casa el ruffiano?

 




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