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Ludovico Ariosto
La Cassaria

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  • ATTO QUARTO
    • Scena settima
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Scena settima

Crisobolo, Volpino, Trappola

 

CRISOBOLO Dove ti credi fuggire? Sta saldo, viso di ladro. Onde hai tu rubata questa mia veste?

 

VOLPINO (Che farai più, sciagurato Volpino?)

 

CRISOBOLO Tu déi esser quell’uom da bene che m’avea rubata la cassa ancora.

 

VOLPINO (Oh, me gli potessi accostare all’orecchio un poco!)

 

CRISOBOLO Tu non rispondi, truffatore? A chi dico io? Aiutatemi, che non mi fugga. Tu non vuoi parlare, eh? Costui è mutolo, o che lo finge.

 

VOLPINO (Non potea all’improvviso infortunio trovar miglior riparo: ora è da soccorrergli.) Patron, che hai a far col mutolo?

 

CRISOBOLO Ho trovato costui ne la cucina vestito alla guisa che tu vedi.

 

VOLPINO Chi diavolo ha condotto questo mutolo in cucina?

 

CRISOBOLO E non gli posso far rispondere una parola.

 

VOLPINO E come vuoi, se è mutolo, che risponda?

 

CRISOBOLO È mutolo costui?

 

VOLPINO Che? non lo connosci?

 

CRISOBOLO Non lo vidi mai più.

 

VOLPINO Tu non lo connosci? il mutolo che sta ne la taverna de la Simia?

 

CRISOBOLO Che mutolo? che simia vuoi tu ch’io connosca? A tuo dire, parrebbe ch’io andassi, manigoldo, alla taverna.

 

VOLPINO Ma par che abbia indosso la tua veste; sì, ben la riconnosco.

 

CRISOBOLO E di che mi coruccio io?

 

VOLPINO E lo tuo capello in capo?

 

CRISOBOLO Mi par che abbia del mio sino alle scarpe.

 

VOLPINO È così, per Dio: questa è la più strana pratica del mondo. Non gli hai tu domandato chi l’ha del tuo sì messo in punto?

 

CRISOBOLO Che vuoi tu ch’io gli domandi, se non mi sa rispondere, e s’egli è mutolo?

 

VOLPINO Fa che tu l’accenni. Ma lassa domandarlo a me, che lo soglio intendere non meno ch’io faccia te.

 

CRISOBOLO Domandalo.

 

VOLPINO Chi t’ha dato la veste del patrone? Cotesta, cotesta donde l’hai avuta?

 

CRISOBOLO (Questo pazzo ragiona con le mani, come fanno li altri con la lingua.) Sai tu che dica?

 

VOLPINO Chiaro accenna che uno qui di casa gli ha tolti i suoi panni, e che gli ha lassati questi fin che torni, e per ciò l’attendeva egli.

 

CRISOBOLO Un qui di casa? Deh fa, se sai, che te accenni qual di casa è stato.

 

VOLPINO Farollo. Eh!

 

CRISOBOLO (Io gli guaterei cento anni alle mani e non saperei un minimo construtto cavarne.) Che vol dire quando leva la mano, e che si tocca or il capo or il volto?

 

VOLPINO Mostra che è stato un grande, asciutto, che ha grosso il naso, et è canuto, e che parla in fretta.

 

CRISOBOLO Io credo che voglia dire il Nebbia, ch’altro non è in casa così fatto. Ma come sa che parla in fretta? Adunque ode costui?

 

VOLPINO Non ho detto che parla in fretta, ma che partì in fretta. Vol dire ch’è ’l Nebbia senza fallo: tu l’hai più presto inteso, che non ho io.

 

CRISOBOLO Che ha voluto fare quel pazzo a tòrre i panni di questo mutolo?

 

VOLPINO Or m’appongo perché: poi che s’ha veduto mancare la cassa, si debbe esser fuggito, e per non esser connosciuto, si serà d’abito mutato.

 

CRISOBOLO Perché non ha più presto lasssato a costui li suoi panni, che li miei?

 

VOLPINO Che diavol so io? Non connosci tu come è pazzo?

 

CRISOBOLO Menalo tu in casa, e dàgli qualche tabarro vecchio, che non macchiasse la mia veste.

 

VOLPINO Lassane la cura a me.

 

CRISOBOLO (Potrebbe essere anco altrimenti. Sì, potrebbe in verità: non è da credere a questo Volpino ogni cosa, che non è però evangelista.) Non andare: aspetta, Volpino. Non ci disse il ruffiano che gli aveva data la cassa un mercatante? e non ce lo dipinse, se ben mi ricordo, vestito in questo modo proprio?

 

VOLPINO Te vuoi fondare in le ciancie di quel ribaldo?

 

CRISOBOLOmiglior terreno sei ancor tu, dove io mi fondi. Io farò altrimenti. Rosso, Gallo, Marochio, tenete costui, e legatemelo.

 

VOLPINO Perché così?

 

CRISOBOLO Al Subassi vomandarlo, che con la corda provi se può guarirlo, sì che parli.

 

VOLPINO Non so io s’egli è mutolo? Pur, se ti pare che finga, el menerò al ruffiano; e se serà il mercatante di che dubiti, lo connoscerà di botto.

 

CRISOBOLO Io non vo’ altro mezo in questo. Spacciatevi, e se non avete altro, spiccate la fune del pozzo. Legali le mani dietro; ma levali, col malanno, prima la mia veste.

 

TRAPPOLA Escusami, Volpino, fin che altro non ho sentito che parole t’ho voluto servire...

 

VOLPINO (Ahimè!)

 

TRAPPOLA Ma per te non voglio esser né storpiatomorto.

 

CRISOBOLO O beata fune, anzi miracolosa, che sì ben risani i mutoli! Chi te la ponesse alla gola, Volpino, credi tu che ti sanasse del giotto? Or rispondimi tu: chi t’ha dato li miei panni?

 

TRAPPOLA Tuo figliuolo e costui mi vestirno oggi così.

 

CRISOBOLO A che effetto?

 

TRAPPOLA Per mandarmi a pigliare una femina di casa di un ruffiano.

 

CRISOBOLO Fusti tu quel che vi recasti la mia cassa?

 

TRAPPOLA Con una cassa mi vi mandorno, che avessi a lassarvi pegno, e così feci.

 

CRISOBOLO A questo modo, Volpino, tu hai auto audacia di porre in mano d’un fuggitivo ruffiano a tanto pericolo la roba mia; e dare a mio figliuolo, che sì t’avea raccomandato, così buon consiglio; e farti beffe di me, et aggirarmi il capo come io fussi il maggior sciocco del mondo? Non te ne vanterai, per Dio. Lassate cotesto, e legatemi quel traditore.

 

VOLPINO O patrone, tuo figliuolo m’ha sforzato a fare così: tu me gli lassasti per servo, non per curatore o maestro.

 

CRISOBOLO S’io non morrò in questa notte, io darò per te uno essempio a quest’altri, che non ardiranno usarmi fraude mai più.

 

VOLPINO O signor mio!...

 

CRISOBOLO Io t’insegnerò, scelerato. Vieni tu ancor dentro, che tutta questa pratica vosapere a pieno.

 




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