Componimento
Gentil donna cortese e di bon' are,
di cui Amor mi fè
primo servente,
merzé,
poi che 'n la mente
vi porto pinta per non obbliare.
Io fui sì tosto servente di voi,
come d'un raggio gentile amoroso
da vostri occhi mi venne uno
splendore;
lo qual d'Amor sì mi comprese poi,
che avante
a voi sempre fui pauroso,
sì mi cerchiava la temenza il core.
Ma di ciò grazie porto a Lui
signore,
che 'l fè
contento di lungo disio,
de la gioi'
che sentìo,
la qual mostrò in amoroso cantare.
In tal maniera fece dimostranza
mio cor leggiadro de la gio' che prese,
che in grande orgoglio sovente salìo,
fora scovrendo
vostra disnoranza.
Ma poi, riconoscendo com'v' offese,
così folle pensier
gittò in oblio:
quando vostro alto intelletto l'udìo.
Sì come il cervo in ver lo cacciatore,
così a voi servidore
tornò, che li degnasti perdonare.
Perdon cherendo a voi umilemente
del fallo, chè
scoverto si sentia,
venne subbietto
in vista vergognosa,
voi non seguendo la selvaggia gente.
Ma come donna di gran cortesia
perdonanza
li feste copïosa.
Ora mi fate vista disdegnosa
e guerra nova in parte comenzate:
ond'i'
prego pietate
ed Amor, che vi deggia
umiliare.
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