abbai-attin | attir-cessi | cesso-darla | darmi-fiato | ficca-incar | incen-marco | maren-panch | pando-pudor | pugna-salde | saldo-sosso | sosta-traba | trabo-zufol
grassetto = Testo principale
Libro, Favola grigio = Testo di commento
1 VIII, 23| acque più lontane.~Fin che abbaia giammai ti morde il cane,~
2 III, 6 | tana osano un solo~momento abbandonar, pronte, ostinate~alla difesa
3 V, 8 | praticello~vide un Cavallo abbandonato e bello.~ ~- Buon pro, -
4 Dedica | che cento baldanzose teste~abbassando, fra poco i giorni suoi~
5 I, 22| intorno,~che tu non abbia ad abbassar la testa.~ ~Guarda me, che
6 VIII, 4 | dunque alle mie povere fiabe~abbassarsi d'un alto ambasciatore~lo
7 VIII, 17| Modesto,~fammi un piacer, abbassati quel tanto~che possa anch'
8 III, 3 | v'è furbo che sia furbo abbastanza~in ogni tempo e in ogni
9 XII, 20| il suo campo squallido,~abbattendo così senza ragione,~senza
10 XI, 9 | inverosimile~ed è vera.~ ~Abbattevano un pin, vecchio palazzo,~
11 V, 1 | arte,~per troppa voglia d'abbellir, la schietta~semplicità
12 | abbiam
13 | abbiamo
14 II, 14| dentro al fango ciascuna si abbica.~- Oh! oh! - grida la Lepre, -
15 VI, 4 | e vendemmia magnifica, abbondante.~ ~Vedendo il nostro affittaiol
16 VII, 11| intende, del salario.~ ~Don Abbondio seguia, quasi il covasse,~
17 IX, 7 | della Natura,~fa' ch'io t'abbracci, o genero lucente.~ ~- No, -
18 IV, 4 | Eccellenza sua, che trinca, abbraccia~e mangia in fin che giunge~
19 VIII, 22| rispettosa.~- Fratel, o vieni, abbracciami, -~con una voce tenera e
20 IX, 15| che per poter la sua donna abbracciare,~dié fuoco al suo palazzo
21 XII, 16| querce e cheti~i venerandi abeti.~ ~L'innocente Foresta all'
22 XI, 9 | All'opra altri potran con abil mano~e delle Muse col favor
23 VII, 6 | Nel Mogòl c'è dei folletti~abilissimi valletti,~che alla casa
24 VI, 2 | vo' la coda~mozzarle. - Abita là sulla montagna, -~disse
25 X, 1 | Nella region del polo gli abitanti~selvatici, ignoranti~vivono
26 IV, 21| pur d'un corno.~ ~Il lesto abitator della foresta~rende già
27 VII, 12| capo nuoce ai cortigiani~abitatori delle illustri sale.~ ~Signori
28 XII, 13| Volpe, dei boschi vecchia abitatrice,~fuggendo, si traea quel
29 XII, 24| Le rauche degli stagni abitatrici~al Sol d'ogni soccorso e
30 V, 16| Lima~ ~Vicino a un oriolaio~abitava, raccontano, un serpente~(
31 II, 19| Costoro, che non sono abituate~a sentir quella tromba che
32 XII, 12| animal selvaggio, che non è~abituato agli usi del paese,~cogli
33 IV, 10| bestia lo gettò.~ ~A forza d'abitudine~ciò che prima ti sembra
34 IX, 11| E l'uom del suo potere~abusa in guerra e in pace,~ché
35 VIII, 27| mai di più? ma non bisogna~abusarne, ché rara è la fortuna~(
36 XII, 16| chiamo alcun che m'oda:~abuso, ingratitudine~saran sempre
37 VI, 19| vel do di quanti sono all'Accademia -.~Udito questo, un re di
38 VIII, 25| tra le bestie spesso~vedi accader lo stesso.~Il più fido animal
39 XII, 18| luna~lucida a favorir l'accampamento~del tacchinesco esercito.~
40 VIII, 1 | moribondi,~e malati e infiniti accatarrati,~non eran segni, o Vecchio,
41 VIII, 26| bruti.~ ~Molti grossi volumi accatastati~erano in terra, e in suo
42 VIII, 16| alpestri paesaggi,~onde più s'accendea l'anima al mesto~giovincello.
43 V, 6 | giubbone lacero e tignoso.~ ~Accendeva una lampa e senza indugio~
44 IV, 2 | sbarcavan sulla sponda,~tanto accese il suo cor, che a sé maggiori~
45 VIII, 16| mura... - E sì dicendo, acceso~d'ira improvvisa, sul leon
46 X, 2 | invitato -.~E il rettile: - Accettato -.~ ~Una giovenca vien chiamata
47 V, 1 | il cuore, o mio Signor, l'accetto -.~ ~Quando si seppe il
48 III, 14| Leone fatto vecchio~ ~Dagli acciacchi e dagli anni assassinato,~
49 XII, 16| nuovo legno~il luccicante acciaro,~ma il beneficio suo pagò
50 XII, 4 | che spesso accada~questo accidente a chi della fortuna~cammina
51 X, 12| salta agli occhi e pich pach accieca il Principe~col becco...
52 XI, 3 | salto di gioia e ballo~se acciuffo un vecchio gallo.~Perché
53 VII, 18| arriva all'orecchio che l'accoglie.~È il mio pensier, è la
54 VIII, 19| mentre il poeta~ricevette accoglienza onesta e lieta.~State zitti,
55 VIII, 4 | ecatombe.~Vogliate intanto accogliere con pio~sguardo l'omaggio
56 VII, 6 | con mano attenta ed agile,~accoglievali sempre con piacere.~ ~I
57 VI, 20| fu tosto a braccia aperte accolta~in un con suo fratel Che-sì-che-no,~
58 I, 5 | il Cane, -~di fare, se vi accomoda, altrettanto?~Quella vita
59 VIII, 10| signor commendatore,~se vuol accomodarsi in casa mia,~ho latte, cacio,
60 IV, 9 | con arte intorno a sé le accomodò.~A far mostra di sé quindi
61 VII, 12| anche agli Dèi,~e che mal si accompagna alla fortuna?~O ciechi,
62 X, 15| urlar, gridar e morderlo~e accompagnarlo fuori del paese~con questa
63 IX, 19| fin al polo~ben mi avrebbe accompagnato,~Ricciolin, che la canzone~
64 IX, 16| questa è una tal morte poco acconcia~a chi non è ghiottone~d'
65 IV, 3 | che non credono d'essere acconciate~senza almeno una mosca artificiale;~
66 IV, 1 | innamorato~al consiglio acconsentì;~ma un leone disarmato~è
67 VI, 11| volesse Iddio la gente sciocca~accontentar, credete voi che questa~
68 III, 18| no, qui fiuto un nuovo accordellato~del general Moina -.~ ~Approvo
69 X, 11| Pastore~ ~Con voci e con accordi~che avrian commossi i sordi,~
70 XI, 4 | ogni affanno sciolto~nudo accorrà, ma libero~il regno della
71 XI, 3 | del sol~oscene salme gli accorrenti videro~ed ossa e carni palpitanti
72 VIII, 16| era un giardin e molti~vi accorrevan fanciulli, e in giochi e
73 VII, 13| e ne parla ogni persona.~Accorron tutti quei che volentieri~
74 VIII, 14| principessa,~o Leonessa, accorsero i dolenti~a far al re quei
75 II, 11| Topo prontamente~non fosse accorso a trarnela d'impaccio;~ch'
76 III, 4 | principio,~poi dieci si accostano a sua Maestà.~Poi piglian
77 I, 14| Or che pensa Simonide? - Accozzate~quattro parole intorno all'
78 VIII, 1 | Universo intero~il mesto accrescerà regno di morte.~ ~Nella
79 VI, 21| piccol fiato~sì ch'io possa accudir ad altre imprese,~ove mi
80 X, 5 | inutile malanno.~Vuoi dunque accumular per un'età~che non sei certo
81 X, 1 | altri pensieri in mente accumulati,~e che un oggetto, ove discenda
82 II, 3 | paga, perché fai figura~d'accusator bugiardo,~e tu, perché sei
83 X, 2 | parolone~farti del tuo signor l'accusatore?~Non ti conosco, stupido,
84 XII, 13| volgar mosca si dice.~ ~Ed accusava col destin gli dèi,~che
85 XII, 27| sentenza~irritavali tutti, anzi accusavanlo~di tenere due pesi e due
86 X, 10| cabale si ordiscono,~muovon accuse e già di lui si mormora~
87 III, 5 | Addio, bello, per me mi accuso fuori.~In quanto a te provvedici,
88 II, 3 | della Scimmia~ ~Un Lupo, che accusò di ladreria~una Volpe birbona
89 III, 11| senza.~E disse: - È un'uva acerba, un pasto buono~per ghiri
90 XII, 26| flebili parole,~Amor, che acerbo sa punir chi sordo~alle
91 II, 1 | cedeano il campo i coturnati Achei,~allor che da Minerva escogitato~
92 XI, 3 | negate gli avean l'armi di Achille.~Questa Volpe di lui non
93 X, 11| dentro una rete,~ma in lieto acquaio assai graziosamente~vi nutrirà
94 IV, 11| che le leggi del governo acquatico.~ ~Quante cose ei potrà
95 XII, 1 | ad ogni patto~ai beni che acquistai nel divenire~Leon con ugne
96 XII, 23| corte.~Non son gli inglesi acuti~d'ogni argomento a penetrar
97 III, 8 | e la Gotta pacifica si adagia~sul corpo ad un prelato
98 VII, 12| bronzo~il petto, ed ebbe adamantino usbergo,~colui che primo
99 VIII, 10| Capisco, non è roba forse adatta~a lor signori, tuttavia
100 XII, 2 | l'indovinare.~Son giochi adatti al vostro genio; è stanca~
101 III, 8 | a queste o a quelle~m'adatto e non ci guardo -.~Ma la
102 VIII, 7 | cesto~agli altri cani che addentâr il resto.~In quattro colpi
103 II, 1 | monna Volpe. A te male si addice~di scrivere in codesto epico
104 X, 1 | suono~delle lodi cullate addormentarsi,~né le biasmo perciò. Ben
105 VI, 19| asinel d'Arcadia,~che voglio addottrinar nella retorica.~- Benissimo, -
106 IX, 13| disse, - eccoti il mio~voto adempiuto, è fumo~questo di bove e
107 X, 12| terra presto andò.~ ~Onde adirato e per vendetta il Principe~
108 IV, 21| entra il Padrone, entra ed adocchia,~chiama, rimbrotta i suoi.~-
109 IV, 21| questa? -~ ~Così girando, ed adocchiando, a un tratto~uscir vede
110 III, 3 | buone pecore vicine,~pensò d'adoperar arti volpine~e di vestirsi
111 X, 2 | corregga pure~l'uomo, ma non adoperi la scure,~e non tronchi
112 VII, 8 | Colombi messaggieri,~e sì ben adoprarono, che i patti~firmaron gli
113 IV, 3 | sarai -.~ ~- Or che avete adoprato la linguetta, -~proruppe
114 VII | Bugia...~Ma forse meglio adoprerò l'ingegno~se sol per voi
115 IX, 6 | Pigmalion, siccome~tu divenissi adorator di quella,~che uscì dalla
116 IX, 11| troppo delle foglie~di cui si adorna l'albero;~e ben Iddio ne
117 XII, 26| gli amici un bel tempio adornare,~ove di freschi fiori~rivestiran
118 I, 2 | Ecco, mio caro,~chi dell'adulator paga le spese.~Fanne tuo
119 VII, 7 | Non dev'essere troppo adulatore~né troppo schietto deve
120 X, 10| ma credi a me, fratello. Adulazione~già ti guasta il cervello,
121 XII, 24| ingratitudine,~e quanti mali aduna~dentro i cuori leggieri
122 IV, 12| deserto in assemblea si adunano,~e dopo molta agitazione
123 II, 19| Asino esclamò:~- Se potesti adunar tanto bottino,~ringraziami,
124 X, 15| scoppiar del fulmine~i Conigli adunati alla pastura~alzan gli orecchi
125 VII, 8 | gli Avvoltoi dai becchi adunchi.~Ahimè! la pace ritornò
126 VII, 8 | torbido popolo,~dal becco adunco e dagli unghiuti artigli,~
127 XII, 25| che sempre ti minaccia.~Aduniamoci invece ed al birbone~un
128 IX, 19| storia.~ ~Quindi il gregge adunò, capri e montoni~e tutti
129 VI, 15| ali, ed ecco rapido per l'aere~precipitando piomba~su lei,
130 XII, 4 | l'erte~rocce e su balze aeree,~che a vederle ti metton
131 VIII, 4 | Il popol, animal dal capo aereo,~invecchiato oramai da quarant'
132 XII, 27| O voi, nelle faccende affaccendati~o magistrati, o principi,
133 VIII, 4 | sottili~e care inezie a un Uom affaccendato~in tutt'altre faccende,
134 VII | move.~ ~O voi, non meno affascinante, Olimpia,~se mai la Musa
135 XI, 6 | o lo spaventa~si lascia affascinar e spesso crede~ ~nel dïavolo
136 VII, 15| pitonessa~a Parigi e la gente affascinata~correva per qualunque buccicata~
137 VII, 12| fortuna?~O ciechi, il tanto affaticar che giova?~Fortuna e dormi,
138 II, 1 | Troia,~e da mille battaglie affaticati~cedeano il campo i coturnati
139 VIII, 4 | a quest'Ercole invitto, affaticato~contro l'Idra che sempre
140 | affatto
141 VIII, 2 | disse il Ciabattino.~ ~- Affededdina! - aggiunse indi ridendo, -~
142 VII, 12| inseguono e sul punto~d'afferrarne la chioma, ecco, si scioglie~
143 VI, 13| ad un'accetta~e zic zac l'affetta presto presto~in tre porzion,
144 VII, 18| uomini nel Senso~ciecamente s'affidano, è comun~fonte d'errori;
145 VIII, 22| volte matto~quel topo che affidasse la sua sorte~all'onestà
146 IX, 10| davvero,~se alle gambe mi affido e se mi spiccio -.~ ~Non
147 XII, 26| core,~e, già per gli anni affievolita e stanca,~è forza ch'io
148 | affinché
149 VI, 4 | abbondante.~ ~Vedendo il nostro affittaiol che a stenti~ricava invece
150 VI, 4 | IV - Giove e l'Affittaiolo~ ~Volendo Giove d'una masseria~
151 VI, 4 | Giove d'una masseria~fare l'affitto, in terra~mandò Mercurio
152 II, 8 | vento.~ ~Madre deserta e afflitta visse la poveretta~un anno
153 VI, 21| Dopo un mese di pianti e di afflizione,~essa prende a mutar qualche
154 XII, 19| prepara di bastone,~mentre affoga la passione~dentro i fiaschi
155 II, 9 | che si salvano dal mare,~affogan spesse volte in un bicchiere.~ ~ ~
156 VI, 12| schiamazzava il popolo,~affogando nel fiasco i vecchi mali.~
157 III, 16| Se una donna cercasse d'affogare,~io disapprovo sempre quella
158 VI, 21| Che importa al morto se tu affoghi il lume~de' begli occhi
159 VI, 16| non vuole a rispondere si affretta.~ ~E l'Asino morì, povera
160 VIII, 27| cinghial l'ultime forze,~affronta il Cacciator, lo morde e
161 X, 14| ma in faccia~guardare ed affrontare il mal che ci minaccia.~ ~ ~
162 VIII, 3 | meschina~nella sua tana fosse affumicata,~ma la volle sentir, e una
163 IV, 11| affinché l'amica sia garbata~d'agevolargli un po' la traversata.~ ~
164 VII, 10| sei dozzine d'ova comprare agevolmente.~L'ova di poi si covano
165 VII, 8 | quelli~che la Madre d'Amor aggioga al carro,~ma canto gli Avvoltoi,
166 V, 1 | due gangheri,~su cui si aggira questa vita umana~e dove
167 IV, 19| corbello.~ ~È inutile ch'io aggiunga~che certi strattagemmi non
168 IV, 21| più completa la lezione,~aggiungeremo: e l'occhio dell'amante.~ ~ ~
169 XII, 4 | grosse capre, una capretta.~ ~Aggiungete che l'onda rapidissima~e
170 XI, 8 | cor gl'inutili~pensieri, - aggiunser poi, -~questo conviene a
171 IV, 18| lega.~E molt'altre parole aggiunte, ei disse: - Addio,~io vado
172 VII, 8 | a cui dei tristi~piacque aggiustare le selvagge imprese!~ ~Dividi
173 VIII, 2 | palagio un dì, fatto venire~l'aggiustascarpe: - O mio compar Crispino, -~
174 IV, 4 | potenti,~ma gli strappi aggiustatevi da voi.~Se li chiamate prima
175 VII, 16| zampe, all'uno e all'altro~aggiustò le partite in un sospiro.~ ~
176 III, 5 | al muro,~sì ch'io possa aggrapparmi alla tua schiena~e uscir
177 II, 16| di Polifemo.~ ~Quel pelo aggrovigliò del mio corbaccio~così bene
178 VIII, 7 | quanto leste a giocar d'agilità:~censori, appaltatori e
179 I, 4 | altro Mulo carico d'avena.~Agitando la criniera~colla bella
180 XII, 27| dato di trovar. Se l'onda~agitate, l'immagine si turba~di
181 VI, 5 | altro turbolento,~fiero, agitato, iroso,~aveva in testa un
182 IV, 12| si adunano,~e dopo molta agitazione e chiacchiere~si vota di
183 X, 6 | bocca~agnellin, agnelletto, agnella e agnello~e quanti son di
184 VII, 1 | provai ghiottoneria~di molti agnelli, poveri innocenti,~e che
185 X, 6 | ben venga dunque in bocca~agnellin, agnelletto, agnella e agnello~
186 I, 1 | tirar via:~promettendo per l'agosto,~in coscienza d'animale,~
187 VII, 2 | il vostro umor è sempre agro e rabbioso,~che nol posson
188 XI, 7 | molti fia savor di forte agrume,~a me togliete il lume~del
189 X, 6 | qualche can rabbioso,~che non aguzzan manco l'appetito.~Ebbene
190 X, 15| gloria,~siccome ai cani fa aguzzare il dente.~E non fan magistrati
191 VII, 4 | IV - L'Airone~ ~L'Airon dal lungo collo e dal più
192 IX, 2 | impiglia.~Fortuna o il ciel l'aiuta. Il vecchio laccio~i colpi
193 VI, 16| a quel che resta: ebbene~aiutarci l'un l'altro ci conviene.~ ~
194 VII, 15| avvocato non ne piglia tanti.~ ~Aiutava, dirò, la messa in scena,~
195 XII, 22| sputare in faccia~non osi, aizza il can contro un potente,~
196 VI, 5 | Stato,~e camminavo lesto, alacre, come~un giovin topo che
197 IX, 14| pena,~dai spiedi, e dagli alani~inseguita e dal foco,~infin
198 X, 9 | Così dicea Muflàr, giovine alano,~mentre il padron colla
199 I, 21| dicean d'aver veduto bestie alate~giallo-nere, ronzanti e
200 VIII, 10| vecchio che dorme quell'alato~parassita, che noi mosca
201 X, 3 | vanità pazza,~e stupida albagia, stoltezza, eccetera,~son
202 XII, 20| mano~nel suo giardin e agli alberi gl'inutili~rami toglieva
203 II, 1 | statemi attenti:~ ~“Pensa ad Alcindo la gelosa Eurilla,~e di
204 X, 7 | e con gioia crudele ne alimenta~i ghiottoncelli, che con
205 VIII, 18| sì grosso, che per solito alimento~ti mangia ad ogni pasto
206 V, 17| parve della preda~sentir l'alito caldo,~e fuori me la caccia
207 X, 1 | distinguere sapete,~e non vi allaccia dei moderni sofi~la facile
208 IV, 18| per ambizion la dose;~se allargo io qualche volta, non è
209 VIII, 22| Prometto teco eterna l'alleanza,~e nelle zampe mie pronte
210 XI, 1 | vince in valor gl'inutili alleati~che vivono di noi.~Coraggio,
211 II, 15| sorelle.~Sian fuochi ed allegrezze e buon umore:~to', scendi
212 IV, 2 | il mar col suo splendor l'alletta,~- Signor mar, - il Pastore
213 VII | mensa dei celesti,~prego, allietate d'uno sguardo il canto,~
214 IX, 5 | dell'orto~ ~Un Ragazzaccio allievo di collegio,~vo' dir due
215 IV, 19| vivo o morto, ti conosco, allocco, -~disse, - agli allocchi
216 IV, 22| e gelidi~mostri marini e allodolette sentono~a un modo i dolci
217 VI, 20| tarda notte~mandarla ad alloggiare~chi volesse un momento respirare.~ ~
218 IV, 22| solito~cibo la buona madre si allontana,~ma al campo non arrivano~
219 IV, 21| suoi,~comandarono a lui d'allontanarsi.~ ~- O amici, - disse il
220 VII | voi~chi più bene di me l'allòr vi cinga.~ ~A me basta che
221 V, 4 | Lepre degli orecchi~l'ombra allungarsi aguzza sopra il muro,~temé
222 VI, 4 | il corso agli elementi,~almanaccando nuovi calendari.~Ma un'altra
223 VIII, 1 | a piedi scalzi? aspetta almanco un poco.~ ~Mia moglie vuol
224 VIII, 16| cacciatori e cacce,~ed animali e alpestri paesaggi,~onde più s'accendea
225 VIII, 9 | in meraviglia.~ ~Di qua l'Alpi e di là v'è l'Appennino,~
226 XII, 15| stessa ignora.~ ~A questo altar verrebbero, al solo cenno
227 II, 6 | fondo~il veder questa gente altera e scaltra,~che, da che mondo
228 IX, 1 | Non altrimenti il lungo alterco avvenne~fra due viaggiatori.~ ~
229 X, 1 | Questi edifici, in cui si alterna il legno~a strati di cemento,~
230 VII, 13| aspettò. Lo stesso dì~che altero il vincitor a far galloria~
231 VI, 19| risposegli il giullare, -~Vostra Altezza non ha che a comandare -.~ ~
232 X, 1 | capo~cresce per gli anni altissima la selva,~quando ferve la
233 X, 12| suo rifugio scelse un pino altissimo,~dove accanto agli dèi l'
234 | altrettanta
235 X, 15| Conigli adunati alla pastura~alzan gli orecchi e l'occhio vivo
236 IV, 2 | fidar! per uno che si fida~alzano i mille disperate strida;~
237 III, 5 | Mi par che tu dovresti alzare i piedi~ed appoggiar le
238 VI, 11| lamentarsi,~perché doveva alzarsi - egli diceva, -~ogni mattina
239 II, 18| topolino a rosicchiare...~Alzasi, guarda, ascolta,~le pare
240 III, 12| giorno il Cuoco, avendo alzato il gomito~un poco più del
241 XI, 4 | torrenti,~e sui fioriti margini~alzi i soavi accenti!~ ~Di fili
242 V, 18| somiglia render belli e amabili.~Meglio per te, se per amor
243 IX, 2 | perso.~Anch'io talvolta amai; ma la superba~dimora del
244 XII, 4 | di balia,~non men nota, Amaltea.~ ~Con questi precedenti,
245 XI, 2 | grazie care,~a lui l'arte d'amare~ecco gl'insegna e non tralascia
246 VIII, 11| dei due, lettor discreto,~amasse l'altro d'un amor più bello?~
247 X, 12| e padre, i principi, li amavano~d'un amore che al mondo
248 XII, 4 | assai profonda alle cornute amazzoni~dovette un poco far tremare
249 V, 1 | animali e il portator di belle~ambasciate alle belle, almo Mercurio,~
250 XII, 24| un correre~di gracchianti ambasciatori,~spaventati~degli stagni
251 IX, 7 | forse al mondo c'è~chi non ambisca d'essere tuo sposo?~ ~-
252 V, 1 | a cui spiace dell'arte ambiziosa~i fronzoli e gl'inutili
253 I, 3 | fumo che l'arrosto,~signori ambiziosi e senza testa,~o gente a
254 VII, 12| addio -.~ ~Parte l'amico ambizïoso (forse~più avaro ancor),
255 IX, 12| costrutte celle~a spremere l'ambrosia, onde le belle~figlie del
256 VIII, 15| più che animale, macchina ambulante.~ ~- Bel merito, - dicea, -
257 I, 18| niente.~Ma la Volpe in un amen spazzò tutto.~ ~Per trar
258 VII, 8 | nelle ombre dei boschetti ameni~coll'esempio e col canto
259 VI, 18| soccorra~e il luogo è un non ameno~deserto in mezzo ad una
260 VI, 5 | né di qualunque bestia americana.~ ~- Vedessi, mamma, egli
261 VI, 4 | non più che i più lontani~americani.~E tuttavia concesse~a lor
262 X, 3 | non c'è storpio~che non ami girare per il mondo.~ ~Il
263 X, 1 | e son colloqui e dolci~amicizie ed incontri e cento e cento~
264 V, 2 | fianco si pesta, un altro si ammacca.~ ~Non vanno mezz'ora che
265 VIII, 21| palchetto~gli diceva un Falcone ammaestrato:~- O sciocco, ed hai sì
266 VIII, 17| dell'Asin e coi morsi me l'ammazza.~ ~È saggio avviso e scaltro~
267 III, 13| più pasciuti e belli,~e li ammazzano tutti a tradimento.~Poi
268 IX, 13| vero -.~E sconciamente l'ammazzâr sul posto.~ ~ ~
269 IV, 21| forche e spiedi accorrono~da ammazzare non un ma cento cervi.~Invan,
270 IV, 1 | Quattro cani ed un bastone~ammazzarono il Leone.~ ~Sempre Amor,
271 IX, 2 | suo compagno amato~mezzo ammazzato torna alla soffitta~il mesto
272 IV, 16| mannaro,~lo piglieremo e poi l'ammazzeremo -.~ ~- Che cosa è questa? -
273 IX, 3 | manicotto -.~ ~La gente accorre, ammira,~fa la bestia sul volgo
274 XII, 12| che d'operar da re -.~ ~Ammirano ministri e cortigiani~quella
275 IV, 20| taccagni,~che i guadagni ammucchiate sui guadagni~e non avete
276 VIII, 22| con una voce tenera e amorosa~gli disse, - e non guardare
277 XII, 11| giorno sazia,~con parole amorose la rincora.~ ~Poi dice: -
278 X, 10| potente più d'Amor, distende~ampio il dominio, e dell'Amor
279 IX, 1 | gonfia anche tu la vuota ampolla, e ridi.~ ~ ~
280 VII, 1 | Udito ciò, gridarono anatèma~quei santi padri al povero
281 VIII, 3 | empirici, specifici,~flebotomi, anatomici,~a consultarsi intorno all'
282 X, 3 | subito~per ogni punta un'Anatra si pone.~ ~A veder la Testuggine
283 XII, 15| già quella~ch'è di Giunone ancella:~Giove e Giunone a questa
284 VII, 12| ascolta che Fortuna~era andata al Giappone ed ei vi corre,~
285 IV, 11| poi, quando entrambi fûro andati un pezzo,~quella che tira
286 VI, 5 | così:~ ~- Non ero ancora andato~oltre i monti, che fan cerchio
287 III, 6 | prepara,~perché divelto andrà dalle radici~il tronco e
288 V, 3 | padella,~pesce predicatore,~andrai stasera, e quasi mi lusingo~
289 IX, 16| che a voltarlo come Sant'Andrea~non gli traevi dalle tasche
290 XI, 3 | casa loro, in fede mia,~andrei malvolentieri a fabbricare.)~ ~
291 XII, 12| quaggiù) entro il palagio~andrete ove vi attendono gli dèi.~
292 XII, 15| vostra Apoteosi.~ ~Dipinti andrìan dei fasti di vostra vita
293 VI, 1 | e classica~di raccontar aneddoti ed esempi.~ ~Questi in poche
294 II, 13| mondo? -~ ~Potrebbe quest'aneddoto servire di lezione,~senz'
295 X, 1 | spingere in bocca agli anelanti cani~un giovine cerbiatto,
296 VI, 6 | nella corona come in un anello.~ ~Questo trattenimento~
297 X, 1 | difesa.~In paragon di questo anfibio senno~di Platon la repubblica~
298 I, 18| tondo e non ridotto~dell'anfora alla piccola misura.~ ~A
299 I, 14| schianta,~cade il solaio, ed anfore e bicchieri~e piatti rompe
300 X, 3 | in spalla in mezzo agli angeli,~resta la gente senza la
301 X, 1 | anima santa~nata a crear l'angelica farfalla,~un divino tesor
302 X, 1 | stelle.~Forse uno spirto angelico si sposa~a queste immense
303 VII, 18| che drizza del baston l'angol riflesso~nell'onda chiara,
304 X, 1 | rotanti. Entra e si snoda~senz'angustie quest'anima nei corpi,~e
305 VIII, 4 | trarre a sé l'Orator gli animi tutti.~ ~Tutti siamo anche
306 I, 19| aiuto! - grida quel che annega.~Il maestro si ferma, e
307 XI, 8 | dall'America,~il primo si annegò.~L'altro, non meno ardente~
308 XII, 23| mezzo ai morti, come fece Annibale~allor che inutil rese~la
309 XII, 11| buon Dio dentro le nuvole~s'annoia a contemplar le stelle e
310 VI, 1 | ristretta.~Coloro che s'annoiano alla predica~ascoltan di
311 XII, 11| e il sole,~anch'io posso annoiarmi che son l'Aquila~sua serva...
312 II, 20| oppur si stabilisca un'annua rendita,~dalla morte del
313 VI, 19| se mancasse all'obbligo annunciato,~sarebbe in luogo pubblico
314 VIII, 3 | anche questa volta al primo annunzio,~da tutti i quattro punti
315 VIII, 1 | il monco~fiato e la mente annuvolata e stanca?~ ~Poco appetito,
316 XII, 25| spese.~ ~Arriva, il petto ansante e col polmone~in bocca. -
317 IV, 1 | era,~come avvien, punto antipatico~un amante ardito e forte~
318 VI, 20| ché l'altro, giù, agli antipodi,~è così rozzo ancora,~che
319 | anzitutto
320 X, 1 | vostro,~in ciò simile all'ape industriosa,~che si riposa
321 X, 3 | certe Anatre un giorno~ell'aperse, che offrirono il servizio,~
322 XII, 14| fanciullino in quell'età~aperti gli occhi ch'ora più non
323 XII, 12| al re~(se pure il fatto apocrifo non è),~sul naso gli saltò~
324 XI, 3 | le parole~di colui che d'Apol l'ira descrisse,~quando
325 XII, 15| dèi d'Olimpo, la vostra Apoteosi.~ ~Dipinti andrìan dei fasti
326 VIII, 14| Miracolo! - gridava. - Apoteòsi! -~E il Cervo invece di
327 VIII, 7 | giocar d'agilità:~censori, appaltatori e fornitori,~comincia il
328 XII, 27| poltiglia è densa~nube che appanna del cristallo i raggi.~Fratelli
329 VII, 18| la macchina umana e gli apparati~soffron nel tempo, ancor
330 III, 14| di ruggire.~ ~Rassegnato apparecchiasi alla morte,~senza tanti
331 VIII, 13| ben che ignudo il ver non apparisca)~onde ancor canterò, ma
332 VIII, 11| assai mi spaventò.~Tu m'eri apparso colla faccia scura~e corsi
333 III, 8 | Dello scambio dei loro appartamenti~i due fratelli si trovâr
334 VII, 16| momento~ch'entrava nell'oscuro appartamento,~alla finestra l'altra si
335 IX, 9 | senz'altra spesa e senza~appello, - dice, - ha scritta la
336 IX, 16| perché qui tosto non mi appendo?~Se avessi solo un braccio~
337 VIII, 9 | qua l'Alpi e di là v'è l'Appennino,~ogni mucchio di terra è
338 VIII, 21| quant'io vedo capponi o appesi al muro,~non rideresti,
339 VI, 19| danza al vento ad una corda appeso.~ ~Quando sarai nell'oratorio,
340 XI, 6 | tanto è squisita e tanto è appetitosa.~ ~Io stessa n'ho uno spicchio
341 II, 1 | altri cento armati eroi~s'appiattarono, e tratti entro le mura,~
342 IX, 2 | stese~in altra parte e si appiattò sicuro~dietro un antico
343 VIII, 9 | geografia~gli si era pure appiccicata al dente:~vide dunque quell'
344 IX, 3 | ch'hanno~tutto il talento appiccicato al panno~e agli orli del
345 IX, 16| avar senza processo~vi si appiccò contento in conclusione~
346 XII, 7 | E congiuravan per trovar appigli~di non pagar; ma inutilmente,
347 VII, 1 | dir scoppiâr grandi gli applausi~tra i cortigiani. In quanto
348 III, 5 | dovresti alzare i piedi~ed appoggiar le corna accanto al muro,~
349 VIII, 18| convenga ai piccoli paesi~appoggiarsi a un monarca di gran prezzo,~
350 VI, 10| quella vittoria,~indugia apposta, e chiacchiera,~riposa qua
351 XI, 2 | gl'insegnerò, che tutto apprende~ardente cor ch'ha di piacer
352 VIII, 10| un mattone~afferrato, s'appressa, il pugno chiuso,~dov'è
353 III, 6 | questa all'altra una rovina~appresti, o quella un improvviso
354 IV, 22| agli amici che le falci apprestino~e vengano con noi le biade
355 XI, 5 | altri sprezza~e sé soltanto apprezza.~(E pecca spesso in ciò
356 XII, 27| mali è carità ch'io molto apprezzo~sopra l'altre virtù. Fu
357 XII, 1 | lor sorte incerti;~quando approdâr ove sua corte tiene~con
358 II, 2 | bene, benissimo! - Ciascuno~approva la mozione.~Ma quando si
359 III, 18| accordellato~del general Moina -.~ ~Approvo anch'io del Topo veterano~
360 VII, 16| scaltro,~li vide bene a tiro,~aprendo le due zampe, all'uno e
361 X, 14| una valle dal culmine si aprìa;~un grido alto gettò~la
362 IV, 15| Anima mia,~la porta non aprire a chicchessia,~se non ti
363 VII, 4 | ingozzi -.~ ~Ma ben dovette aprirlo per minor prezzo, allora~
364 VII, 15| Sebbene quest'oracolo la bocca~aprisse in cima a un povero solaio,~
365 I, 12| affacciò.~Prima col capo aprissi una finestra,~per questa
366 VIII, 1 | spesso~nelle culle regali aprono e a un punto~chiudon per
367 III, 6 | desinar. Della suina~ed aquilina gente altro che l'ossa~più
368 X, 1 | a Nume avrian sacrata un'ara;~Cartesio, che fra gli uomini
369 VIII, 15| grande baldacchino~pesante ed arabesco,~con tre piani di sopra
370 X, 16| Nobile, -~lezioni d'alta araldica darò -.~ ~Pensate voi che
371 IX, 18| a un Usignolo.~ ~Questo araldo gentil di primavera~della
372 IV, 4 | microscopici,~non cercate arbitrati ai più potenti,~ma gli strappi
373 X, 1 | mortale~alla quale comando arbitro e duce.~Or se voi mi chiedete,
374 VI, 19| nelle stalle un asinel d'Arcadia,~che voglio addottrinar
375 I, 7 | per suo conto~si dichiara arcicontento~senza tema di confronto.~
376 II, 17| usignolo~una bestia che par l'arcobaleno?~Tanto ricca di luci e di
377 XII, 1 | traeste qualità sì belle,~non arde men, quando lo chiama il
378 IV, 1 | carezze,~de' tuoi baci troppo ardenti.~Fatti prima rader l'unghia~
379 III, 10| gente~nel vedere un tanto ardire,~ma un Leon ch'era presente~
380 II, 7 | denti:~- Cacciane via, se ardisci, questa volta, -~e mostra
381 VIII, 24| venivano di cani~famosi, arditi, valorosi e belli.~ ~Ma
382 IV, 3 | in odio alla Formica,~che ardiva in grado gareggiar con lei.~-
383 XII, 9 | coi versi un ornamento.~ ~Ardua impresa a quei che esprime~
384 II, 20| da sol per senno~quanto l'Areopago tutto intero,~anzi quanto
385 II, 20| vasi, piatti, bicchieri, argenteria,~o, per dirla in un'ultima
386 X, 1 | son ingegnosi, e sanno~con argini frenar l'acque correnti~
387 XII, 20| sentimento,~fanno morir d'aridità, di stento.~ ~Chi la passione
388 IX, 18| sentir a pancia vuota un'arietta.~- Ai re non spiacque la
389 IV, 7 | parea veder l'imagine di Arione.~ ~- Sei tu d'Atene? - il
390 X, 16| Il Mercante valente in aritmetica~soggiunse allor: - Di conti
391 XII, 18| tanta abilità,~che nessun Arlecchin meglio non sa.~Spiega la
392 VIII, 10| ricordò dell'arte~che piace ad Arlecchino,~ ~e fingendo un coraggio
393 X, 9 | di guerra. I punti deboli~arma, difendi, e il mio Muflàr
394 I, 12| così potenti, che potrebbe armare~un esercito ognuno in piè
395 VI, 6 | più stretta~e chi di corna armata anche l'avea.~ ~Volle provare
396 II, 18| staffile pur la caccia,~àrmati pur di forca e di balestra,~
397 XII, 2 | che il tenero gattino~non armava d'artigli lo zampino.~ ~
398 VIII, 25| la medicina, l'arabo, l'armeno!~O arrotondar potessi questi
399 XII, 8 | Quest'amicizia così dolce e armonica~valea per gli altri più
400 VIII, 3 | ed asmatico,~gottoso ed arrembato,~un Leone cercava il gran
401 X, 14| mestiere~da cane, pur si arrese il forte alle preghiere.~ ~
402 XII, 12| profani~l'intime gioie, qui m'arresto e passo~a rimar quel che
403 VII, 7 | naso della gente.~L'Orso arricciò con tale smorfia il suo,~
404 IV, 22| allontana,~ma al campo non arrivano~i mietitori. A' figli suoi
405 VIII, 3 | quattro punti dello Stato~ecco arrivare i medici,~empirici, specifici,~
406 VII, 3 | Un dì, quindi si legge,~arrivaron non so quai pellegrini~di
407 X, 14| rapida. - E quando anche arrivassi~a stringer l'elefante, -
408 XII, 21| una Scimmia dal ciel era arrivata~col caduceo, di Giove ministra,
409 VI, 10| Testuggine~ ~Se a tempo non arrivi, a che ti giova il correre?~
410 VIII, 11| duol segreto.~ ~Senza farvi arrossire ode il bisogno~che vi tormenta.
411 VII, 18| il pensier del saggio~l'arrotonda, lo ferma in mezzo al Cielo~
412 VIII, 25| medicina, l'arabo, l'armeno!~O arrotondar potessi questi Stati! -~ ~
413 XII, 5 | moderato prezzo~e d'una noce m'arrotondo tanto~che quasi crepo in
414 VII, 13| vinto sparve e il duol che l'arrovella~nascose e pianse i suoi
415 VII, 2 | mattina e sera. I servi arrovellavano~e lo sposo n'avea la zucca
416 IV, 6 | Meridarpace e il forte, invitto~Artapace sostengano il conflitto.~ ~
417 IV, 12| politica di svolgere gli articoli.~Quanto al tributo un vicin
418 IX, 14| sei tu accanto a me?~Io d'artifici ne conosco tanti,~anzi n'
419 IV, 3 | acconciate~senza almeno una mosca artificiale;~ma tu, sciocca, con tutti
420 XII, 9 | un'illusione?~La vita all'artificio poco dura~e scatta sulla
421 IX, 14| nei sacchi.~ ~- Fra gli artifizi lascio al tuo cervello~di
422 XII, 23| perseguitata~torna la Volpe all'artifizio vecchio~di salir su quell'
423 VIII, 19| in feste,~che mantien l'artigian e che lo veste~col suo denar
424 V, 19| al combattere,~a portar l'artiglieria~e i foraggi è valentissimo.~
425 IX, 3 | Signori, io son quel celebre~artista, di cui parla tutto il mondo:~
426 IX, 7 | favola, ma forse~co' sofismi arzigogola sul tema.~Certo uno sposo
427 IX, 2 | seren, prende coraggio,~asciuga come può l'umide penne~e
428 VI, 1 | s'annoiano alla predica~ascoltan di buon cuor la barzelletta.~ ~
429 XII, 11| riferir le grandi novità,~ascoltando, girando, e quindi all'Aquila~
430 IV, 22| viene.~ ~Un giorno quelli ascoltano~che l'uom del campo ai figli
431 IV, 15| canto, chiotto,~sen stava ad ascoltare,~e si fissò quelle parole
432 VIII, 14| vile offesa.~ ~- Prego, ascoltate, o Sire, -~il Cervo prese
433 III, 3 | circostanza;~chi nasce Lupo ascolti la natura:~faccia il Lupo
434 II, 13| e che le muove dietro un'ascosa Idea?~Avrebbe Iddio descritto
435 XII, 1 | a voi diranno~qual senso ascoso si rimpiatti in fondo~di
436 XI, 9 | un pin, vecchio palazzo,~asil oscuro e tristo~a quell'
437 XI, 4 | freschi soggiorni e i chiusi asili~dei boschi, senza guai!~
438 XII, 15| Un certo angolo oscuro asilo a lor offria~lontano dagli
439 VIII, 19| Sapere~ ~Un uomo ricco, un asinaccio ritto,~soleva dire a un
440 II, 10| gravità d'imperator romano~un asinaio, col suo scettro in mano,~
441 VI, 19| eccellentissimo,~ho nelle stalle un asinel d'Arcadia,~che voglio addottrinar
442 II, 10| guidava due corsier di Asineria;~l'uno di spugne carico,
443 VIII, 3 | Fatto vecchio, decrepito ed asmatico,~gottoso ed arrembato,~un
444 IV, 11| conoscea quaresima ed avvento,~asolava gli spiriti beati~d'una
445 I, 14| dirgli che due giovani~l'aspettano di fuori. Esce Simonide~
446 I, 16| Morte, che non usa farsi aspettar giammai,~vien subito e -
447 IV, 8 | pietanza.~ ~Stanco alfin d'aspettare il poverino,~un dì, preso
448 VII, 13| vendetta.~ ~E non molto aspettò. Lo stesso dì~che altero
449 XII, 26| e al vento confidando l'aspre pene,~chiede e sospira invano~
450 XI, 2 | sentier insolito,~per infinite asprezze~e non fra le carezze~alla
451 X, 12| figlio mio che il tuo forse assalì,~ahimè! forse è il destin
452 V, 19| terribile~le fortezze ad assaltar.~ ~Volevano i ministri mandar
453 III, 14| della foresta,~un giorno fu assaltato~dai suoi sudditi stessi,
454 III, 6 | o quella un improvviso assalto.~Ahi sciocche entrambe!
455 V, 18| al cielo alzò,~e contro l'assassin lo sdegno e i fulmini~dei
456 V, 6 | un ferro nella gola.~Ma l'assassinio il male peggiorò.~ ~Ché
457 XII, 4 | d'un torrente~fatto d'un'asse sì meschina e stretta,~che
458 XII, 18| maestra in argomento~d'assediar città,~ricorse al vecchio
459 VII, 3 | stretta era Rattopoli d'assedio~dal popolo di Gattico,~e
460 IV, 12| la formola,~alla Scimmia assegnâr la delicata~politica di
461 VII, 6 | In quel freddo paese gli assegnarono~una casa sepolta entro la
462 VIII, 1 | nipotin far qualche lieve~assegno; o aspetta almen, Morte,
463 II, 8 | le fracassa, mentr'ella è assente, l'ova.~ ~Quando tornò la
464 IX, 13| come corre alla fonte l'assetato,~ma invece di un tesor dei
465 VI, 2 | tributi~posso al mio gregge assicurar la pace -.~Il Cacciator
466 XII, 15| tempo, al vostro bel nome assicurato.~Avrei scritto sull'arco: “
467 IX, 17| assaggiar sì belle castagne e t'assicuro~che se a pigliar castagne
468 VIII, 3 | Infermo, il Lupo, un degli assidui~al corteggiar, si giova
469 II, 9 | ogni belva per colpa d'un assillo.~ ~Quell'embrion di mosca,
470 VII, 14| Miserabile, prego che Dio t'assista,~e ti conceda il Cielo il
471 II, 18| fragranza che il vaso abbia assorbita,~o alla stoffa di togliere
472 VIII, 4 | leoni,~che invan talvolta assumono l'aspetto~di grandi eroi?...
473 IV, 18| trovan le cose oscure, assurde, inviluppate~o male giudicate.~ ~
474 XI, 6 | trasformando il volto~di quell'astro d'argento lusinghiero.~ ~
475 II, 13| scrive trattati di pazza astrologia?~O ciò ch'è inevitabile
476 VII, 18| or non è molto, un dotto~astronomo, puntando il telescopio,~
477 VI, 6 | comizi generali~trassero dall'astuccio di cartone~la regale corona,
478 III, 6 | Poi ch'ebbe seminato astutamente~nell'altra casa l'odio ed
479 XII, 18| ricorse al vecchio sacco delle astuzie.~Salta di qua, di là,~balla
480 I, 14| Polluce, che direi~degli atleti i due santi protettori.~
481 VIII, 26| popolati. E ancor discorre~d'atomi erranti, poveri fantasmi~
482 XII, 26| nudo spirito~di Stige all'atra porta~quando apparir la
483 XI, 7 | la voce~contro l'ingorda, atroce~avarizia fiscale dei Romani,~
484 XI, 9 | tristo~a quell'uccel che d'Atropo~è messaggier sinistro.~ ~
485 V, 2 | queste parole il debol si attacca~al forte compagno, e vanno
486 II, 2 | trattò di sceglier quello~che attaccare doveva il campanello,~non
487 IX, 16| corda e con un chiodo~cerca attaccarla e farne uno scorsoio.~Ma
488 II, 2 | il suo consiglio,~che si attaccasse al gatto un campanello,~
489 X, 7 | dì, che alla sua tela era attaccato,~la Rondinella nella rete
490 VII, 6 | questo alla sua casa si attaccò~con tanto amor, che stuzzicò
491 VI, 3 | prudente ancor più stretto attagliasi~il panno al dosso, e fu
492 VIII, 21| tuo padron ascolta~che ti attende sull'uscio, anima stolta.~ ~-
493 VII | in Francia~tiene la penna attender vita e lume.~Da voi, se
494 VII, 4 | buon'ora.~Ma volle invece attendere d'aver più fame. Assai~egli
495 IX, 18| animal ch'è tutto suono?~ ~Se attendi un poco, a te cantar saprò~
496 IX, 16| senz'esso~vivere io mai? che attendo?~perché, perché qui tosto
497 VII, 12| buon pezzo il cortigiano~attento all'ore più propizie, pronto~
498 VI, 21| infin che il suo dolore~in attesa di nuovi cicisbei~divenne
499 III, 18| Alessandro~di tutti i gatti, l'Attila dei Topi,~ho letto in un
500 IX, 7 | Topo~e il Can e il Gatto attingano la vita~a una fonte comune;
501 X, 15| material e dura scorza,~attinge la sua forza -.~ ~Nel momento
502 I, 18| lungo e stretto.~Ben vi attingea col becco la Cicogna~per
503 XII, 27| eremita, - in sé soltanto~attingere consiglio. E chi conosce~
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