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Jean de La Fontaine
Favole

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


abbai-attin | attir-cessi | cesso-darla | darmi-fiato | ficca-incar | incen-marco | maren-panch | pando-pudor | pugna-salde | saldo-sosso | sosta-traba | trabo-zufol

                                                            grassetto = Testo principale
     Libro, Favola                                          grigio = Testo di commento
1504 XII, 5 | magro, aspetta almeno~a darmi a' figli tuoi~quando sarò 1505 VII, 3 | quasi da campar la vita.~Dasse qualcosa e sol per qualche 1506 V, 1 | Lieto sarei, se tu mi dassi questa -.~- E tu le avrai 1507 XI, 7 | degna~fu di patrizio a lui data l'insegna,~poi, scelti nuovi 1508 VI, 19| Signori sì, - dicea, - datemi un asino,~un asino ferrato 1509 XI, 1 | basta un quarto di montone,~datene due, date del grasso bue,~ 1510 VII, 14| gli chiesero i pedaggi~e i dazi della merce ne' suoi lunghi 1511 XII, 27| pio.~ ~Non dico io già che debbansi le cure~fuggir del mondo. 1512 VII, 13| gelosa ira e il coraggio~del debellato amante,~che intanto l'arme 1513 XII, 7 | perduta a ricercare.~ ~Conosco debitori, che non sono~Pipistrelli, 1514 XII, 24| soccorso e protezione~andavan debitrici.~Né povertà, né guerra, 1515 X, 16| lunga istoria~dei grandi decaduti.~- Che importa la memoria, -~ 1516 XII, 12| strilli un re vi par forse decente?~ ~Sopra quel naso lo sfacciato 1517 X, 2 | colpevole o meno, io non decido,~a morte condannato.~Per 1518 XII, 14| vuol tempo per chi sa ben decifrarla.~Ma voglio colla solita 1519 X | LIBRO DECIMO~ 1520 XI | LIBRO DECIMOPRIMO~ 1521 XII | LIBRO DECIMOSECONDO~ 1522 X, 2 | O noioso, va' via, declamatore! -~ancor grida il padrone, -~ 1523 II, 20| rendita,~dalla morte del padre decorribile,~da pagarsi alla madre in 1524 VIII, 3 | la Volpe~ ~Fatto vecchio, decrepito ed asmatico,~gottoso ed 1525 XII, 8 | popolo sorcino,~che vide decretato il suo destino.~ ~I vecchi 1526 XII, 8 | dea pagar tributo.~ ~Con decreti solenni e indiscutibili~ 1527 XII, 8 | infin si vuole~vedere del decreto le parole.~ ~Vanno dunque 1528 II, 8 | qualche conciliazione,~allora decretò:~ ~che l'Aquila facesse 1529 VIII, 4 | e tanto ardito~sarò di dedicar queste sottili~e care inezie 1530 XII, 15| Signora, in queste~mie carte dedicare,~un Tempio su quell'arte 1531 XII, 15| scritto sull'arco: “Palazzo dedicato~ad Iride celeste”.~Iride, 1532 VIII, 19| tormenta~e con omaggi e dedichestrane,~che son meno 1533 IX, 13| naso del gran dio~e il fumo dedicò che ne saliva.~- O babbo 1534 XII, 21| armati fronte a fronte~per definir l'ingrata grande querela, 1535 IX, 19| gioia dell'armento,~di poema degnissimo e di storia.~ ~Quindi il 1536 III, 16| le gioie noi dobbiam più delicate.~E ciò premesso,~udite il 1537 II, 1 | Ah disgraziati i troppo delicati~per cui cibo non v'è che 1538 XII, 1 | in fraterne stragi l'uom deliro~insanguina la mano,~e Lupo 1539 XI, 7 | virtù non vale,~ché sui delitti nostri è la potenza~degl' 1540 XI, 7 | impronta~a far seguire anche il delitto all'onta.~Richiamate i carnefici, 1541 X, 12| gentil~passerino formava la delizia~del suo divertimento giovanil.~ ~ 1542 IV, 17| Ognun si chiama amico, ma demente~è chi sopra un tal nome 1543 XII, 27| specchia, e la poltiglia è densa~nube che appanna del cristallo 1544 XI, 7 | sui monti fuggiamo~e nelle dense selve~tra men feroci belve,~ 1545 IX, 1 | sulla scena e ne traggo un denso coro,~fior di bricconi, 1546 VIII, 2 | Il nabab non facea che deplorare~e querelarsi in collera 1547 IV, 22| il nido appresta,~l'ova depone e cova e tragge i piccoli~ 1548 X, 5 | remota,~dove il fardel depongono prezioso.~Passato un mese 1549 IX, 1 | I - Il Depositario infedele~Vostra mercè, della 1550 XI, 7 | come da voi s'insegna,~a depredar stendessero le mani,~avrian 1551 X, 15| magistrati e cortigiani~e deputati e gente pronta a tutto~cose 1552 VIII, 14| ruggine in petto il Cervo derelitto,~era nel suo diritto.~ ~ 1553 X, 15| timo odoroso che profuma il desco.~ ~Tutta la banda fugge 1554 XI, 3 | di colui che d'Apol l'ira descrisse,~quando tutto l'esercito 1555 VIII, 16| fu con odio e tetro~color descritta, come cosa indegna~d'uomo 1556 II, 13| ascosa Idea?~Avrebbe Iddio descritto nei chiari astri del cielo~ 1557 XI, 7 | che da Marco Aurelio si descrive~d'un rustico villan che 1558 VIII, 26| pretende~i cieli misurar, descriver fondo~a tutto l'universo 1559 XII, 4 | su per le bricche più deserte~in cerca di fortuna.~In 1560 IX, 1 | Libia e Senegallo~per i deserti.~ ~- Udite, - un narrava, -~ 1561 VII, 7 | schietto deve mai parere~chi desidera ai Grandi di piacere.~È 1562 VIII, 10| libro che per voi trascrivo.~Desiderando un vedere un vivo~lasciò 1563 VII, 6 | l'animo vi frulla,~un bel desiderar non costa nulla -.~ ~I suoi 1564 X, 3 | tana stanca ormai di vivere~desiderò d'uscire e andare in volta.~ ~ 1565 XI, 8 | fece per pia memoria~sul desolato tumulo~questa morale istoria.~ ~ ~ 1566 | dessa 1567 | desse 1568 | dessi 1569 VI, 20| richiede,~e la Discordia lesta,~destando incendio dove son scintille,~ 1570 XII, 9 | famose e grandi imprese~desteran più d'un Omero.~Il tuo core 1571 IX, 14| disputa è un tabacco che tien desti.~Mormoravan del prossimo,~ 1572 X, 10| veggo io mai? sogno o son desto?~Tu grande, tu ministro? 1573 XII, 3 | Madonna Bertuccina molto destra~avria fatto volar dalla 1574 II, 20| eunuchi, belle schiave abili e destre~in ricamar, in pettinar 1575 IV, 12| per aiuto in seguito~il Destriero e il Cammello. E vanno. 1576 VIII, 14| corpi e una man che fa, che detta,~come se l'uom (lo dicono 1577 III, 1 | rispose il vecchio, e dette quattro facezie e rese,~ 1578 XI, 7 | coscritti, udite.~Invoco ai detti miei~propizi prima gl'immortali 1579 VIII, 22| nel fosco uscìa per far le devozioni,~che ogni buon gatto fa 1580 IV, 6 | qualche cimiero o piuma o diadema.~ ~Se pei crepi passò la 1581 VII, 11| rozza~camicia, che in antico dialetto~si chiama cataletto,~veste 1582 XII, 9 | sentimento e tal e quale~dialogo e morale.~ ~ ~ 1583 V, 16| ferro duro, è bronzo, è diamante.~ ~ ~ 1584 IV, 4 | strega.~ ~- Anche fosse il diavol colla coda, -~dice il Baron, - 1585 X, 10| Ambizïon, Amor, ecco i diavoli~che fan del viver nostro 1586 XI, 6 | affascinar e spesso crede~ ~nel dïavolo stesso che lo tenta.~ ~ ~ 1587 XII, 27| degli imbarazzi~in cui si dibattea l'uom della legge.~Nessun 1588 XII, 15| Gazzella poveretta~invano dibattevasi in una rete stretta.~Ai 1589 X, 5 | nasconderlo pensa in un cantone,~dicendone a un compare la ragione:~ ~- 1590 I, 7 | babbione per suo conto~si dichiara arcicontento~senza tema 1591 X, 2 | legge”.~Ma lascia ch'io dichiari coll'estreme~parole mie, 1592 XII, 26| del furbo Ulisse e quale~Didone innanzi al grande traditore.~ ~ ~ 1593 XII, 14| perduta la pazienza,~gli die tal colpo che gli spense 1594 X, 14| cinse che il popolo gli diè.~ ~Una fortuna cieca cieco 1595 V, 1 | Signor, norma e misura~diedi il vostro gentil senso del 1596 IV, 12| più libero e più pronto~difendervi, se mai ne assalti alcuna~ 1597 X, 9 | guerra. I punti deboli~arma, difendi, e il mio Muflàr imita~che 1598 VIII, 22| e nelle zampe mie pronte difese~contro i nemici in ogni 1599 XII, 8 | sulle parolone~e a decifrar difficili contrasti~è cosa che vi 1600 VIII, 22| un alleato~con quel far diffidente e disgustato.~A te, dopo 1601 XI, 7 | vizi e di mollezza il culto~diffondono tra i popoli germani,~o 1602 VIII, 14| grosse le sballate loro~digeriran le vostre bombe d'oro.~ ~ ~ 1603 VI, 21| che conviene~lasciar che digerisca il suo dolore.~ ~Dopo un 1604 XII, 6 | lasciarono al Cervo che la via,~o digiunar, oppur morir di fame.~ ~ 1605 VII, 17| a lei, non men di questa~dignitosa,~alla proterva~fosse imposto 1606 XII, 25| salta quell'altro tosto in diligenza,~e corre dove sa che si 1607 VII, 7 | confidenziale:~- E tu che senti? dillo schiettamente -.~ ~La Volpe 1608 XII, 1 | Che se non credi ancora,~dimandalo a quest'orsa che mi adora.~ 1609 II, 1 | vostri mal torniti versi,~che dimandan l'incudine e la lima -.~ ~ 1610 VII, 3 | pellegrini~di popoli vicini~a dimandârgli un poco d'elemosina.~Narraron 1611 II, 9 | stessa e l'aria spazza,~dimenando la coda, e si flagella~al 1612 XII, 15| amici il Topo:~- Gazzella ci dimentica, dov'è?~Noi siam soltanto 1613 IV, 13| sconta.~ ~Saggio chi sa dimenticar l'offesa.~È la vendetta 1614 X, 12| gli favella il Re, -~dimentichiam, che ormai non vale il piangere~ 1615 VI, 6 | stessa? -.~La Scimmia fu dimessa,~e da quel giorno venne 1616 III, 7 | sian cose false o vere,~- Dimmi, - esclama, - e non porti 1617 X, 1 | primitivi.~Ma gli animali, che dimoran ivi,~son ingegnosi, e sanno~ 1618 IX, 10| predicò nel padellino.~ ~Già dimostrai quanto sia sciocca impresa~ 1619 VI, 6 | e da quel giorno venne dimostrato~che non è d'ogni sorta di 1620 XI, 7 | per la man di schiavi vi dimostri~la sua vendetta e l'ira?~ 1621 X, 15| degli altri cani tutti del dintorno~urlar, gridar e morderlo~ 1622 II, 1 | fianchi~l'astuto Ulisse e Diomede il forte,~Aiace ed altri 1623 I, 11| ispeglio~ogni nostro difetto si dipinge.~E il libro delle Massime, 1624 IV, 18| vane iperboli~amor, ma per dipingere soltanto delle cose~presenti 1625 XII, 17| mi dovresti~a buon conto dipingerne il ritratto.~- Sol ch'io 1626 XII, 5 | Topolino.~ ~Che devo dir? dipingerò di femmina~crudele il lusinghier 1627 VIII, 16| si scaglia, e sfonda la dipinta tela...~Ahimè! nel muro 1628 XII, 15| Olimpo, la vostra Apoteosi.~ ~Dipinti andrìan dei fasti di vostra 1629 XI, 1 | chiamò~navigato nell'arti diplomatiche,~e a lui vecchio Volpone~ 1630 VII, 16| che giustizia~chiedon a un diplomatico congresso.~ ~ ~ 1631 I, 7 | fatto~non vi sembra che a un dipresso~anche noi facciam lo stesso?~ 1632 XII, 18| pagare -.~ ~E mantenne il suo dir. Splendea la luna~lucida 1633 VII, 5 | intanto il suo bel tempo,~e diradar la schiera degli amanti.~ 1634 V, 19| Leon scendere in guerra,~dirama un bando a tutti gli animali,~ 1635 XII, 1 | voi li consultate, a voi diranno~qual senso ascoso si rimpiatti 1636 IX, 16| ch'egli raduna.~ ~Che poi direm della fortuna strana~che 1637 V, 17| ancor ch'io recito~mira diritta a non diverso scopo.~ ~Vivea 1638 VI, 1 | parole il succo stringono~e diritti camminano allo scopo.~Fedro 1639 V, 6 | lampa e senza indugio~si dirizzava verso lo stambugio,~dove 1640 VIII, 11| a una sciagura -.~ ~Sai dirmi qual dei due, lettor discreto,~ 1641 I, 7 | materiale bestïone,~così rozzo e disadatto,~che i pittori si rifiutano~ 1642 III, 16| cercasse d'affogare,~io disapprovo sempre quella gente~che 1643 IV, 1 | acconsentì;~ma un leone disarmato~è un castello che si arrende.~ 1644 VII, 6 | pia Mediocrità, torna e discaccia~quest'Abbondanza che avvelena 1645 VI, 20| tutti per cagion di un pomo.~Discacciata dal ciel, scese nel regno~ 1646 II, 4 | Vedrai che il toro vinto e discacciato, -~rispose ella al compagno, -~ 1647 X, 1 | accumulati,~e che un oggetto, ove discenda e tocchi~un'idea, l'altre 1648 VIII, 20| furore tra il baleno~e il discender delle botte~deh! lasciate 1649 XI, 6 | e che nell'altra secchia discendesse?~Due giorni stette dentro 1650 III, 7 | mie non manca mai.~ ~Un discepol di Bacco, per il vizio~di 1651 III, 1 | Orazio eredi abili e destri,~discepoli d'Apolline, a noi di stil 1652 V, 8 | spaccia a lui per dotto~discepolo d'Ippocrate,~che sa guarire 1653 IV, 3 | che pare;~che con egual discernimento e festa~dei re volate e 1654 XII, 21| E allora~perché tu sei discesa oggi fra noi, signora?~- 1655 XI, 6 | credette al Suo buon cuore,~discese e col suo peso, tu comprendi,~ 1656 III, 1 | quanto,~avendo della vita disceso ogni gradino,~solvetemi 1657 V, 8 | denti e le mascelle gli dischioda.~ ~Il Lupo nel partir disse 1658 IX, 12| stolta,~fu dalla brace subito disciolta.~ ~ ~ 1659 VII, 18| non so qual mostro~nel bel disco lunar. Io non vi dico~le 1660 X, 1 | troverete che il pensier discopre~spesso come in rinchiuso 1661 VIII, 26| nelle contese~conciliar le discordie, oggi in se stesso~rinchiuso 1662 VIII, 26| come lui popolati. E ancor discorre~d'atomi erranti, poveri 1663 VIII, 14| disse, “e vo tra i santi~a discorrere santa in paradiso.~Dunque 1664 XII, 11| scambiam quattro parole.~ ~Discorriamo, rompiam questa tetraggine,~ 1665 IV, 7 | forse di lui più belli,~che discorron di tutto ad occhi chiusi~ 1666 VIII, 25| sospinto dal vento, se ne giva~discostandosi sempre dalla riva.~ ~- Amico, - 1667 IX, 5 | guastar le teste,~rubava con discreta abilità~a un povero vicino~ 1668 V, 1 | l'indocile poeta.~Anch'io discrete amo le Grazie. Esopo~apre 1669 I, 7 | del vicino,~e per essere discreti~fa l'istesso panegirico~ 1670 VI, 19| mettesse la bestia atta a discutere.~Che se mancasse all'obbligo 1671 VI, 7 | storia.~Il Mulo la paga disdegna d'un medico~mirando più 1672 V, 5 | Piena di rabbia quindi e di disdegno,~non volendo esser sola 1673 IV, 18| tra di loro~a lor danno e disdoro.~ ~Al chiasso ch'essi fanno, 1674 IV, 20| sospettò~dov'era il morto e lo diseppellì.~Quando venne il vecchione 1675 XII, 27| trafitta e titubante~per dover disertar contro gli assalti~il campo, 1676 IV, 18| risero, quando il fascio disfatto,~il Vecchio prese a rompere 1677 XII, 15| fitto...~e il cacciator disfoga la sua rabbia~sulla lenta 1678 II, 9 | mordendo la sabbia.~L'insetto, disfogata la sua rabbia,~come suonò 1679 V, 6 | abbandonate~dormivan le due donne disgraziate.~ ~L'una si stira e ricomincia 1680 VIII, 2 | troppe,~in cui tu devi andar disoccupato,~l'una fa buio all'altra; 1681 VIII, 7 | e di fuori.~Se alcun men disonesto e men briccone~vuol salvarsi 1682 XII, 24| fine~col nome lor non reca disonore),~quest'umide regine~osaron 1683 VIII, 26| sa più spiace.~Messi in disparte i frivoli argomenti,~cominciaron 1684 I, 14| sconosciuti alla carlona,~da fare disperar anche un poeta.~Or che pensa 1685 VIII, 19| fanno i conti addosso ai disperati!~ ~Utile invece è chi vi 1686 II, 20| imbarazzati~gettan la toga per disperazione,~consigliando a ciascuna 1687 VII, 10| La sua fortuna in terra dispersa contemplò.~Tornata a casa, 1688 VII, 9 | mezzo a una battaglia~i dispersi soldati alla vittoria.~ ~- 1689 XII, 1 | orsa che mi adora.~Se ti dispiace, va',~lascia ch'io goda 1690 II, 20| che al mio lettor non deve dispiacere.~ ~Un certo uomo di Grecia~ 1691 II, 17| che sol pavoneggiandosi, dispiega~una codasplendida, ch' 1692 VI, 9 | Mentre le corna i bei rami dispiegano~come una selva, ahimè!~i 1693 XII, 12| un di stima.~Ma per non dispiegar oggi ai profani~l'intime 1694 XII, 16| Perché colui la sfronda e la dispoglia,~non dando ai rami teneri 1695 IX, 13| che lo pigliano in mezzo e dispogliato~lo lascian mezzo ignudo.~ 1696 IX, 14| finîr il lungo gioco.~ ~Chi dispone di troppi espedienti~perde 1697 X, 7 | padre Giove volle ed ha disposto~che sian due grandi tavole 1698 III, 16| meno che niente”.~Questo dispregio per il debol sesso~dirò, 1699 XII, 26| non men che bella,~Amor disprezza ed i potenti strali,~e fiera 1700 VI, 9 | poche genti insane,~che disprezzan ciò che giova~per amor di 1701 III, 16| ché a queste donne tanto disprezzate~le gioie noi dobbiam più 1702 XI, 5 | passeggiando su e giù per la città,~disprezzavano il merito degli altri.~ ~ 1703 V, 12| accanto al letto~fra di loro disputavano:~- Malattia pericolosa, -~ 1704 X, 6 | carattere di fiera.~ ~- Ognun, - diss'egli, - ognuno mi vuol male,~ 1705 VI, 3 | Vento~il gioco al Sol, che dissipa in un tratto~le nebbie e 1706 V, 9 | ché, il campo lavorato e dissodato,~trasser sì gran raccolto 1707 VIII, 22| il Topo,~che stava a una distanza rispettosa.~- Fratel, o 1708 VII, 18| colla man ne misuro e lo distendo~per l'infinita via che lo 1709 XII, 23| Volpe, stanca e rotta, si distese~in mezzo ai morti, come 1710 X, 1 | che un istinto.~Per me, distillerei qualche sottile~sostanza, 1711 X, 1 | il vostro~cuore assai ben distinguere sapete,~e non vi allaccia 1712 V, 18| Io no.~ ~- Or temo, se distinguerli non sai,~che tu ne faccia 1713 XI, 5 | gli asini,~ma fra le più distinte intelligenze,~che non contenti 1714 II, 5 | forman degli uccelli il distintivo?~Son Topo, evviva i topi,~ 1715 X, 1 | sento un poter dal corpo mio distinto~che se stesso comprende, 1716 VIII, 4 | parola~molcere i cuori e distornare il colpo,~a voi consacrerò 1717 VIII, 4 | comune pericolo. La gente,~distratta il lasciò dir fin che gli 1718 VII, 10| vegliando, e siam tutti distratti~dai sogni che riempiono 1719 IX, 4 | Il Creator, io credo, era distratto~e prese un qui pro quo,~ 1720 II, 3 | visto, anzi si dice~che a distrigare il bandolo,~la Bertuccia 1721 IX, 5 | schianta~i rami della pianta,~distruggendo coi fiori la speranza.~Allor 1722 X, 2 | altri inventi.~I giorni miei distruggere tu puoi,~perché così conviene~ 1723 VIII, 20| che tutta~questa gente sia distrutta~in eterno -.~Ma il comando 1724 IV, 4 | felicità~da una Lepre fu tanto disturbata,~che il nostro galantuomo 1725 I, 9 | sul più bello il pranzo disturbò.~ ~Voglio dir che alla porta~ 1726 IV, 18| conobbero, ma tardi,~di questi disuniti e ben legati dardi.~ ~ ~ 1727 XII, 15| Rode la cordicella ancora e disviluppa~il Topo il sacco, e libera 1728 VII, 18| valore brillò, cerca comporre~diuturne contese e coll'olivo~benedire 1729 V, 7 | Senza tappeto, tavola e divano,~in fondo a una selvatica~ 1730 III, 6 | madri) essa prepara,~perché divelto andrà dalle radici~il tronco 1731 XII, 1 | ai beni che acquistai nel divenire~Leon con ugne e denti,~che 1732 IX, 6 | o Pigmalion, siccome~tu divenissi adorator di quella,~che 1733 XII, 8 | momento le bestie ribelli~divennero cugini, anzi fratelli.~ ~ 1734 III, 13| ch'eran Lupi piccini, ecco diventano~Lupi grossi, di sangue e 1735 XII, 12| ciò ch'egli fu non può diventar poi?~Secondo quel che predica 1736 XI, 5 | essere Eccellenze~vorrebber diventare Maestà.~E ne direi di più, 1737 VII, 12| giova.~ ~E quando pur tu diventassi il papa~di Santa Chiesa, 1738 XI, 1 | finché il Leon fu grosso diventato.~Un giorno a un tratto romba~ 1739 V, 21| pelle del Leone,~il terror divenuto era del mondo.~ ~Ma gli 1740 XII, 3 | mentre egli era fuori, divertivasi~a gettare nel mar delle 1741 VII, 18| per l'infinita via che lo divide~dall'umil Terra. Il contadin 1742 VII, 8 | aggiustare le selvagge imprese!~ ~Dividi i tristi ed avrà pace il 1743 XII, 1 | Lupo di se stesso anche diviene.~Tutto sommato adunque il 1744 II, 20| il vecchio rese,~fra lor divise in eque parti il suo,~colle 1745 II, 20| che, fatta questa bella divisione,~senza tentare il gioco 1746 II, 20| gobbetto,~in base alle suddette divisioni,~ad ogni figlia volle, e 1747 XII, 3 | Solo, chiuso, dagli uomini diviso,~ei tutto il tempo suo solea 1748 XI, 3 | a cento~in una notte il divo arco d'argento!~ ~Tal intorno 1749 X, 1 | ai topi~che non potrebber divorare un manzo,~e pieni d'appetito 1750 X, 9 | se viene il lupo e tenta divorarlo,~non sa dove pigliarlo.~ ~ ~ 1751 VIII, 27| ben di Dio con torvi occhi divori,~fino a quando dovrò co' 1752 VII, 2 | e il buono, ahimè! fanno divorzio~sovente e tanto rare~sono 1753 VII, 12| che sento~che Fortuna ha divoti santuari~verso Calcutta, 1754 IX, 13| soltanto tu chiedi a un buon divoto.~Noi siamo in pace e soddisfatto 1755 III, 16| disprezzate~le gioie noi dobbiam più delicate.~E ciò premesso,~ 1756 VIII, 10| cacciatore,~uccide lepri, e docil servitore~caccia dal volto, 1757 IV, 3 | poi di gel, di fame e in doglie.~ ~Tranquilla in casa mia~ 1758 VI, 21| Altri mi chiama~a cantar la dolcissima di Psiche~e mestissima storia 1759 VIII, 18| rincrebbe~al nostro greco, e sen dolea, dicendo~di non poterne 1760 III, 1 | avanti,~per quanto se ne dolga l'asino in suo latino,~che 1761 I, 16| stanco,~andava trascinando il doloroso fianco~verso la sua capanna.~ 1762 VIII, 2 | mio compar Crispino, -~gli domandò, - non mi sapreste dire~ 1763 XI, 2 | io forte insegnerò~come domar si può~le sue passioni e 1764 III, 4 | piglian coraggio, si fanno domestiche,~e c'è qualche ardita, che 1765 XII, 5 | canterò d'un re, che vince e domina~della Fortuna anche il capriccio 1766 IX, 4 | La Ghianda e la Zucca~ ~Domineddio fa ben quel ch'Egli fa.~ 1767 X, 10| d'Amor, distende~ampio il dominio, e dell'Amor fin anco,~come 1768 I, 14| che il potente all'arte dona~a gloria sua ritorna.~Già 1769 IX, 5 | primavera risplendea dei doni~di Flora più superbi il 1770 IV, 16| nocciole,~vedrà se Lupi siam da donnicciuole! -~In questa un can, che 1771 VIII, 3 | mal si rende poi~a quattro doppi. In Corte~non si perdona 1772 IV, 12| quanti figlioli a me le doppie~han generato, e già, guardate, 1773 IV, 20| una pentola ripiena~di bei doppioni ed il suo cor con loro;~ 1774 III, 8 | son di belle,~magnifiche e dorate,~e ve ne son di brutte e 1775 XI, 1 | fiato sprecato.~Il Sultano dormì sul suo pericolo~e dormirono 1776 XI, 4 | mia vita e all'ombra non dormirò di fino~e ricco baldacchino,~ 1777 XI, 1 | dormì sul suo pericolo~e dormirono i suoi, bestie e non bestie,~ 1778 XI, 3 | mentre il padron dormia,~e dormivano in casa i servi, il cane,~ 1779 IV, 22| Padron: - O che gli amici dormono~anche a quest'ora? la mi 1780 IV, 7 | bel tomo~avea prestato il dorso,~me lo tuffò nel mar e il 1781 IV, 18| sovente~per ambizion la dose;~se allargo io qualche volta, 1782 VII, 18| tu pensi esser montagne, dossi,~che gettan ombre e fan 1783 III, 8 | osserva un gran via vai di dottoroni,~- No, no, - dice, - alla 1784 VIII, 16| arti trafitto,~che salvarlo dovean dal suo destino.~ ~ ~ 1785 XII, 1 | costa~che tu sia così tristo doventato.~Tu fosti valentuomo un' 1786 X, 8 | faceva sperar, oltre ai doveri~ed ai riguardi d'ospitalità.~ ~ 1787 XII, 13| che una Volpe come lei~dovessero le Mosche anche mangiarla!~ ~- 1788 VII | perverso.~ ~Solo da voi dovrà qualunque in Francia~tiene 1789 V, 16| di me mangi un granello,~dovrai sul ferro consumare il dente.~ 1790 VIII, 12| te davante~che insegnarti dovrebber la maniera~di viver bene 1791 VII | un altare~egli è degno e dovrìan tutti i mortali~a tanto 1792 VI, 12| mattina,~figuratevi voi mezza dozzina!~L'unico bel guadagno~sarà 1793 VII, 10| ritrar qualche denaro~e sei dozzine d'ova comprare agevolmente.~ 1794 VII, 14| lauti prezzi e pronti,~le droghe, la cannella e in poche 1795 VI, 2 | perduto un suo diletto cane.~Dubitando ch'ei fosse ito diritto~ 1796 X, 10| da invidie,~del cuore a dubitar non che del merito~di questo 1797 XII, 3 | qualche dispetto,~prese un ducato nuovo dal sacchetto,~e quindi 1798 X, 1 | quale comando arbitro e duce.~Or se voi mi chiedete, 1799 X, 15| Amico mio, di cento e di duecento~esempi ancor potrei~confortar 1800 I, 5 | dargli morte~provocandolo in duello.~Ma vedendolo un po' forte,~ 1801 V, 3 | contratto:~mentre occorron dugento pari miei~a riempire un 1802 XII, 16| al mondo c'è che non si duoli,~vedendo i dolci rami in 1803 IX, 1 | scritto, che dovrebbe eterno~durare e ancor di più, se non assurdo~ 1804 IV, 18| accordo, vinsero,~ma non duraro un pezzo.~Ché tosto l'avarizia, 1805 IV, 1 | temer forse potria~delle dure tue carezze,~de' tuoi baci 1806 | ebbi 1807 VI, 19| E gli disse: - Dottore eccellentissimo,~ho nelle stalle un asinel 1808 XI, 5 | che non contenti d'essere Eccellenze~vorrebber diventare Maestà.~ 1809 I, 14| do ragione,~che la lode eccessiva mai non è~per tre classi 1810 X, 11| fanno il nesci a questo eccitamento.~Ebbe un bel predicar Tirsi, 1811 III, 18| forse poco a lui.~ ~Per eccitarli finse il maledetto~d'essere 1812 | Eccola 1813 II, 5 | momenti me lo sbrana.~ ~- Eccome! - dice, - ed osa dopo tanti~ 1814 | Eccomi 1815 X, 13| mali,~guardate indietro, ad Ècuba pensate,~e il cielo ringraziate.~ ~ ~ 1816 IX, 12| vincer del tempo il dente edace,~e come il pazzo Empédocle 1817 X, 1 | rive dei torrenti.~Questi edifici, in cui si alterna il legno~ 1818 VI, 16| Cavallo,~ch'era alquanto egoista di natura,~e mentre l'un 1819 IV, 3 | alla figlia dell'aria osi eguagliarsi?~ ~Io frequento i palagi 1820 IX, 12| del ciel riempiono i soavi~elaborati favi.~E poi che da mangiar 1821 XII, 21| lassù della gran guerra~che Elefantide al regno Rinoceresco intenta,~ 1822 VI, 20| occorrenza~le consigliò di eleggere~in qualche luogo stabil 1823 X, 15| Natura~in ogni creatura~un elemento rozzo, in cui lo spirito~ 1824 VII, 3 | a dimandârgli un poco d'elemosina.~Narraron come fossero in 1825 VII, 13| d'una~dalle lucide penne Elena bella.~ ~Il vinto sparve 1826 VI, 6 | parve tanto bello,~che la elessero a capo sul momento.~Ciascun 1827 V, 16| opere belle e gli uomini più eletti.~Mordete, poco è il danno~ 1828 IX, 7 | membra, in alto~l'uno si eleva col valor dell'ali~e l'altro 1829 X, 1 | questi animali industri~elevano l'inverno, e ponti fanno~ 1830 I, 14| Già fu l'Olimpo amico all'Elicona.~ ~ ~ 1831 VI, 5 | iroso,~aveva in testa un elmo rosso e vivo,~e tratto tratto 1832 II, 9 | colpa d'un assillo.~ ~Quell'embrion di mosca, come dico,~le 1833 III, 8 | sul corpo ad un prelato eminentissimo~come se fosse un letto di 1834 VI, 20| Roba-data-e-tolta.~ ~Scelse il nostro emisfer per sua dimora,~ché l'altro, 1835 VII, 12| cerco altro ciel, altro emisfero.~Qui spero di dormir fino 1836 VIII, 23| precipitando al basso,~empìa del suo fracasso~le rive 1837 X, 13| povera bestia iva mugghiando,~empiendo l'aria e il bosco~di compassione.~ 1838 XII, 23| impiccata,~di tale abbaiamento empion le nuvole~che il padrone 1839 VII, 1 | spavento~capace, se va bene,~d'empire i cimiteri in un momento,~ 1840 VIII, 3 | ecco arrivare i medici,~empirici, specifici,~flebotomi, anatomici,~ 1841 VIII, 5 | valletto.~Passò quel tempo, Enea, che usavano le mani~menar 1842 XI, 7 | naso sgangherato,~le labbra enfiate e addosso un zimarrone~di 1843 III, 10| quadro era dipinto~un Leon enorme e forte,~preso e vinto~da 1844 VIII, 18| diversi e schietti~discorsi entrando, gli mostrò che nulla~diffidenza 1845 IV, 15| core -.~ ~Credea così d'entrar subitamente,~ma l'altra 1846 VI, 8 | tenera,~lasciò che l'Asino~entrasse e pascolasse.~E l'Asino 1847 VII, 16| proprio in quel momento~ch'entrava nell'oscuro appartamento,~ 1848 IX, 3 | annuncia i suoi miracoli.~- Entrin, signori, e vedano che smorfie!~ 1849 III, 15| sovvieni?~che lasciasti i lidi eolici~per venir sdegnosa qui.~ ~ 1850 Dedica | vittorie,~altri canti con voce epica e grande~degli avi i fasti 1851 II, 1 | addice~di scrivere in codesto epico stile -.~ ~Ebbene, se volete 1852 | Eppur 1853 VIII, 2 | suo vicin di contro, un epulone~grande Banchiere ed imbottito 1854 II, 20| rese,~fra lor divise in eque parti il suo,~colle norme 1855 | erasi 1856 II, 19| Messer di lauro e d'altre erbette,~e di ragghiar coverto gli 1857 X, 16| consiglio~d'una fontana sull'erboso ciglio.~ ~Il Principe narrò 1858 I, 20| ignorante,~che uno scritto ereditò,~di buon cuor con un sonante~ 1859 IV, 19| Pagan, che puzzava un po' d'eretico,~e credeva agli dèi~forse 1860 | ero 1861 VIII, 26| E ancor discorre~d'atomi erranti, poveri fantasmi~del suo 1862 VII, 18| affidano, è comun~fonte d'errori; ma rimosso il velo,~che 1863 XII, 4 | senza strade e su per l'erte~rocce e su balze aeree,~ 1864 XI, 2 | soggiunse il biondo ed erudito Apollo.~Quel dio, che tiene 1865 III, 1 | Guarda se c'è giustizia, - esclaman tutte in coro, -~se c'è 1866 II, 1 | bagattelle da ragazzi, - esclamano~alcuni saggi critici, a 1867 V, 12| detto, non l'ho detto? -~esclamava dottor Nero, -~il malato 1868 V, 18| uccelli.~Se tu li vedi, esclami: “Ecco son quelli”.~In mente 1869 II, 1 | Achei,~allor che da Minerva escogitato~sorse un cavallo di gran 1870 VIII, 16| intriso.~Invan fu chiesto ad Esculapio il balsamo~che le ferite 1871 VI, 18| per tante ardue fatiche~eseguite nel tempo favoloso.~- Ercole, - 1872 VIII, 14| XIV - Esequie alla Leonessa~ ~Il giorno 1873 VII, 13| arme aguzza~e l'ali al volo esercita, ed aspetta~segretamente 1874 II, 13| questi cabalistici segni~esercitar gl'ingegni~di chi scrive 1875 VIII, 24| foresta~passava i giorni in esercizi sani,~ ~l'altro, che invece 1876 VIII, 19| babbeo millantatore~nell'esilio trovò, mentre il poeta~ricevette 1877 IX, 14| Chi dispone di troppi espedienti~perde il suo tempo in vani 1878 IX, 14| perde il suo tempo in vani esperimenti.~In tutte le occasioni~ne 1879 VII, 7 | Plutone.~ ~La Scimmia allor, esperta nel mestiero~di dar l'incenso, 1880 VII, 12| selvaggio è detto: “O di natura esperto,~statti a ca' tua”. Pel 1881 VII, 1 | una pena troppo blanda~per espiarorribile misfatto.~E 1882 VIII, 8 | ultimi d'India il Gange ad esplorare,~e che vuolsi finito in 1883 XII, 15| dagli sguardi dell'uomo esploratore;~ma fruga l'uomo in fondo~ 1884 X, 16| un Principe, un Pastore,~esploratori di novelli mondi,~sospinti 1885 V, 5 | nell'assemblea~delle Volpi esponeva questa idea:~ ~- Che mai 1886 VII, 9 | erta, sassosa~e tortuosa, esposta a pieno sole,~sei robusti 1887 XII, 23| lasciate che l'onor, la gloria esprima~di quella terra che nel 1888 XII, 9 | Ardua impresa a quei che esprime~coll'impaccio delle rime~ 1889 XI, 9 | animali miei~innanzi al cielo esprimono~colla rozza favella di natura.~ 1890 | Essendo 1891 | essergli 1892 | esserti 1893 X, 3 | piè de' riguardanti ancora estatici~rovinò, si spezzò, non fiatò 1894 IX, 6 | egli ne prende,~che quasi esterrefatto~teme di ciò che ha fatto.~ ~ 1895 XI, 9 | gente.~Come vuoi che ognuno estimi~egualmente~tutto ciò che 1896 VII, 18| nel tempo, ancor il Senso estimo~che sia netto e fedel specchio 1897 XII, 2 | amicizia.~Non voglio che un estraneo~venga a strozzar il mio 1898 VI, 21| chiamerò, se questa~fia l'estrema fatica, a cui soggetto~mi 1899 IX, 13| promesse~che nei perigli estremi al Cielo fa,~avrian gli 1900 XII, 9 | corre dietro di natura all'estro.~ ~Che vale contraffare 1901 XII, 12| grandi in questa nostra~umile etade, ed è sol grato il mondo~ 1902 XI, 2 | grande~schiamazzare per l'etere si spande.~- A me l'onor, - 1903 II, 20| cosucce rare di galanteria,~eunuchi, belle schiave abili e destre~ 1904 II, 1 | Pensa ad Alcindo la gelosa Eurilla,~e di sue pene testimonio 1905 IX, 1 | moscerino.~A sentirlo, l'Europa era percorsa~da centomila 1906 VIII, 4 | più spente,~anche i morti evocò, gridò, tuonò,~nessun si 1907 II, 5 | il distintivo?~Son Topo, evviva i topi,~e morte al gatto, 1908 IX, 4 | piede,~- Che mai pensò nel fabbricarla Iddio? -~disse in suo cor. - 1909 IX, 1 | viaggiatori.~ ~Un di costoro,~fabbricator d'iperboli, ogni cosa~vedea 1910 IV, 17| Parole di Socrate~ ~Socrate fabbricava una casetta~e ognun voleva 1911 VII | l'ingegno~se sol per voi fabbricherò miei templi.~ ~ ~ 1912 VII, 10| è nessun che in aria non fabbrichi un castello;~o don Chisciotti, 1913 XI, 6 | È un formaggio che Fauno fabbricò:~ ~un formaggio divino ed 1914 VII, 9 | Così fanno quei certi faccendoni,~che nelle imprese sembran 1915 | facciano 1916 VI, 3 | le nebbie e mostra il suo faccion lucente,~e tanto scalda 1917 | faceste 1918 X, 1 | signora de La Sablière)~ ~A me facil saría tesser di lodi~un 1919 VI, 4 | che Giove gli lasciasse facoltà~di fare a suo capriccio 1920 III, 15| il deserto, i sassi, i faggi,~non son fatti per un'anima~ 1921 IX, 4 | grossa quercia o di quel faggio.~Tal albero, tal frutto, 1922 IV, 4 | Addio porri, cicorie, addio fagioli,~che fate la minestra così 1923 IX, 5 | e tanto predicò quel don Fagiuolo,~ch'ebbero i cento la comodità~ 1924 V, 4 | capre e capretti~a far fagotto furono costretti~ed a cercar 1925 IX, 2 | sarai lunge e sul mare,~falchi soltanto ed orridi~sparvieri 1926 II, 17| qualche qualità:~è leggier il falcon, l'aquila fiera,~a chi gran 1927 VIII, 21| cotti allo spiedo~tanti falconi~quant'io vedo capponi o 1928 XII, 12| quest'altra maniera.~Un falconier che preso aveva in caccia~ 1929 XII, 12| il non plus ultra per un falconiere,~e capita di rado di vedere.~ ~ 1930 XII, 12| maggior fu sempre ed è~dei falconieri sciocchi, che dei re~pietosi 1931 VIII, 25| non c'è cosa impossibile e fallace.~Castelli in aria crea,~ 1932 VI, 15| il male,~ciò non scusa i falli tuoi.~ ~Tratta allo specchio, 1933 VI, 4 | intorno ai patti,~quasi fallìa l'impresa.~ ~Un tale finalmente~ 1934 XII, 7 | che dal volgo si chiama fallimento.~ ~Ma il mio terzetto non 1935 VIII, 25| È un buon boccone senza fallo.~ ~Ma pigliarlo, barbin, 1936 V, 18| figli tuoi,~me li presenti o fammene il ritratto.~ ~- Davver? 1937 | fammi 1938 III, 1 | dell'agnellino.~Monta il fanciul sull'asino e vanno oltre 1939 VII, 15| solita ventura.~ ~Donne, fanciulle e conti e servi e serve,~ 1940 XI, 2 | Di nulla sente amor la fanciullezza,~ma dié sublimi prove~dell' 1941 XII, 14| compagnia~della Follia.~Aveva il fanciullino in quell'età~aperti gli 1942 X, 4 | son le prove?~E se non è fandonia~come salvarsi e dove?~ ~- 1943 XII, 25| voglia o faccia, -~rispose il fanfarone, -~da sol non posso cacciar 1944 I, 2 | dell'adulator paga le spese.~Fanne tuo pro' che forse~la mia 1945 X, 1 | ignoti.~Scherzi, dottrina, fantasie, nonnulla,~tutto scende 1946 III, 7 | io morto davver? chi sei, fantasima?~- Io son la cuciniera dell' 1947 III, 7 | consorte,~adagio, come vanno le fantasime,~a servirgli una broda nera 1948 V, 10| da lontano,~diceva: - Il fantolino~una città sarà come Milano -.~ 1949 VII, 16| i Topi del paese~che la faran sgombrar ed a sue spese.~ ~- 1950 IX, 17| fossi nata, giuro,~che le farei saltare -.~Non se lo fe' 1951 | farete 1952 XII, 14| mistero:~mistero i dardi, la faretra, il foco,~e dell'infanzia 1953 X, 1 | nata a crear l'angelica farfalla,~un divino tesor che Dio 1954 | farti 1955 I, 16| il Boscaiolo~ ~Sotto un fastel di legna, non men che sotto 1956 III, 8 | sicura come in duomo,~senza fastidi e senza~dottori che le intimin 1957 XI, 1 | lasciate crescere il potente,~fatelo amico - e questa è la morale.~ ~ ~ 1958 | fatemi 1959 V, 9 | i suoi Figli~ ~Lavorate, faticate,~un tesoro~immancabile è 1960 XII, 21| degna,~per avviar la storia, fattasi un poco avante~- Il nostro 1961 | fatte 1962 I, 14| con tal copia di storie e fatterelli,~che il loro panegirico~ 1963 XII, 23| rispose alla chiamata.~E fattili tacer guarda e non vede~ 1964 XI, 6 | lucente?~È un formaggio che Fauno fabbricò:~ ~un formaggio 1965 XII, 1 | soave ardore~che sforza a favellar voci d'amore.~Nessuna dea, 1966 XII, 26| Regno infernale~quand'ella favellò... stette il pastore~rapito 1967 I, 21| Api e i Calabroni~per un favo di miel una gran lite,~di 1968 V, 17| ben dimostra in varie~sue favolette Esopo,~e questa ancor ch' 1969 VI, 18| fatiche~eseguite nel tempo favoloso.~- Ercole, - grida, - aiutami, 1970 XII, 1 | noiose litanie.~Altri Dèi favorevoli governano~le cose vostre, 1971 XII, 23| confusa.~Pago sarò se de' favori suoi~l'onorerà con voi,~ 1972 XII, 18| Splendea la luna~lucida a favorir l'accampamento~del tacchinesco 1973 VIII, 8 | qualcun dei signori invitati~a favorirmi un pesce un po' più grosso -.~ ~ 1974 IV, 4 | al braccio, le tocca il fazzoletto,~con altre cortesie, da 1975 VI, 16| ci conviene.~ ~Un Asino fea scorta ad un Cavallo,~ch' 1976 IV, 12| tranquillo a risanar la febbre.~Andate voi, lasciatemi 1977 V, 6 | galletto~salutava il gran Febo luminoso,~la Vecchia sgambettava 1978 IX, 1 | egli parlar intese~della feccia del popolo, potrei~crederlo 1979 I, 10| meschinello,~senza processo fecegli la festa.~ ~ ~ 1980 XI, 9 | di popoli diversi~io li feci parlar, come si vedono~sulla 1981 VI, 4 | tuttavia concesse~a lor feconda messe il Gran Tonante,~e 1982 XII, 1 | e vi seguon sempre ombre fedeli,~non aman le noiose litanie.~ 1983 XII, 2 | Perbacco! - dice in cor, - un fegatello~scommetto che non è di questi 1984 IX, 17| onori~vanno a mangiarsi il fegato nelle province, e il Re~ 1985 IV, 4 | un bel mazzetto.~ ~Questa felicità~da una Lepre fu tanto disturbata,~ 1986 VI, 20| maritata~(non v'eran chiostri femminili allora),~fu Discordia per 1987 I, 2 | queste penne, voi siete una Fenice -.~ ~A questo dir non sta 1988 VIII, 16| Esculapio il balsamo~che le ferite tenero rinchiude,~il caro 1989 VII, 16| qui? -~disse il Coniglio fermo sulla porta.~- O signora 1990 VIII, 23| tal che dai ladri fuggiva~fermossi sulla riva.~ ~Come passar? 1991 IX, 2 | che a ghermirlo l'unghie~ferocemente rota.~E sarebbe per lui 1992 XI, 7 | essi, come voi, ma senza~ferocia e avidità.~Dei proconsoli 1993 VI, 3 | mar per il capriccio~d'un ferraiol, ahimè!~Presto sul corpo~ 1994 XII, 20| sani arbusti~fioriscano più fertili e robusti -.~ ~Lo Scita 1995 X, 1 | altissima la selva,~quando ferve la caccia e suona il bosco~ 1996 I, 14| da questa casa che di fesso suona -.~ ~Ed ecco a un 1997 VII, 14| paresse di quaresima sempre un festin di nozze.~ ~Un degli amici 1998 IX, 10| poco il mio padrone~ha un festino di nozze e tu lo sai~che 1999 III, 7 | intorno al letto luccicar le fiaccole,~e sopra il letto un gran 2000 V, 20| faccia,~e fa il morto, non fiata, avendo udito~che l'orso 2001 IV, 12| sì scossi,~che non osan fiatar. Indi ripresa~lemme lemme 2002 XII, 1 | forma non si accorda~molte fiate all'intenzion dell'arte.~ 2003 X, 3 | estatici~rovinò, si spezzò, non fiatò più.~ ~Ciarla, curiosità,


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