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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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XVI - Il Corvo che vuole imitare l'Aquila
Vedendo un Corvo l'Aquila, che audace rapiva un agnelletto, più debol, ma non men di lei vorace, vuol tentare il medesimo colpetto.
Senza pensarci molto, salta addosso a un magnifico montone, un bocconcin da far gola agli Dèi e ch'era riservato al sacrificio, a lui gridando: - Il fatto mio tu sei. Non so chi t'abbia fatto così bello, ma non potrei trovar miglior boccone -. E, come dissi, piomba sull'agnello. pesava come un cacio parmigiano, e aveva un pelo d'una tal natura, che la barba parea di Polifemo.
Quel pelo aggrovigliò del mio corbaccio che non poté più trarsene d'impaccio. Venne il pastor, lo prese, e il tristo augello fu dato ai pastorelli per zimbello.
che l'esempio è un solletico fatale: l'un nasce ladro e l'altro ladroncello, né a tutti i prepotenti è ugual destino. Dove passa la vespa, nel tranello rimane il moscherino.
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