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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO SECONDO
    • XVIII - La Gatta cambiata in Donna
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XVIII - La Gatta cambiata in Donna

 

C'era una volta un Uomo ed una Gatta,

una Gattacara fra le care,

ch'ei ne provava una passione matta

a sentirla soltanto miagolare.

 

E pregò tanto il cielo, che il Destino

per contentare le sue strane voglie,

a forza d'incantesimo, un mattino

la fece donna e gliela diede in moglie.

 

Dir non vi posso in rima

i baci e le finezze e le carezze,

che fa questa sposina al malinconico

suo marito, più pazzo ancor di prima.

Essa lo bacia ed ei muore distrutto

nel ben della sua Gatta,

che crede donna in tutto e dappertutto.

 

Un giorno, sul più bello, ecco le pare

d'udire un topolino a rosicchiare...

Alzasi, guarda, ascolta,

le pare e non le par; ma un'altra volta

che il topo venne, e sotto la sembianza

di donna non conobbe ancor la Gatta,

questa, dall'indol tratta,

ad inseguirlo prese per la stanza.

 

Tale e tanta è la forza di natura,

che a un certo punto più non si ripiega:

invano poi di toglier si procura

la fragranza che il vaso abbia assorbita,

o alla stoffa di togliere la piega.

Càcciala fuori a colpi di bastone,

a colpi di staffile pur la caccia,

àrmati pur di forca e di balestra,

l'indole torna... e se le chiudi in faccia

la porta, tornerà dalla finestra.

 

 




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