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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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XIX - Il Leone e l'Asino a caccia
Per celebrare il dì della sua festa, il biondo imperator della foresta Non a caccia di merli e d'usignoli, di bei cinghiali e grassi caprioli,
Ha l'Asino una voce sì potente, che a dieci miglia quasi la si sente; poi che la bestia avea sì buona musica, di farsene suo pro'.
Copre il Messer di lauro e d'altre erbette, e di ragghiar coverto gli commette, Quella voce, che subito risona e nell'aria terribile rintuona,
Costoro, che non sono abituate a sentir quella tromba che rimbomba, dentro la selva fuggon spaventate, e ad una ad una a seconda che tocca Allor superbo l'Asino esclamò: - Se potesti adunar tanto bottino, ringraziami, vicino. - È ver, - rispose il Re della foresta, - mandasti ragghi proprio della festa, anzi soggiungerò che avrei potuto spaventarmi anch'io, ma ti conosco e tema, grazie a Dio, degli asini non ho -.
Volea la bestia sciocca replicare, ma tanto non osò, conoscendo l'umor del suo compare. se al carattere suo si rassegnò: ché un asino spaccone è un controsenso.
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