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Jean de La Fontaine
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  • LIBRO TERZO
    • XIII - I Lupi e le Pecore
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XIII - I Lupi e le Pecore

 

Dopo mill'anni di spietata guerra

Pecore e Lupi fecero la pace,

e fu un atto bellissimo fraterno:

perché se ai Lupi piace

qualche volta mangiar le pecorelle,

dei Lupi colla pelle

fanno i pastori gli abiti da inverno.

 

Quell'esser sempre in pena ed in paura

al pascolo, alla caccia, era un tormento,

mentre la pace adesso li assicura.

Dànno i Lupi in ostaggio i lupicini,

dàn le Pecore i cani. L'istrumento

col processo verbale

è redatto per via di commissari

nei modi regolari,

e questa fu la pace universale.

 

Non molto dopo, quelli,

ch'eran Lupi piccini, ecco diventano

Lupi grossi, di sangue e carne ingordi.

Un colto il momento

che i pastori parevan più balordi,

saltano addosso ai poveri fratelli,

a preferenza i più pasciuti e belli,

e li ammazzano tutti a tradimento.

Poi fuggono nei boschi ed ai lontani

parenti dato avviso,

anche i cani mi ammazzan detto fatto,

che riposavan sul firmato patto.

La strage fu sì lesta

che per morir nessuno alzò la testa.

 

Amici troppo buoni e confidenti,

è la pace una bella e santa cosa,

ma sol per chi ci crede.

Invece colla gente senza fede

meglio è la guerra ed il mostrare i denti.

 

 




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