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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO TERZO
    • XVI - La Donna annegata
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XVI - La Donna annegata

 

Se una donna cercasse d'affogare,

io disapprovo sempre quella gente

che dice: “Lascia fare,

le donne sono meno che niente”.

Questo dispregio per il debol sesso

dirò, se mi è permesso,

un sentimento cinico mi pare,

ché a queste donne tanto disprezzate

le gioie noi dobbiam più delicate.

E ciò premesso,

udite il caso d'una donna sciocca

che si gettò a morir dei pesci in bocca.

 

Inteso il buon marito un caso tale,

volendo il caro corpo ripescare

per fargli il funerale,

in riva al fiume in aria disperata

chiedeva alle persone

notizie della sua donna annegata.

 

Qualcuno, che sentinne compassione,

di seguitar gli disse la corrente,

che il corpo avria trovato certamente.

Ma fuvvi anche un burlone

che disse: - È tempo perso:

avrà la donna per contradizione

il fiume risalito in senso inverso -.

 

Non era forse il tempo di scherzare,

ma l'uom avea ragione.

Chi nasce - e non soltanto il gentil sesso, -

con questo vizio radicato in l'ossa,

sempre contradirà fino alla fossa,

e forse anche più in , se gli è permesso.

 

 




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