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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO TERZO
    • XVII - La Donnola nel granaio
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XVII - La Donnola nel granaio

 

Madamigella Donnola, fresca di malattia,

e fatta ancor di corpo più lungo e mingherlino,

in un vicin granaio un giorno penetrò

per un foro, che meglio diremo un forellino.

E qui tanto mangiò,

con tanta indiscrezione,

di lardo e d'ogni tenero boccone,

che grassa e bella in breve diventò.

 

Un , verso la fine di quella settimana,

udito dopo il pranzo un gran rumor di ,

volea fuggir, ma - Come? - esclama, - è cosa strana!

Non sono io forse un giorno passata per di qua?

Com'è che il buco a un tratto divenne così stretto? -

E dopo molti inutili

giri e rigiri, ovunque ch'ella vada

crede sempre d'aver sbagliato strada.

 

Un topo che la vede in imbarazzo e in pena,

le disse: - Ma non sai

che allora non avevi ancor la pancia piena?

Magra venisti, amica, e magra tornerai -.

Ciò che di te si dice, anima mia,

a molti altri conviene,

ma confonder le cose non conviene

per far gran pompa di filosofia.

 

 




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