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Jean de La Fontaine
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  • LIBRO QUARTO
    • II - Il Pastore e il Mare
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II - Il Pastore e il Mare

 

Un Pastor sen vivea felicemente

del suo gregge da un pezzo in riva al mare,

e s'anco non avea da scialacquare,

di quel poco vivea sicuramente.

 

Ma la vista di tanti bei tesori,

che ogni giorno sbarcavan sulla sponda,

tanto accese il suo cor, che a sé maggiori

fortune procacciar volle sull'onda.

 

Vende il bel gregge, e tolti i capitali,

in breve se li vide andare in fondo,

e chi prima parea padron del mondo,

tornò servo a guardar capre e maiali.

 

Se prima egli era un Tirsi, un Melibeo,

poco dopo restò Bartolomeo;

pur seppe tanto bene operar poi

che in pochi anni rifece i cenci suoi.

 

Rifatti i cenci, quando dalle sponde

di nuovo il mar col suo splendor l'alletta,

- Signor mar, - il Pastore gli risponde, -

tu vorresti il denar, ma aspetta, aspetta!

 

Questo racconto è fatto per mostrare

che un soldo in tasca ne val cento al vento,

l'ambizïon, terribil come il mare,

coglie l'uomo e la barca a tradimento.

 

Non ti fidar! per uno che si fida

alzano i mille disperate strida;

fortuna ti promette mari e monti,

ma come i venti i disastri son pronti.

 




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