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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO QUARTO
    • XIX - L'Oracolo e l'Empio
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XIX - L'Oracolo e l'Empio

 

Folle chi spera d'ingannare i Cieli!

I raggiri dell'uomo Iddio confonde;

tutto ciò che il tuo cor serra e nasconde,

tutto convien che all'occhio suo si sveli.

 

Un Pagan, che puzzava un po' d'eretico,

e credeva agli dèi

forse con beneficio d'inventario,

per ingannar l'Oracolo

andò un giorno d'Apollo al santuario.

 

- È vivo o morto ciò ch'io stringo in mano? -

disse il Pagano, per tirare in trappola

Apollo e per confondere i miracoli.

E in mano aveva un uccellin mal vivo,

pronto, secondo il caso,

a lasciarlo scappar, o piano piano

a soffocarlo. S'ingannò lo sciocco,

ché Apollo, il qual fiutò tosto il tranello,

- O vivo o morto, ti conosco, allocco, -

disse, - agli allocchi serba le tue trappole -.

E il corbello rimase ancor corbello.

 

È inutile ch'io aggiunga

che certi strattagemmi non si fanno

con chi ci vede ed ha la mano lunga.

 

 




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