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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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Un Cervo entro una stalla a rifugiarsi non volendo saper de' fatti suoi, comandarono a lui d'allontanarsi.
- O amici, - disse il povero animale, - io vi dirò, se non mi fate male, ed erba ritrovar buona per voi -. A quest'offerta si piegaro i buoi.
Il Cervo in un cantuccio rintanato e quando quasi sul finir del giorno vennero i servi a portar erba e fieno, e venne nientemeno il sor soprintendente, non che d'un Cervo, quella buona gente non si accorse dell'ombra pur d'un corno.
Il lesto abitator della foresta e sospira il momento in cui non resta persona in stalla per alzar le piante. Ruminando un de' buoi - Va ben, va bene, - gli dice, - ma se viene l'uom dai cent'occhi, come sempre suole, scommettere non vo' sopra il tuo corno -.
Ed ecco entra il Padrone, entra ed adocchia, - Ehi là, - dice, - quest'erba è troppo poca, letto più fresco? presto, alto, in cascina: c'è gran difficoltà a toglier quattro ragnatele ai muri? Brutti figuri, e questa roba? e questa? -
Così girando, ed adocchiando, a un tratto da ammazzare non un ma cento cervi. ucciso, trasportato e ben salato, piatto ai vicini molto prelibato.
Non vede ben che l'occhio del Padrone, dice Fedro con stil molto elegante. Per fare più completa la lezione, aggiungeremo: e l'occhio dell'amante.
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