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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO QUINTO
    • II - Il Vaso di terra e il Vaso di ferro
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II - Il Vaso di terra e il Vaso di ferro

 

Un Vaso di ferro a un altro di creta

un giorno chiedeva: - Viaggi, vicino?

- No, caro, la fragile natura mel vieta,

restare desidero accanto al camino.

 

Un picchio, uno spigolo, che a sorte mi tocchi,

può subito mettermi in quindici tocchi,

viaggi chi il corpo si sente più saldo,

qui dentro la cenere deh! lasciami al caldo -.

 

Il Vaso di ferro per fargli coraggio:

- Non darti pensiero, diletto vicino,

in ogni momento del nostro viaggio

avrai nel mio corpo usbergo e cuscino.

 

I colpi e gli spigoli conosco da un pezzo,

e vigile sempre a mettermi in mezzo,

corpo, né punta di cosa un po' dura

non fia che ti rechi dolore o frattura -.

 

A queste parole il debol si attacca

al forte compagno, e vanno con Dio:

ma zoppica tu che zoppico anch'io,

un fianco si pesta, un altro si ammacca.

 

Non vanno mezz'ora che contro il più forte

ha rotte le costole il Vaso di terra.

 

Chi sta co' suoi pari, in pace ed in guerra,

del povero Vaso non corre la sorte.

 

 




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