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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO SETTIMO
    • XVI - Il Gatto, la Donnola e il Coniglio
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XVI - Il Gatto, la Donnola e il Coniglio

 

Un bel mattino donna Donnoletta,

colto il momento, nella casa entrò

d'un giovane Coniglio.

E mentre ch'egli è fuori a far l'amore

nella rugiada, in mezzo al timo in fiore,

le masserizie sue vi collocò.

 

Quando il Coniglio ebbe mangiato ed ebbe

saltato e rosicchiato,

a casa sua tornò.

Ma proprio in quel momento

ch'entrava nell'oscuro appartamento,

alla finestra l'altra si affacciò.

 

- Santa ospitalità! che vedo io qui? -

disse il Coniglio fermo sulla porta.

- O signora Faina prepotente,

faccia il piacer d'uscirne immantinente,

o chiamo tutti i Topi del paese

che la faran sgombrar ed a sue spese.

 

- Che? la terra - risposegli madama

dal naso aguzzo, - è di chi se la piglia.

E proprio non consiglio per sì poco

d'una guerra tentar l'incerto gioco.

E poi per qual ragione

soltanto suo proclama

un luogo ove si arrampica

pel primo anche il padrone?

Qual legge, qual diritto,

e su qual carta è scritto

che questa tana sia

di Pietro, di Martin quondam Iseppe,

o piuttosto di Gianni od anche mia? -

 

Gian Coniglio rispose che anche l'uso

è buona legge e che per questo ei crede

d'aver diritto. Il nonno suo Belmuso

lasciò la casa al padre suo Belpiede,

dal quale venne al figlio,

ch'è lui, Giovan Coniglio.

 

- Se del primo occupante tu ritieni -

la Donnola rispose, -

giusta la legge, vieni

e interroghiam Mammone,

ch'è giudice sicuro in queste cose -.

 

Era questi un gatton grasso e bonario,

un sant'uomo di gatto,

tutto pel, tutto gozzo e tutto lardo,

e che facea la vita

beata di pacifico eremita.

 

Buon giudice del resto in ogni sorta

di casi... Vanno, picchiano alla porta,

deo gratias... - Miei figliuoli, -

dice padre Leccardo, -

venite pure avanti,

perché sapete, gli anni

m'han fatto sordo, oltre agli altri malanni -.

 

Vanno i due litiganti,

senza nessun sospetto,

al suo santo cospetto.

Quando il padre Leccardo, il santo scaltro,

li vide bene a tiro,

aprendo le due zampe, all'uno e all'altro

aggiustò le partite in un sospiro.

 

Così capita spesso

a certi staterelli, che giustizia

chiedon a un diplomatico congresso.

 

 




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