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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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II - Il Ciabattino e il Banchiere
Da mane a sera allegro un Ciabattino cantarellava, ch'era un gusto matto a vederlo, a sentir. Un canarino non canta meglio, e il core soddisfatto, era il re de' sapienti il Ciabattino.
Il suo vicin di contro, un epulone grande Banchiere ed imbottito d'oro, di cantar non avea mai la ragione, e poco anche dormiva sul mattino, quando già canticchiava il Ciabattino.
Il nabab non facea che deplorare e querelarsi in collera col fato, che il sonno non è fatto di tal stoffa che si possa comprare sul mercato, come si compra il bere ed il mangiare.
Al suo palagio un dì, fatto venire l'aggiustascarpe: - O mio compar Crispino, - gli domandò, - non mi sapreste dire quanto voi guadagnate in capo all'anno? - In capo all'anno? - disse il Ciabattino.
- Affededdina! - aggiunse indi ridendo, - non son contar su questo calendario; io cucio i giorni miei per ordinario uno per uno, un pane e un bicchierino quando ce n'è, - rispose il Ciabattino.
- Ebben, ditemi almen quanto per dì tirate dal lavor. - Cara Eccellenza, or meno, or più, ed or così così, tanto si vive e si vivrebbe meglio se non ci fosse qualche intermittenza.
Ma il male è delle feste che son troppe, in cui tu devi andar disoccupato, l'una fa buio all'altra; e un altro guaio in quanto ai santi, egli è che il sor curato ne trova sempre un nuovo sul solaio -.
Rise il Banchier della bontà dell'uomo, e credendo di metterlo sul trono: - Prendete, - disse, - cento scudi, e ai vostri bisogni provvedete, io ve li dono, custoditeli bene, o galantuomo -.
Cento scudi! credette il Ciabattino di possedere una montagna d'oro. Torna a casa e in un angolo del muro seppellì la sua pace col tesoro. Da quel dì più non canta il Ciabattino.
Da quel dì che nasconde in casa il seme di tutti i mali, o dolci sonni, addio! Sempre in agguato, sempre i ladri ei teme la notte, il dì. Se un topo udir gli pare, è il suo tesor che viene a rosicchiare.
Ritorna alfine da sua Signoria, che un dì solea svegliar presso al mattino, e: - I cento scudi le restituisco, lei mi torni il mio sonno e l'allegria, - dice, e s'inchina il nostro Ciabattino.
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