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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO OTTAVO
    • IV - La virtù delle Favole
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IV - La virtù delle Favole

(Al signor De Barillon, ambasciatore)

 

E può dunque alle mie povere fiabe

abbassarsi d'un alto ambasciatore

lo sguardo ed il favor? e tanto ardito

sarò di dedicar queste sottili

e care inezie a un Uom affaccendato

in tutt'altre faccende, a cui non piace

il perder tempo alle buffe contese

di cani e gatti e donnole e leoni,

che invan talvolta assumono l'aspetto

di grandi eroi?... no, no, più che di questo,

leggiate o men, a voi, Signore, importa

d'impedir che d'armati si riversi

sulla patria un torrente e che la pace

tra il re di Francia e l'Albïon vicina

mai non si franga. Un tal pensier mi cruccia

e invoco pace al gran Luigi, pace

a quest'Ercole invitto, affaticato

contro l'Idra che sempre rinnovella,

perché le tagli la sua spada il capo.

 

Se vostr'arte potrà colla parola

molcere i cuori e distornare il colpo,

a voi consacrerò de' miei montoni

(non picciol sacrificio a un abitante

dei gioghi di Parnasso) un'ecatombe.

Vogliate intanto accogliere con pio

sguardo l'omaggio de' miei versi e il voto

che a voi, Signor, dall'animo sollevo.

Alla vostra modestia ogni altro elogio,

che fin l'invidia vi tributa, è vano

incenso, il so, né verbo io più ci metto.

 

Fuvvi in Atene (popolo vanesio

quant'altri mai) valente un oratore,

che vedendo il paese in grandi ambasce,

alla Tribuna un , forte dell'arte

che tiranneggia l'animo del volgo,

disse cose stupende e generose

sul comune pericolo. La gente,

distratta il lasciò dir fin che gli piacque:

cercava l'Orator con nuove e calde

immagini attizzar l'alme più spente,

anche i morti evocò, gridò, tuonò,

nessun si scosse e fur parole al vento.

 

Il popol, animal dal capo aereo,

invecchiato oramai da quarant'anni

in cotesti mezzucci di ringhiera,

di qua, di guardava, alla baracca

de' burattini, e l'Orator... si sfiati.

 

Allor pensa costui cambiar registro

e disse: - Udite, amici, un fatterello

udite. Un giorno andavano per via

con Cerere una Rondine e un'Anguilla,

quando giunsero a un fiume. Entra l'Anguilla

nell'acqua e passa; vola poi la Rondine

sull'acqua e passa... - E Cerere? - d'un fiato

gridò tutta la piazza. - Ah mammalucchi! -

rispose l'Orator, - e tanto a cuore

vi sta questa scipita favoletta?

 

E non vi punge, o scempi, l'ignominia

che Filippo il Macedone coll'armi

porta alla patria vostra? - A queste voci

finalmente si aprirono gli orecchi

della gente, e poté con piccol gioco

trarre a sé l'Orator gli animi tutti.

 

Tutti siamo anche noi popol d'Atene,

ed io stesso, che predico, pel primo.

Se tu mi vieni a raccontar l'istoria

dell'Augellin bel verde, oh ch'io divento

matto dal gusto. Il mondo forse è vecchio,

ma si diverte ancora e bamboleggia

alle belle storielle d'una volta.

 

 




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