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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO OTTAVO
    • V - L'Uomo e la Pulce
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V - L'Uomo e la Pulce

 

Spesso il buon Dio con voti stanchiamo e con preghiere

noiose ed anche indegne d'un uomo d'intelletto,

come se Dio dovesse su noi sempre tenere

lo sguardo, e fosse in Cielo degli uomini il valletto.

Passò quel tempo, Enea, che usavano le mani

menar gli Dèi per conto dei Greci e dei Troiani.

 

Una pulce morsicò

sulla gamba un bighellone

e scappò.

 

- Corri, Alcide, corri e libera

da quest'Idra, - egli gridò, -

da quest'Idra l'universo,

mostro orribile e perverso

della tiepida stagione.

Anche tu,

padre Giove, e che ci fai

fra le nuvole lassù? -

 

Dagli Dèi la mazza e il fulmine

supplicava per cagione

d'una Pulce il bighellone.

 

 




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