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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO OTTAVO
    • VIII - Il Buffone e i Pesci
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VIII - Il Buffone e i Pesci

 

Per quanto il mondo se li tenga in prezzo

per me i buffoni è razza che disprezzo;

difficil arte è di far rider bene,

ma chi continuo la facezia scocca

è gente sciocca e agli sciocchi conviene.

 

In casa si pranzava d'un banchiere

e c'era anche un Buffone di mestiere,

che, visti certi Pesci un po' lontani,

e non osando stendere le mani,

sapete ciò ch'ei fa?

Accosta un piccol piatto di sardelle,

e grandi cose a loro susurrò,

poi l'orecchio al piattello avvicinò,

per ascoltar non so quali novelle.

A questa novità

la gente allor restò,

e dimandò:

- Che dice ora, che fa? -.

 

Rispose: - Ho chiesto a questi Pesciolini

notizie d'un compar ito ai confini

ultimi d'India il Gange ad esplorare,

e che vuolsi finito in fondo al mare.

Ma i Pesciolini dicono che nati

non erano in quel tempo, ond'io, se posso,

prego qualcun dei signori invitati

a favorirmi un pesce un po' più grosso -.

 

A questa allegra spiritosità

rise tutta la bella società;

al Buffon fu servito uno storione

salato, e così vecchio che la storia

certamente sapea tutta a memoria,

di quanti in trecent'anni ad uno ad uno

eran scesi nel regno di Nettuno.

 

 




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