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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO OTTAVO
    • XI - I due Amici
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XI - I due Amici

 

Due buoni Amici c'erano al Chilì

simbol dell'amicizia più cortese.

I buoni amici sono in quel paese

come quelli del nostro o giù di .

 

Una notte, traendo essi profitto

dell'assenza del sol, dormivan sodo.

Allor che trabuffato

un s'alza e corre dritto

a risvegliar l'amico addormentato.

 

Dormivan tutti in quella casa. Al chiasso

balzano i servi e corrono coi lumi,

anche il padron discende

e accorre coi denari e colla spada.

 

- Che c'è? quale fracasso?

Sei tu, fratello, che ti pigli spasso,

invece di dormir come costumi?

Che cosa capitò?

Hai tu perduto al gioco il tuo denaro?

La borsa ecco ti do.

T'han fatto qualche ingiuria sulla strada?

Andiam, ecco la spada.

Vuoi tu dormire in buona compagnia?

Questa mia schiava, pigliati, o mio caro.

 

- No, - disse il buon amico, - alcun bisogno

non ho di tutto ciò,

ma solo vengo, perché ho fatto un sogno

che assai mi spaventò.

Tu m'eri apparso colla faccia scura

e corsi a te pensando a una sciagura -.

 

Sai dirmi qual dei due, lettor discreto,

amasse l'altro d'un amor più bello?

È l'amico un dolcissimo fratello

che vi cerca nel core il duol segreto.

 

Senza farvi arrossire ode il bisogno

che vi tormenta. Il susurrar del vento,

un'ombra è segno, o un fuggitivo sogno,

per chi vuol bene, di sinistro evento.

 

 




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