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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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come i frati minor vanno per via a un certo santuario. Raccolti, il collo torto e col rosario in man si rifacevan del viaggio, rubacchiando per via polli e formaggio con una insuperabil maestrìa.
I nostri santi pellegrini onesti per far la strada meno lunga e uggiosa disputavan fra lor di qualche cosa. La disputa è un tabacco che tien desti. Mormoravan del prossimo, e in fin la Volpe venne fuori a un tratto
- O tu che d'esser quel che sei ti vanti, che sei tu accanto a me? Io d'artifici ne conosco tanti, anzi n'ho la bisaccia tutta piena... - Ed io, - rispose il Gatto, - appena appena un ne conosco e non la cedo a te -.
sul sì, sul no, su ciò che ognuno può e che non può, quando ad un tratto un abbaiar di bracchi fe' le ragioni collocar nei sacchi.
- Fra gli artifizi lascio al tuo cervello per me, - soggiunse messer Gatto svelto, - E mentre l'altra il suo talento vanta, si arrampica sui rami d'una pianta.
Fuggì la Volpe in cento giri e in cento, or dentro i campi, or fuori, scompigliando le tracce ogni momento e stancando coi cani i cacciatori. Di qua, di là, di su, di giù li mena infin che due velocissimi cani, strozzandola, finîr il lungo gioco.
Chi dispone di troppi espedienti perde il suo tempo in vani esperimenti. In tutte le occasioni ne basta un solo, pur che sia de' buoni.
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