Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
e disse: - Un beneficio, s'io l'uccido, farò di certo a tutto l'universo -. (dico la biscia, e prego non confondere è preso, dentro un sacco rinserrato e colpevole o meno, io non decido, a morte condannato. Per dargli tuttavia qualche ragione l'Uomo gli sfoderò questo sermone:
- O simbol degli ingrati, è verso i tristi Or muori, e il tuo velen più non contristi A questo dir in sua voce dolente risposegli il serpente: - Ohimè! se tu condanni quanti sono al mondo ingrati, a chi darai perdono? A te, fratel, tu stesso colle parole tue muovi il processo, ond'io ritorco in te quegli argomenti che tu per gli altri inventi. I giorni miei distruggere tu puoi, perché così conviene solo al tuo bene ed ai capricci tuoi. “e libito fa licito in sua legge”. Ma lascia ch'io dichiari coll'estreme parole mie, che il serpente non è, ma ben è l'uomo degli ingrati il re -. L'altro rimase come l'uom che teme a questo dire, e quindi a lei rispose: - Sono ragioni insipide e noiose che potrei tagliar corto, e tuttavia rinuncio al mio diritto e vo' che sia nell'affare alcun giudice invitato -.
Una giovenca vien chiamata in mezzo, se si lamenta, è chiara come il sole. io de' servigi miei, da cui l'uom suole Sempre per lui, tutto per lui, non mai per me, pei figli miei qualche profitto. egli ingrassò, si riempì la mano, contro i danni del tempo alle mie pene ei deve, se poté vivere sempre allegramente e bene, perché son vecchia, senza un fil di fieno mi lascia in un cantuccio. Oh dato almeno mi fosse di brucar quattro fogliette L'avrei creduto verso me più pio, se stato fosse un anima di serpe. Ho detto quel che penso e chiaro, addio -.
Poco contento l'Uom della sentenza, a una vecchia bisbetica che trema nel cervello? Sentiamo un poco il bue. - Sentiamo pure le ragioni sue, - a lui rispose l'animal che striscia.
Sen viene il bove lento e dopo un lento e lungo ruminar apre la bocca, e dice che da molti anni gli tocca d'ogni fatica il ruvido tormento, eterna litania di tutti i mali, ciò che Cerere all'uom, agli animali Qual era il premio riserbato ai buoi? Botte a bizzeffe e assai poco rispetto, finché vecchi e scannati sull'altare andavan del lor sangue ad implorare, a titol quasi d'onorificenza, pei peccati dell'uomo l'indulgenza.
- O noioso, va' via, declamatore! - farti del tuo signor l'accusatore? Non ti conosco, stupido, ma questo quel che pensa di me sinceramente -.
Ma l'albero chiamato a dire il vero fu ancora più severo. Egli era contro il caldo e contro il vento e contro l'uragano un buon ombrello. Egli era de' giardini l'ornamento e nei campi non sol d'ombre cortese, ma ancor di frutti saporito e bello. Ebben, per sua mercede un rozzo arnese Invan all'uomo è l'albero gentile invano a lui di pomi empie il cestello.
Invan d'estate le sue foglie ei spiega e nell'inverno allegra il focherello. - De' miei difetti mi corregga pure l'uomo, ma non adoperi la scure, e non tronchi la vita a cui mi serba natura, colla sua mano superba -.
Irato l'Uomo ch'altri lo confonda volle la lite vincere per forza, e disse: - Sciocco me, che ascolto queste fanfaluche moleste! -. Nella vendetta il suo corruccio smorza, battendo il sacco contro ad una grotta, infin che il serpe ebbe la testa rotta.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |