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Jean de La Fontaine
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  • LIBRO DECIMOPRIMO
    • I - Il Leone
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LIBRO DECIMOPRIMO

I - Il Leone

 

Il sultano Leopardo, in illo tempore,

a furia di confische,

aveva molti cervi e molti buoi

ed infinite pecore

radunati nei boschi e parchi suoi.

 

Un sente che nato era un Leone

nella vicina selva.

Per fare i complimenti d'occasione

un suo visir chiamò

navigato nell'arti diplomatiche,

e a lui vecchio Volpone

così, dicon, parlò:

 

- Tu temi, amico, il lioncel qui accanto,

ma morto il padre suo, confesso il vero

ch'io non lo temo tanto.

Anzi dirò che il povero orfanello

mi fa quasi pietà,

ché in mezzo ai tanti imbrogli dell'impero,

non che nuocere agli altri avrà di grazia

se a tempo ai fatti suoi provvederà -.

 

Visir Volpone un po' scosse la testa,

poi disse: - Mio padrone,

confesso il ver, non ho la compassione,

per simili orfanelli, che tu senti:

ma dico che bisogna o comprar questa razza

nemica, o meglio ancor, se credi,

prima che forti metta l'unghie e i denti,

levarsela dai piedi.

 

E dico ancor che giova il farlo presto,

perché, se il mio pronostico non sbaglia,

questo Leon terribile in battaglia

sarà il più forte eroe de' pari suoi.

L'amicizia tu comprane, se vuoi,

o se non vuoi, provvedi

a toglierlo dai piedi -.

 

Così il visir, ma fu fiato sprecato.

Il Sultano dormì sul suo pericolo

e dormirono i suoi, bestie e non bestie,

finché il Leon fu grosso diventato.

Un giorno a un tratto romba

nell'aria un suon di tocsin, e rimbomba

un grido di spavento.

Si consulta il visir. - Ecco il momento, -

risponde, - che vi avea pronosticato.

Non c'è rimedio, invano

da cento parti e cento

corrono a voi. Qual più gente possiede

colui è più da' suoi nemici avvolto

che tutti voglion essere pagati

e si pagan di pecore e castrati.

Fate la pace col Leon, che tutti

vince in valor gl'inutili alleati

che vivono di noi.

Coraggio, forza, astuta vigilanza

ecco gli aiuti suoi.

A lui gettate subito un boccone,

e se non basta un quarto di montone,

datene due, date del grasso bue,

scegliendo il più pasciuto dell'armento,

così con uno ne salvate cento -.

 

Offese il sentimento nazionale

un tal consiglio e intanto

soffriron poco o tanto

tutti gli stati e guadagnò nessuno.

Tutti fûr vinti e comandò quell'uno

ch'essi temean terribile animale.

 

Se voi lasciate crescere il potente,

fatelo amico - e questa è la morale.

 

 




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