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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO DECIMOSECONDO
    • X - La Gambaressa e sua Figlia
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X - La Gambaressa e sua Figlia

 

Io vedo spesso i saggi che fanno come i gàmberi:

quando toccar desiderano i più sicuri il porto,

camminano a ritroso. Così verso un contrario

punto coi remi tendono talvolta i marinari,

mirando a un altro, e intanto ingannan gli avversari.

 

Potrei questo mio tema con gran volo di penna

a qualche riferirlo nostro conquistatore,

che scioglie d'una lega a cento capi il bandolo

coll'arte sua segreta. Ancora non accenna,

e già fulmineo scende Luigi vincitore.

 

Invan cercano i popoli entro al suo cor di leggere.

Chi legge del Destino nel libro? è tempo perso.

Fatal trabocca il fiume e cento iddii son deboli

incontro a Giove. Io dico (e poi vengo alla favola)

che Luigi e il Destino conducon l'universo.

 

La Gambaressa un giorno alla figliola

dicea: - Come cammini? tu vai storta.

- E tu? - rispose la figliola accorta, -

come cammini? io sono alla tua scola.

Andar dritta non oso

dove tutti camminano a ritroso -.

 

Avea ragion, mi pare,

che l'esempio di casa tanto vale

nel ben, come nel male,

e fa gli stolti e fa gli uomini onesti

(ma più forse di quelli che di questi).

 

Del voltare le spalle or torno al tema:

e in certi casi, dico, è un buon sistema

che giova nel mestier anche di Marte,

purché si faccia a tempo e con buon'arte.

 

 




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