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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO PRIMO
    • XVIII - La Volpe e la Cicogna
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XVIII - La Volpe e la Cicogna

 

Monna Volpe un bel fece lo spicco

e invitò la Cicogna a desinare.

Il pranzo fu modesto e poco ricco,

anzi quasi non c'era da mangiare.

Tutto il servizio in ultimo costrutto

si ridusse a una broda trasparente

servita in un piattello. Or capirete

se, in grazia di quel becco che sapete,

la Cicogna poté mangiar niente.

Ma la Volpe in un amen spazzò tutto.

 

Per trar vendetta dell'inganno, anch'essa

la Cicogna invitò la furba amica,

che non stette con lei sui complimenti.

La Volpe, a cui non manca l'appetito,

andò pronta all'invito.

Vide e lodò il pranzetto preparato,

tagliato a pezzi in una salsa spessa,

che mandava un odore delicato.

Ma il pranzo fu servito per dispetto

in fondo a un vaso a collo lungo e stretto.

Ben vi attingea col becco la Cicogna

per entro la fessura,

ma non così Madonna Gabbamondo,

per via del muso tondo e non ridotto

dell'anfora alla piccola misura.

 

A pancia vuota e piena di vergogna,

se ne partì quell'animale ghiotto

mogio mogio, la coda fra le gambe,

come una vecchia volpe malandrina

che si senta rapir da una gallina.

Vuol dimostrare questa favoletta

che chi la fa l'aspetta.

 

 




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