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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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LIBRO TERZO I - Il Mugnaio, suo Figlio e l'Asino
Abbiano i Greci antichi lode d'aver scoperto pei primi dell'Apologo l'arte e il parlar coverto, ma sia concesso ad altri, dopo di lor venuti, di spigolar nei campi, che quelli hanno mietuti. Di fantasia nel regno c'è qualche terra oscura, ove i moderni possono correre l'avventura. Su questo bel proposito un fatterello io so, che al celebre Racanio Malerba un dì contò.
Questi del vecchio Orazio eredi abili e destri, discepoli d'Apolline, a noi di stil maestri, trovandosi una volta, soli, non so in qual parte, in intimo colloquio di cuor, di mente e d'arte, Racanio a dire uscì: - Malerba, o voi che tanto viveste, e che del mondo sapete il tanto e il quanto, avendo della vita disceso ogni gradino, solvetemi un gran nodo intorno al mio destino.
Voi mi vedeste a nascere e avete sulle dita quello ch'io valgo e i casi tutti della mia vita; or ben, che ne pensate? ch'io debba rimanere nel mio villaggio, ovvero cercar gioia e piacere fra l'armi e fra le corti? Io so che a questo mondo il male è unito al bene d'ogni destino in fondo. La guerra è dolce al core secondo il caso, ed aspro sembrar ci può l'amore. Ma contentar bisogna la corte, i suoi, la gente... -.
- La gente? - qui interruppe Malerba, il vecchio onesto, - sopra la gente voglio or raccontarvi questo: Or non ricordo il libro, ma so d'averlo letto che fuvvi già un mugnaio, padre d'un figlioletto di mezz'età, sui quindici anni o su quell'intorno: ma il padre era già vecchio. Andavan essi un giorno a vendere al mercato un loro somarello, e perché fosse fresco e a vendere più bello, le quattro gambe in mazzo legate all'agnellino, me lo portavan come si porta un palanchino. La gente che incontravano, la cosa è naturale, ridean di quella scena, di lor, dell'animale. Gridando: Oh che burletta!... oh caso singolare! Dei tre la più gran bestia non è quella che pare. Il vecchio, persuaso dal dir di quei passanti, drizza la bestia in piedi e se la caccia avanti, per quanto se ne dolga l'asino in suo latino, che preferia la parte fare dell'agnellino. Monta il fanciul sull'asino e vanno oltre un pezzetto, quand'ecco tre mercanti gridare con dispetto: - È bello che tu vada sull'asino e che al passo cammini un vecchierello? scendi, poltrone, abbasso. - È giusto, - il buon mugnaio risponde a quei mercanti. Scende il ragazzo, il vecchio monta al suo posto, e avanti. Quand'ecco tre ragazze, volendo dir la loro, - Guarda se c'è giustizia, - esclaman tutte in coro, - se c'è pietà che zoppichi a piedi quel fanciullo, e faccia invece l'asino sull'asino il citrullo, superbo, trionfante in groppa all'animale, come s'ei fosse il papa di Roma o un cardinale. - Andate, altro che papa! Cogli anni miei, credete, non c'è, care ragazze, nemmen da fare il prete, - rispose il vecchio, e dette quattro facezie e rese, credette avere il torto e in groppa il figlio prese. Non fanno dieci passi, che sono al sicutera. L'un dice: - E si può dare una peggior maniera? Dov'è verso un fedele e vecchio servitore la carità del prossimo, o gente senza cuore? Se dura un po', dell'asino non resterà che il cuoio... - Se dura un po', capisco che anch'io di rabbia muoio, - ripicchia il vecchio. - Perdesi tempo, cervello e fiato a contentar la gente, la serva ed il curato. Vediamo tuttavia se c'è miglior consiglio -. Così dicendo, saltano abbasso e padre e figlio e lascian che la bestia, beata e trionfante, da sola come un papa, cammini a lor davante. - O cosa stravagante, che col buon senso cozza, che l'uomo vada a piedi e l'asino in carrozza! - Osserva un Tizio, e seguita: - Allor la più sicura, amici, è d'impagliare la bestia addirittura, se tanto a cuor vi sta d'un asino la pelle, più che le scarpe... Ah! ah! sen vedono di belle... “Se visita Brighella la Colombina cara, va sulla mula”, è vecchia la mia canzon, ma chiara. O bel terzetto d'asini! -. Allor disse il mugnaio: - Asino son ben io ad ascoltar la gente. Ma giuro innanzi a Dio che d'ora innanzi, voglia la gente oppur non voglia, farò sempre benissimo a fare di mia voglia -.
- In quanto a voi, Racanio, - disse Malerba, - o Marte seguiate, oppur di Venere comechessia la parte, prendiate donna o mitria, di fuori od in città, od altra dignità a voi conceda il Principe, tenete fisso in mente che ognor dei fatti vostri vorrà parlar la gente.
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