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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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II - Il Pastore e il Mare
Un Pastor sen vivea felicemente del suo gregge da un pezzo in riva al mare, e s'anco non avea da scialacquare, di quel poco vivea sicuramente.
Ma la vista di tanti bei tesori, che ogni giorno sbarcavan sulla sponda, tanto accese il suo cor, che a sé maggiori fortune procacciar volle sull'onda.
Vende il bel gregge, e tolti i capitali, in breve se li vide andare in fondo, e chi prima parea padron del mondo, tornò servo a guardar capre e maiali.
Se prima egli era un Tirsi, un Melibeo, poco dopo restò Bartolomeo; pur seppe tanto bene operar poi che in pochi anni rifece i cenci suoi.
Rifatti i cenci, quando dalle sponde di nuovo il mar col suo splendor l'alletta, - Signor mar, - il Pastore gli risponde, - tu vorresti il denar, ma aspetta, aspetta!
Questo racconto è fatto per mostrare che un soldo in tasca ne val cento al vento, l'ambizïon, terribil come il mare, coglie l'uomo e la barca a tradimento.
Non ti fidar! per uno che si fida alzano i mille disperate strida; fortuna ti promette mari e monti, ma come i venti i disastri son pronti.
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