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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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VI - La Vecchia padrona e le due Serve
Una Vecchia stizzosa come un cane al suo servizio mantenea due schiave, tanto leste al filare e tanto brave, che avrian rubato anche alle Parche il pane.
La Vecchia avara la giornata intera le faceva filar, sempre filare, sempre col fuso in man dall'alba a sera, anche il tempo cred'io del desinare.
Quando sull'alba in punto il suo galletto salutava il gran Febo luminoso, la Vecchia sgambettava fuor del letto in un giubbone lacero e tignoso.
Accendeva una lampa e senza indugio si dirizzava verso lo stambugio, dove in braccio del Sonno abbandonate dormivan le due donne disgraziate.
L'una si stira e ricomincia i guai, l'altra, schiudendo un occhio, il consueto augurio manda a quel gallo indiscreto che canta sempre e che non crepa mai.
Per mantenere forse la parola, un bel giorno il galletto si trovò nel sangue con un ferro nella gola. Ma l'assassinio il male peggiorò.
Ché per timor che passi troppo l'ora, come se fosse da un folletto invasa, la Vecchia molto prima dell'aurora si sente tramestare per la casa.
Così le donne per amor di pace dalla padella cadder nella brace.
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