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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO QUINTO
    • VI - La Vecchia padrona e le due Serve
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VI - La Vecchia padrona e le due Serve

 

Una Vecchia stizzosa come un cane

al suo servizio mantenea due schiave,

tanto leste al filare e tanto brave,

che avrian rubato anche alle Parche il pane.

 

La Vecchia avara la giornata intera

le faceva filar, sempre filare,

sempre col fuso in man dall'alba a sera,

anche il tempo cred'io del desinare.

 

Quando sull'alba in punto il suo galletto

salutava il gran Febo luminoso,

la Vecchia sgambettava fuor del letto

in un giubbone lacero e tignoso.

 

Accendeva una lampa e senza indugio

si dirizzava verso lo stambugio,

dove in braccio del Sonno abbandonate

dormivan le due donne disgraziate.

 

L'una si stira e ricomincia i guai,

l'altra, schiudendo un occhio, il consueto

augurio manda a quel gallo indiscreto

che canta sempre e che non crepa mai.

 

Per mantenere forse la parola,

un bel giorno il galletto si trovò

nel sangue con un ferro nella gola.

Ma l'assassinio il male peggiorò.

 

Ché per timor che passi troppo l'ora,

come se fosse da un folletto invasa,

la Vecchia molto prima dell'aurora

si sente tramestare per la casa.

 

Così le donne per amor di pace

dalla padella cadder nella brace.

 

 




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