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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO QUINTO
    • XI - La Fortuna e il Ragazzo
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XI - La Fortuna e il Ragazzo

 

Tornando dalla scuola un ragazzino,

si pose a sonnecchiar soavemente

sopra l'orlo d'un pozzo assai profondo.

Ogni cosa ai ragazzi è un buon cuscino.

Se un vecchio fosse stato sì imprudente,

o un padre di famiglia,

scommetto che sarìa cascato in fondo.

Fortuna volle che la dea Fortuna

passasse a lui vicino,

e assai cortesemente lo svegliò.

- Mio caro, - disse, - ascolta,

non esser sì imprudente un'altra volta,

perché sempre vicina non sarò.

Se tu cadi la colpa mia non è,

ma la gente la piglia poi con me -.

 

Avea ragion da vendere

la buona dea volubile,

che al mondo d'ogni male

è fatta responsabile.

Sempre gli sciocchi pensano

di scaricar la colpa dei malanni,

tirando la Fortuna per i panni.

Sia l'uomo dritto o storto,

sempre Fortuna ha il torto.

 

 




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