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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO QUINTO
    • XX - L'Orso e i due Compari
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XX - L'Orso e i due Compari

 

Ad un vicin mercato due Compari,

a corto di denari,

vendettero d'un grande Orso la pelle,

d'un Orso, ben inteso,

che non aveano ucciso ancor né preso.

 

A sentirli, degli orsi era il campione,

e la pelle soltanto una fortuna

da foderar non una,

ma due zimarre contro il più ribelle

freddo della stagione.

 

Prometton che in due dì saranno pronti

la pelle a consegnar, non altrimenti

che la pelle trattassero d'un fico.

E senza fare i conti

coll'Orso, vanno in traccia dell'amico.

 

Vanno, ed ecco che subito si affaccia

la belva che galoppa e mostra i denti.

Contratto addio! non è quello il momento

di far affari colla bestïaccia,

ma di scappar... e scappan come il vento.

 

L'uno svelto s'arrampica su un albero,

l'altro si butta in terra colla faccia,

e fa il morto, non fiata, avendo udito

che l'orso con chi puzza di cadavere

di rado si è mostrato inferocito.

 

- Puzza da morto, andiamo, -

disse l'Orso e nel bosco si rintana.

Un degli amici scende allor dal ramo

e coll'altro di cuore si congratula

che ancor la sia passata così piana.

 

- E non t'ha della pelle anche discorso

quando il muso all'orecchio avvicinò?

- No, no, ma disse, se non ho frainteso,

che non bisogna vendere dell'orso

la pelle mai prima d'averlo preso.

 

 




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