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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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VI - La Volpe, la Scimmia e gli Animali
Quando morì Sua Maestà Leone, che lo scettro tenea degli animali, costoro nei comizi generali trassero dall'astuccio di cartone la regale corona, che in un antro era ben custodita da un dragone.
Prova e riprova, in tutta l'assemblea non c'era testa eguale all'orbita di quel cerchio regale. Chi l'aveva più grossa e chi più stretta e chi di corna armata anche l'avea.
Volle provare anch'essa per burletta la Scimmia a incoronarsi, e fece smorfie da far morir del ridere, quando passò col suo bel corpo snello nella corona come in un anello.
Questo trattenimento agli animali parve tanto bello, che la elessero a capo sul momento. Ciascun a lei, siccome a sua regina, ecco s'inchina e presta il giuramento. Sol diverso, per quanto finga omaggio, fu della Volpe astuta il sentimento.
Venne costei, ma fatto un complimento, - Conosco, - poi soggiunse, - o Maestà, un nascondiglio con un gran tesoro, che spetta (e sono io sola che lo sa) per dritto alla regale potestà -.
Udito questo, la bertuccia vola, ministra di finanze, ove la gola la tira di quell'or che sta nascosto. Né vuol ad altri il posto cedere per timor d'esser truffata; ivi c'era una trappola e la sciocca restò così pigliata.
Allor la Volpe una facezia scocca a nome dell'intero parlamento: - Come volevi governar lo stato, o bestia, se ti manca anche il talento di governar te stessa? -. La Scimmia fu dimessa, e da quel giorno venne dimostrato che non è d'ogni sorta di persone il ben portar corone.
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