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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO SESTO
    • XVII - Il Cane, la sua Preda e l'Ombra
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XVII - Il Cane, la sua Preda e l'Ombra

 

Ognun quaggiù s'inganna,

e in ogni tempo è il numero infinito

di chi corre e s'affanna

e crede l'ombre di toccar col dito.

 

Per questi vale di quel Can la favola,

che della preda nel ruscel l'imagine

vista riflessa, il pezzo abbandonò

ch'aveva in bocca, e in l'acqua si tuffò.

Ma invece di pigliarne

doppia porzione, quasi vi restò,

e perdette coll'ombra anche la carne.

 

 




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