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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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XII - La Candela
Dall'Olimpo, soggiorno almo e giocondo, venner le pecchie ad abitar nel mondo, e prima ritrovâr dolce ricetto sui gioghi dell'Imetto, ove stillâr quanti nel sen dei fiori van spargendo gli zefiri tesori.
L'uomo imparò dalle costrutte celle a spremere l'ambrosia, onde le belle figlie del ciel riempiono i soavi elaborati favi. E poi che da mangiar più nulla c'era, fece candele colla bianca cera.
Una di queste intese dire un giorno che diventa il matton cotto nel forno così duro e tenace, che può vincer del tempo il dente edace, e come il pazzo Empédocle provò, nella fornace anch'essa si gettò.
Questa candela nella sua follia mostrò di non saper filosofia. Ciascun ha un modo suo di stare al mondo, l'uno galleggia e l'altro cade in fondo. Empédocle di cera e non men stolta, fu dalla brace subito disciolta.
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