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Jean de La Fontaine Favole IntraText CT - Lettura del testo |
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XVII - La Scimmia e il Gatto
Una Scimmia ed un Gatto, Bernarda e Topolone, vivean d'accordo in casa d'un unico padrone, amici intorno a un piatto. La Scimmia era pel Gatto e questo per lei fatto, entrambi sprezzatori degli uomini e che fanno consistere l'ingegno nel macchinar del danno. Se alcun del vicinato vedevasi rubato, era Bernarda od era quel Topolon maliardo, che più che ai topi l'occhio fisso tenea sul lardo.
Un giorno innanzi al foco stavano i due che ho detto, intanto che cocevano certe castagne grosse: e intanto che cocevano, pensavano un colpetto se mai possibil fosse di rosicchiarle... Il caso davver era attraente di unire al lor vantaggio il danno della gente. A Topolon Bernarda disse: - Fratel, bisogna che tu faccia un bel colpo quest'oggi. È una vergogna non assaggiar sì belle castagne e t'assicuro che se a pigliar castagne io fossi nata, giuro, che le farei saltare -. Non se lo fe' ripetere il ladro suo compare e colla zampa un poco la cenere dal foco rimossa, allunga l'unghie con arte delicata, ed una e due ne tira, poi tre castagne in fretta, che Bernarda rosicchia senz'essergli obbligata. Ma sul più bello, zitto! arriva una servetta, si scappa e Topolone pare che non trovasse troppa consolazione.
Più grande non la provano quei piccoli signori, che per smania d'onori vanno a mangiarsi il fegato nelle province, e il Re tien tutto il buon per sé.
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