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Jean de La Fontaine
Favole

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  • LIBRO DECIMOSECONDO
    • IX - Il Lupo e la Volpe
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IX - Il Lupo e la Volpe

(Al signor duca di Borgogna)

 

Come avvien che del suo stato

non vi sia nessun contento?

Dal soldato spesso sento

invidiato

chi vorrebbe esser soldato.

 

Che una Volpe cerchi e voglia

far da lupo è naturale,

ma chi sa che non esista

qualche Lupo originale,

che in suo cor non trovi bello

il mestiere dell'agnello?

 

Fanciulletto questa cosa

hai narrato in bella prosa,

o gentil principe mio.

Oggi indarno provo anch'io,

vecchio bianco, all'argomento

far coi versi un ornamento.

 

Ardua impresa a quei che esprime

coll'impaccio delle rime

dare il garbo e dar quel sale

che tu versi naturale.

 

Pastor semplice qual sono

sulle canne io canto e suono,

e sebben non sia profeta,

il dover però m'incombe

in tua gloria un dì poeta

di dar fiato anche alle trombe.

 

Scritto è in ciel, e scritto è il vero,

che del principe cortese

le famose e grandi imprese

desteran più d'un Omero.

Il tuo core non c'incolpi,

se, lasciando i grandi eroi,

nel frattempo cantiam noi

lupi e volpi.

 

Disse al Lupo una Volpe: - O buon amico,

per il mio desinar non ho di solito

che qualche gallinetta o qualche antico

gallaccio miserabile

che a guardarlo ti toglie l'appetito.

In questo affar tu sei meglio servito,

e mentre intorno alle cascine io ronzo,

più libero tu vai pei boschi a zonzo.

Insegnami il mestier, Lupo mio bello,

e fa' ch'io sia la prima di mia gente

ad assaggiar la carne d'un agnello.

Vedrai che ti sarò riconoscente.

 

- Va ben, - rispose il Lupo, - è giusto morto

un lupo mio fratello,

andiamo e vestirai del vecchio morto

il ruvido mantello -.

E vanno, e dice il Lupo: - A te, mia cara,

a far la nuova parte adesso impara,

se vuoi sfuggire al fino accorgimento

dei cani dell'armento -.

 

La Volpe, tolta la sua pelle nuova,

ripete del maestro la lezione,

stenta in principio, ma prova e riprova,

impara il suo mestier a perfezione.

Quand'ecco arriva un gregge. Entra il novello

Lupo e vi sparge subito il terrore,

come Patròclo il dì, quando lo vide

entro l'armi vestito del Pelide

il popolo troiano, e vecchie e nuore

e madri tutte corsero a gridare

ai piedi dell'altare.

 

Così credette il popolo belante

veder cinquanta lupi in quell'istante.

Cani, pastori e pecore

fuggon lasciando un agnellino in pegno

che il falso lupo non pigliava a sdegno.

Se non che sul più buono,

udito un gallo a far chicchiricchì,

la Volpe pianta lì

la lezione, la pecora e il maestro,

e corre dietro di natura all'estro.

 

Che vale contraffare di natura

l'ingegno ed il formarsi un'illusione?

La vita all'artificio poco dura

e scatta sulla prima tentazione.

 

Da te, mio giovin principe,

ho preso l'argomento,

ho preso il sentimento e tal e quale

dialogo e morale.

 

 




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