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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO TERZO
    • Scena XIV
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Scena XIV

MESSER VERGOLO, SCROCCA, che sopraggiungono, e detti

 

VERGOLO Hai tu visto, come quel fantolin di Marchetto ha levato il grifo per lo dono fatto del Saracino? io adoro Talanta, e perché io ho il cuor tenero e perché le belle mi garbano, sappi che me ne imbertonai il primo che io la vidi, tal che non ho invidia a niuno circa il farmela morir dietro; intendimi tu, Fora?

SCROCCA Messer no.

VERGOLO Chi t'ha detto che tu venga meco, bestia?

SCROCCA Non me ne ricordo.

VERGOLO Dove è il Fora, asino?

SCROCCA In la camera di Messer vostro figliuolo.

VERGOLO Certo, se tu ti addormenti per la via, ch'io ti sarò  tolto come la mula.

SCROCCA Non so chi vi guarda.

BRANCA Poi che cotale uomo non parla in collera, ci si può stare.

TINCA La ragione vuole essere tuttavia dal canto di chi l'ha.

TALANTA Così si dice.

VERGOLO Ecco il soldato: che debbo io fare? che mi consigli, Scrocca?

SCROCCA S'io fossi a la villa, ve lo direi; ma essendo a Roma, non ve lo posso dire.

TINCA A che fine passi tu di qui?

VERGOLO Perché la signora m'ama, ser uomo.

TINCA Non sai tu che questa notte è la mia?

VERGOLO Perché il maschio procede a la feminina, il Saracin donato vuol ch'io proceda a te, che hai presentato la Schiava; e parlo de jure.

TINCA  O de giure o de ghiara non ci penso punto, però che io non ho imparato lettre, ma a refrustar contadini o mangiar carne mal cotta, a dormire in sul fieno, a cavalcar pel caldo, a trescare pel fango, a spianar mura, a legar nemici, et altre terribilitadi paladinesche.

VERGOLO Non ho paura, se ben non so far tante cose.

TINCA Va' e torna domane, da che oggi tocca a me.

VERGOLO Dicalo Talanta.

TINCA Talanta il dica.

TALANTA Orfinio viene: oimè trista!

VERGOLO Trova la più corta.

SCROCCA Di qua, dico.

VERGOLO Non ho briga con simil mosche.

 

 




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