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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO TERZO
    • Scena XIX
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Scena XIX

STELLINA e FORA

 

STELLINA Che sarà, quando bene io fussi pesta in servigio de la mia madonna dabenina, galantina? ad ogni modo il vederla distruggere pel suo amante, mi son coltella al cuore, meffesì, che elle mi sono, e sì mi piace: or va'.

FORA Costei va dove vado anch'io.

STELLINA Bisogna aver de l'animo, e non pisciarsi sotto per ogni peluzzo che ti si raggira intorno.

FORA La schiavetta da beffe debbe essere de la fantasia del saracino da burla.

STELLINA Staria fresca, se io fussi una verga in acqua.

FORA Me le vo' scoprire.

STELLINA A rischiarsi, dico.

FORA Poi che tu ed io facciamo un viaggio e due servigi, accoppianci insieme.

STELLINA Oimè! chi sei tu?

FORA Amico tuo e parente, mi farai dire.

STELLINA Che tu non sia qualche baro.

FORA Fiditi pur di me, Stellina.

STELLINA Tu sai il mio nome?

FORA De l'altre cose ancora.

STELLINA E che più?

FORA So che la Schiava è Antino.

STELLINA Eimè!

FORA Come anche a te non è ascoso che il Saracino è Lucilla.

STELLINA Che odo io?

FORA Perché a te l'ha detto la tua giovane padrona, et a me il mio giovane padrone.

STELLINA Secreto dunque.

FORA Queta, ché gli veggo.

STELLINA Dove?

FORA Su la porta di Talanta.

STELLINA È vero.

FORA Tiriamci da parte, et udiam ciò che dicono; di poi procederemo oltre.

 

 




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