ATTO QUARTO
Scena I
FORA e COSTA
FORA Solo
chi è innamorato e ritrovasi in braccio de la donna che non credeva più
rivedere, può stimare l'allegrezza di Messer Marchetto; ora egli vuole una
stanza per ridurcisi con l'amica, fin che la cosa pigli sesto.
COSTA
Costui è il Fora.
FORA
Prima che io venga a te a la facchina, ti vo' far vedere che anch'io ho
ingegno.
COSTA
Piacerammi.
FORA Per dirti: sempre in su questa otta suole
spasseggiare qui oltre una certa dottoressa, che per non si trovare ne la zucca
de le leggi punto di sale, si chiama messer Necessitas.
COSTA Lo
conosco.
FORA
Oltre a ciò, è ricco come misero, e misero, come gaglioffo.
COSTA
Sollo.
FORA E
quella ora che non avesse cento scudi a lato, gli parrebbe essere ciò che
sarieno alcuni giudei, non avendo un quattrino né addosso né in cassa.
COSTA Al
proposito.
FORA Il
predetto zugo, col pispigliare del miserere, tormenta quella Madonna che è dipinta
quivi, onde voglio, tosto che il bue comparisce, che te ne vadi a lui, e
dimandato il nome del dipintore che ha fatta sì degna figura, laudalo, e
laudandolo, esclama che mai vedesti il più mirabile San Cristoforo.
COSTA
Considero al dove tu vuoi dar di petto.
FORA A i
pegni riesce il mio fine.
COSTA Che
ti dissi?
FORA
Tieni questi scudi pel caso che bisognasse.
COSTA
Ecco il Ser Trita radicchio
FORA
Tosto ch'io ritorno, vieni a l'atto de la scommessa ed eleggimi per
giudice.
COSTA Ti
arcintendo.
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