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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO QUINTO
    • Scena XV
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Scena XV

ARMILEO e FORA

 

ARMILEO Egli mi è caduto ne l'animo una di quelle giocondità, che si sparge nel petto di colui che si leva del letto cantando ducento volte quel verso o quei due, che il non so che del caso gli pone in bocca, tal ch'io non son punto differente da chi si avvicina al fine de la sua speranza.

FORA Cercava di voi.

ARMILEO Servidore.

FORA Faccio bene opra da essere quasi padrone.

ARMILEO Saresti tu mai il guadagnator de la taglia?

FORA Chi sa?

ARMILEO Vi do la man ritta.

FORA Et io per non parere ingrato, v'avviso che gli smarriti si son trovati.

ARMILEO Fratel caro!

FORA Il forestiere avea ragione di scontorcersi, perocché il garzoncello che ci credevamo che fosse la schiava, è generis femininibus, et non masculinarum, arum.

ARMILEO Sin qui sappiam noi.

FORA Credo che sappiate ciò, ma del buono amore o de la buona cotalina, che ha messo sotto la coltre la Saracina e Marchetto, e lo schiavo e Marmilia, non già.

ARMILEO Adunque un fanciullo m'ha lasciato co' risi, con gli sguardi, co' sospiri e co' tormenti per lui patiti?

FORA Sì, pare a me.

ARMILEO Oh oh oh oh oh!

FORA Lasciam da banda gli stupori, e componete gli sdegni de' vecchi, poi che gli riporto i contanti, per li quali s'impiccano.

ARMILEO Vien meco in casa, ché buon per te!

 

 




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