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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO QUINTO
    • Scena XXIV
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Scena XXIV

TALANTA, PIZIO, ORFINIO, COSTA e ALDELLA con tutti gli altri personaggi

 

TALANTA Noi, Raspa, aviam sentito il tutto, sì che non ti affaticare in contarcelo.

PIZIO Non ho io avuto giudicio, Orfinio, a venir per voi di nascoso, e menandovi senza che alcuno abbia pur dato mente al Costa?

ORFINIO L'ho caro per lo conto di rappacificarmi con Armileo.

COSTA È possibile che quello sia il moretto e quell'altra la schiava?

ORFINIO I capegli, che il saracino non aveva da saracina, mi danno tuttavia che pensare.

TALANTA Non credo che le forme gli potesser far  più simili.

PENO Dite qualche cosa.

TINCA Peroché sarà di nostra fama, credito e riputazione, voglio che Talanta abbia indietro quel tanto che il putto e la putta ci costò.

VERGOLO Voi parlate con la lingua de la mia volontate.

TINCA Perché il ritorre le cose donate è atto di meccanico e di plebeo, e non di capitano e di gentiluomo, voglio anco che ella si rimanga d'Orfinio, con patto che, venendole bene, si possa sempre servir di noi più che prima; intanto, eccovi cinquanta scudi in cotal cambio.

TALANTA Non si poteva aspettar altro da un personaggio tale.

VERGOLO Dagliene, Fora, altrettanti per me.

FORA Eccovegli, figlia signora.

TALANTA Chi è nobile ne fa ritratto.

ORFINIO Armileo, se il favore amoroso non causasse inconvenienti di peggior sorte, che lo error da me commesso con voi, non ardirei di chiedervi la vostra amicizia in dono.

BLANDO Figli cari!

ARMILEO Piacemi che per l'avvenire sia fratellanza.

TINCA Orfinio, il mio messere et io ti lasciamo ogni ragione, che per noi si pretendeva in Talanta, perché si conviene tanto a la tua gioventù, quanto si disconveniva a la nostra vecchiaia.

ORFINIO Per non avere cosa che agguaglialta cortesia, ve ne son grato con la letizia ch'io ho de' vostri contenti.

PIZIO Poi che il travaglio di questa novella ha tranquillo fine, si può chiamar materia comica.

FORA Costa e Branca, oggi tocca a festeggiare a loro, e domane a pettinare a noi.

BRANCA T'intendo.

BLANDO O nuora e generi di me, che ho dato in preda del gaudio fine a la sustanzia de le parole, da che ormai tenete dentro al mio petto quello stesso grado d'amore, che ci tengono i propri figliuoli, benedicavi Iddio co' frutti de le grazie sue; et a voi, persone illustri, che vi siete degnati di onorare con l'egregio de le vostre presenzie i nostri buoni successi, conceda il Signore sempiterna vita, sempiterna pace, sempiterna lode, sempiterna fama e sempiterna gloria.

 

 




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