Scena II
ORFINIO innamorato, PIZIO suo compagno e ALDELLA a la
finestra
ORFINIO
Io mi credo che gli spiriti, i moti, i pensieri et i sensi con ciò che hanno in
sé le vite de gl'innamorati, sieno d'ariento vivo, onde Cupido perderia più
tempo in tentar di fermargli, che non gettano gli Alchimisti drieto a la
congelazione d'esso. Io parlo così a proposito di non poter stare un attimo
senza veder Talanta: sì che, fratel caro, batti un poco la sua porta.
PIZIO
Tic, toc, tac.
ALDELLA
Chi è?
ORFINIO
Siamo noi.
ALDELLA
Non si può adesso, date di volta, ché saprete poi il tutto.
ORFINIO
Sempre sei su le burle.
ALDELLA
Lo imbasciator non porta pena.
PIZIO
Spacciati ed apri.
ALDELLA
Bisogna ubbidire chi mangia il pan d'altri.
ORFINIO
Tira la corda, cara figlia.
ALDELLA
Io vi lascerò dire.
PIZIO
Adunque ci si vieta la casa?
ORFINIO
La burla, per compiacere a la signora, che si ingrassa nel vedermi in su gli
abbai.
ALDELLA
Io dico da maledetto senno, e con questo vi lascio.
ORFINIO
Che burle son queste, Pizio?
PIZIO
Io per me rinasco.
ORFINIO
Bussa di nuovo.
PIZIO
Tac, toc, tic.
ORFINIO,
Niuno appare.
PIZIO
Toc, tic, tac, tic, toc.
ORFINIO
Oimè, misero me, tristo a me!
PIZIO
Ladre, traditore, scellerate, porche.
ORFINIO
Gettiamle giù la porta, anzi abbrusciamole in casa. Costa, Pacchia, Rienza, e
voi tutti de la mia famiglia, qua legne, qua paglia, costì pegola, presto,
suso, soffiate. Ma con chi parlo io? e dove sono? ah, Orfinio, merita ciò la
tua fede e la tua magnanimità?
PIZIO
Andiamocene in casa nostra, poi che la sorte vuol così.
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