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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO SECONDO
    • Scena X
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Scena X

 

ARMILEO, che fingendo d'amar Talanta, ama la Schiava, e PENO suo precettore

 

ARMILEO Io non muoio per amar lei, ma perché ella non ama me.

PENO Il lamentarsi di chi pate è il trastullo del duolo, che lo fa patire.

ARMILEO Benché chi non è ne la memoria de la sua donna, non si può connumerar tra i vivi.

PENO L'uomo dee tormentarsi quando le imprese son disperate, e non a l'ora che elle procedono quasi ne la certa speranza.

ARMILEO Lo sperare de gli amanti è una tacita disperazione.

PENO Non ingiurii lo aspetto benigno, con cui lo mira la sorte, chi non se ne vuol pentire.

ARMILEO Che benignità vedete voi nel volto de la mia?

PENO Ecco che la giovanetta, con l'essere in man di Talanta secondo il tuo desiderio, te lo dimostra; oltre ciò, credi tu che senza il favor de la fortuna ti fusse caduto in mente, tosto che intendesti che il capitano doveva dargliene, il fingere d'amare detta meretrice, la quale tien per fermo che ti distrugga per lei? e se niente mancava, la provvisione ordinata tale ce l'ha supplito, et è stato propria grazia di Cupido, il tuo legarla co' doni prima che la femmina abbia potuto pigliar vizio; e quando succedesse ogni cosa male, è forza che tu sii forte e costante, da che non puoi dimostrarti temperato e continente, perocché sol coloro son tenuti con verità prudenti, che si sopportino in modo l'avversità che par che se ne dilettino.

ARMILEO È pur gran cosa amore!

PENO Egli è una passione introdotta da' sensi per soddisfazion del desiderio.

ARMILEO Altro?

PENO Et uno affetto che invaghisce di se stesso l'animo.

ARMILEO Lo iniquo è malandrino de la ragione, scandalo de la mente e girandola de la memoria.

PENO Non si nega, che non isforzi, non disturbi, e non levi e la memoria, e la mente, e la ragione, che non ci pasca di promesse, di gelosie, di crudeltà, di menzogne, di pensieri, d'inganni, di rancori, di pravità, di disperazioni e di pene; pure la somma d'ogni sua natura è duolo allegro, torto giusto, stoltizia saggia, timidità animosa, avarizia splendida, infirmità sana, asprezza agevole, odio amicabile. infamia gloriosa ed iracondia placida.

ARMILEO Che debbo io far dunque?

PENO Imita la prestanzia di quegli, che ciechi veggono, pentiti perseverano, languendo godono, gridando tacciono, perduti si trovano, negando consentono, partendo restano, prigioni son liberi, digiunando si saziano e morti risuscitano.

ARMILEO Cotesta bellezza di parole nasce da' farnetichi di voi altri filosofi, e non da l'arbore de la verità.

PENO Se non fusse la filosofia, non sarebbe la ragione, con le cui certezze ti parlo e parlerò sempre.

ARMILEO La mia passione vorrebbe rimedio d'effetto e non unguento di sentenzie, perocché ella è sì fiera e sì ardente, ch'io son tutto fuoco e furore; e colei ch'io amo, ha sì occupato i miei spiriti con le sue condizioni, che odiandomi, come ella m'odia, per compiacere a la impietà sua, son fatto nimico di me stesso.

PENO Non ci sono le più false pazzie, che quelle che talor fanno i savi.

ARMILEO E sappiate che io non m'occido perché ella viva.

PENO Ecco che, ciò dicendo, confessi l'affezion che tal donna ti porta.

ARMILEO Io ho così detto, perché, nel sentire ella il fin mio, ne morirebbe d'allegrezza.

PENO Così interviene a chi si propone ne l'animo cosa di sé più cara.

ARMILEO Odiar chi l'adora è enormità di natura.

PENO Se da le dimostrazioni de' risi e de' cenni, dei cangiarsi e de' sospiri, si può ritrarre alcuno indizio di benivolenza, parmi che l'odio, che tu ti immagini estremo, sia uno amore immenso.

ARMILEO Fusse egli come dite.

PENO Oltre a questo, crediam noi che Talanta, che ha dato il calcio a l'onestà de la verginitade sua, voglia tenere in sacro l'altrui?

ARMILEO Voi discorrete con ottimo giudizio, onde mi dispongo non dico a lasciarla, ché non è in potestà di me medesimo il poter dispormi a far ciò, ma d'adattarmi ad una pazienzia, che sarà degna de' vostri ricordi.

PENO Se tu lo farai, sarà maggior la certezza del tuo consolarti, che non è la fretta, che hai di voler esser consolato.

ARMILEO Vedretene l'effetto.

PENO Andiamo in casa, ché in quanto a me, non sono per dissuaderti da l'amore né da la liberalità, perocché l'uno è atto umano e l'altra è virtù eroica.

ARMILEO Io veggo Orfinio, che fa un gran minacciar col capo e con le mani, e secondo me, viene in qua;, che sì che la fortuna, ne l'essersi avvisto ch'io gli son rivale, ci mette a le mani?

PENO Le nimicizie, le ferite e gli scandali sono frutti che si colgono d'ogni tempo ne' giardini d'amore.

ARMILEO Egli è forza che io gli scopra il mio intento, o che accetti la questione.

PENO Ritiriamci in casa.

 

 




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