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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO TERZO
    • Scena I
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ATTO TERZO

Scena I

MARMILIA figliuola del Capitano, innamorata de la schiava, che è maschio, e STELLINA serva

 

MARMILIA Uh uh uh!

STELLINA Non piangete, creatura.

MARMILIA Io son disperata.

STELLINA Egli vi ha pur promesso di fuggirsene.

MARMILIA Non posso patir di vivere, se io non lo veggo.

STELLINA Vorreste voi esser veduta in casa d'una trista?

MARMILIA Non ho io da stare dove è il mio cuore?

STELLINA Voi ci starete tosto.

MARMILIA Non è vero.

STELLINA. Lasciate, ch'io voglio ire a casa de la signora, e fingendo di confortare la putta e stare volentieri appresso di lei accennerò che se ne venga or ora; intanto la porta dirieto, stia aperta.

MARMILIA Tu mi risusciti.

STELLINA Ho pensata una cosa.

MARMILIA Dilla.

STELLINA Mi parrebbe che voi mandaste a donare qualche frascarìa a la Talanta, a ciò paresse che aveste caro che ella l'accarezasse.

MARMILIA Tu parli bene.

STELLINA Le puttane, con riverenzia parlando, sono sì scarse, che per ogni favoluzza fariano la moneta falsa.

MARMILIA Tolle questa chiavicina e guarda nel forzieretto ch'io tengo a piè del letto, che c'è non so che turchese, che mio zio mi diede in mancia, che le ne porterai da mia parte.

STELLINA Vado.

 

 




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