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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO TERZO
    • Scena XX
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Scena XX

LUCILLA detta il Saracino, ANTINO chiamato la Schiava, FORA e STELLINA

 

LUCILLA Poi che Messer Domeneddio ha fatta grazia a noi poverelli, che dopo l'uscir di mano al Turco, il quale tosto che ci prese, ci vendé a quel mercante d'Ancona, che, menandoci in questa terra, è suto cagione che io sia divenuta moglie del figliuolo del Viniziano, e tu marito de la figlia del soldato, seguitiamo la ventura col ritornarci a casa di chi ci aspetta!

FORA Bene!

LUCILLA A punto è il tempo; ora che la peccatrice con tutta la brigata se ne è uscita  per la porta drieto, andando a non so che suo comparatico.

FORA Ella va al palio.

LUCILLA Fratel mio, io ho inteso dire che chi non fa quando può, non fa poi quando vuole; sì che andiam via ora che la sorte buona ce lo comanda.

ANTINO Vo' serrare almanco l'uscio.

LUCILLA Lascialo pur aperto.

ANTINO Ritiriamci drento, che ecco persone.

STELLINA Non dubitate, ché siam noi.

FORA Il vostro Fora è qui.

LUCILLA Laudato sia Iddio!

ANTINO Nostra donna benedetta!

STELLINA Il nostro Signore dia de le consolazioni a chi fece le case con le porte doppie; onde possiamo entrare ne la nostra senza esser vedute.

FORA Di qua è la via per noi.

 

 




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