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Pietro Aretino
La Talanta

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  • ATTO QUINTO
    • Scena XXIII
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Scena XXIII

ORETTA non più vestita da maschio, ANTINO, LUCILLA, ARMILEO, TINCA, MARMILIA, STELLINA, che se gli inginoccchiano innanzi, MARCHETTO, che chiede perdono al padre, BLANDO, PENO, RASPA, BRANCA , FORA e FEDELE

 

ORETTA Oh chi veggo io?

LUCILLA Sorella santa?

ANTINO Sirocchia dolce?

ORETTA Fratellin soave, fuori bella?

ARMILEO La gioia ch'io sento, participa di beatitudine.

TINCA La vertigine con la compassione da me avuta al caso del parente m'ha di maniera abbagliata la vista, che a pena veggo Marmilia e Stellina.

MARCHETTO Perdonatemi, padre.

STELLINA Misericordia e non giustizia, padrone,

TINCA Levatevi suso, ché non solo v'assolvo di ciò, ma ve ne tengo obbligo.

MARCHETTO La gioventù, l'amore e la comodità sono state causa del prevaricar mio.

VERGOLO Drizzati in piedi, Marco fio, perché reputo ben fatto tutto quel che tu hai fatto.

BLANDO Or ch'io son fornito di ritornare in me stesso, venghino i miei figliuoli; venghino, dico, da che essi non han perciò ucciso chi gli fece nascere.

FEDELE Costui è quel che v'ingenerò.

ANTINO Padre!

LUCILLA  O padre!

BLANDO Quante quante notti, figliuoli, senza mai dormire ora, ho io consumate pensando a voi? e quanti voti, e quanti prieghi sono stati fatti per ottenere da Dio ciò che indegnamente ottengo? io, da che vi perdei, non vidi mai sorella e fratello insieme, che, ricordandomi di voi due, non traessi sospiri e lagrime; e perché la simiglianza, che non vi dissepara l'una effigie da l'altra, è d'una medesima stampa, anco il dolore m'ha afflitto non men per te, Antino, che per te, Lucilla; sì che, ossa de le mie ossa, e polpe de le mie polpe, abbracciatemi e basciatemi.

PENO L'affetto paterno è un membro de l'animo.

BLANDO Se la onesta memoria di vostra madre, se quella benedetta anima vi vedesse ora, come vi veggo io, qual beatitudine aggiugnerebbe a la sua? certo la luce de la vita e lo spirito di questo aere m'è tanto giocondo e grato, quanto posso basciarvi ed abbracciarvi.

FEDELE Chi non si diromperebbe nel pianto?

PENO La dilezion de' figli è sustanzia del cuore de' padri.

BLANDO Se non che siamo tenuti, et a non ricusare il dono del vivere mentre Iddio ce lo concede, e non volerlo quando non gli piace che noi viviamo, mi dorrei di non esser morto ora che le presenti contentezze mi diventavano esequie.

PENO La religion di questo uomo equipera la sua bontà.

BLANDO Ma, quando sia, o Cristo, che io, costoro, e chi discenderà di tal seme, aviamo a non riconoscere i non meno grandi che insperati benefici, che tu gli largisci, l'ira santa de la tua giustizia perfetta caschi or ora sopra i capi nostri.

ARMILEO Mi par veder Talanta: ella è dessa, gìtele incontra, servidori, acciò l'esempio de' nostri matrimoni la riduca al ben fare.

 

(Mentre il Raspa, il Fora et il Branca vanno in verso Talanta, s'acqueta ognuno per un poco, onde Peno dice:)

 

PENO Sempre, in qual si voglia grandezza di riso o di pianto occorre che dopo alquanto di spazio nasce in coloro, a cui appartengono le passioni del pianto e del riso, la taciturnità del silenzio, che ora ammutisce le lingue vostre e la mia.

 

 




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